sabato 30 dicembre 2006

Attaccàti all'orinatoio

Anche gli oggetti ordinari possono assumere su di sé qualcosa del “sublime secolare” grazie alla loro capacità di ridefinire le strutture sociali e il proprio posto all’interno di esse. Grazie a questi significati, gli artisti sono in grado di accendere passioni inserendo oggetti ordinari nelle nature morte, nei collages o come arredo scenografico. L’orinatoio che Duchamp ha esposto in una galleria d’arte è riuscito a scandalizzare non soltanto perché si trattava di un comune articolo di serie, ma anche perché l’artista accostava a un contesto di cultura elevata un accessorio a connotazioni fortemente degradanti.
A livello più profondo, gli oggetti non esprimono solo contenuti sociali, ma rendono anche possibili significati della più diversa natura.
Il fatto che un orinatoio serva a fare pipì – su questo siamo tutti d’accordo – è la base di un patto sociale sul quale Duchamp specula per realizzare la sua birichinata. Di fronte all’intrinseca ambiguità di tutto il reale, e alla fastidiosa sensazione di trovarsi sempre sull’orlo del disordine esistenziale, gli oggetti operano per conservare significati più o meno stabili, solidi e accessibili agli altri così come a noi stessi. Costituiscono la base tangibile di un universo che le persone possono percepire come universo comune, sono oggetti che possiamo considerare “reali” grazie a un consenso sufficientemente stabilito. La presenza di beni di consumo aiuta ad ancorare la coscienza e a proteggerla dalla vertigine sociale che comporta il fatto di vivere in un universo di significati casuali e terribilmente instabili. (…) I beni di consumo ci offrono una base, in molti diversi modi, compreso il loro uso, per far nascere un sentimento di realtà sociale. Ci aiutano a stare bene.

Le considerazioni di Harvey Molotch, autore di Fenomenologia del tostapane. Come gli oggetti quotidiani diventano quello che sono (pag. 17-19), legano in modo interessante i contenuti del libro di Bauman, Vita liquida, con il tentativo di spiegare la provocazione "artistica" di cui s'era parlato in quinta un paio di settimane fa...

Vita digitale

Siamo le risposte che diamo ma anche le domande che facciamo.
E se Google, nella perfezione del digitale, ci dice quali sono state le espressioni più ricercate nel 2006, abbiamo davvero colto lo "spirito del nostro tempo" (che i colti chiamano Zeitgeist...)

venerdì 29 dicembre 2006

Riflessione di fine anno

I prodotti di consumo oggi ci promettono di non essere invadenti né noiosi. Ci asscurano che ci devono tutto e non vogliono nulla in cambio. Ci promettono di essere subito pronti per l’uso, di offrirci una soddisfazione immediata che non richiede né lungo apprendistato, né un risparmio prolungato: essi ci gratificano senza indugi. Ci giurano con la mano sul cuore che sapranno accettare il momento in cui prederanno i nostri favori e che quando il loro tempo sarà finito ci lasceranno tranquillamente senza proteste, astio o rancore.
Ne consegue un altro attributo che un ‘oggetto di consumo’ deve avere: una postilla al suo certificato di nascita – stampata in caratteri piccoli ma leggibili, chiara e rassicurante – che dichiara ‘destinazione finale: pattumiera’. Lo scarto è il prodotto finale di qualsiasi azione di consumo. La percezione dell’ordine naturale delle cose nell’attuale società dei consumi è un diretto capovolgimento di quello che caratterizzava la società dei produttori, ormai superata. Ciò che in quest’ultima era solido e duraturo era la parte utile, estratta da materie prime correttamente rielaborate, mentre a venir destinati allo smaltimento immediato e all’oblio erano i residui superflui e i rifiuti. Ora è invece la parte utile ad avere vita breve, volatile ed effimera, lasciando campo libero, di volta in volta, alla nuova generazione di prodotti utili. Solo lo scarto tende ad essere (ahimè) solido e durevole. ‘Solidità’ è ormai sinonimo di ‘scarto’.

Suggerisco a tutti coloro che hanno interesse a incontrare un'interpretazione suggestiva dell'attuale way of life Vita liquida di Zygmunt Bauman (dalle cui pagine 95-96 è tratta l'ampia citazione).

giovedì 28 dicembre 2006

San Leopardi

Fioccano, nel messaggio precedente, gli auguri di Natale e di buon anno.
Ringrazio tutti gli anonimi àuguri, dedicando soprattutto a loro (ma anche a chi passa soltanto di qua, senza commentare) il brano che segue, di amara saggezza, tratto dalle Operette Morali di Leopardi.

DIALOGO DI UN VENDITORE D'ALMANACCHI E DI UN PASSEGGERE

Venditore. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi. Bisognano, signore, almanacchi?
Passeggere. Almanacchi per l'anno nuovo?
Venditore. Si signore.
Passeggere. Credete che sarà felice quest'anno nuovo?
Venditore. Oh illustrissimo si, certo.
Passeggere. Come quest'anno passato?
Venditore. Più più assai.
Passeggere. Come quello di là?
Venditore. Più più, illustrissimo.
Passeggere. Ma come qual altro? Non vi piacerebb'egli che l'anno nuovo fosse come qualcuno di questi anni ultimi?
Venditore. Signor no, non mi piacerebbe.
Passeggere. Quanti anni nuovi sono passati da che voi vendete almanacchi?
Venditore. Saranno vent'anni, illustrissimo.
Passeggere. A quale di cotesti vent'anni vorreste che somigliasse l'anno venturo?
Venditore. Io? non saprei.
Passeggere. Non vi ricordate di nessun anno in particolare, che vi paresse felice?
Venditore. No in verità, illustrissimo.
Passeggere. E pure la vita è una cosa bella. Non è vero?
Venditore. Cotesto si sa.
Passeggere. Non tornereste voi a vivere cotesti vent'anni, e anche tutto il tempo passato, cominciando da che nasceste?
Venditore. Eh, caro signore, piacesse a Dio che si potesse.
Passeggere. Ma se aveste a rifare la vita che avete fatta né più né meno, con tutti i piaceri e i dispiaceri che avete passati?
Venditore. Cotesto non vorrei.
Passeggere. Oh che altra vita vorreste rifare? la vita ch'ho fatta io, o quella del principe, o di chi altro? O non credete che io, e che il principe, e che chiunque altro, risponderebbe come voi per l'appunto; e che avendo a rifare la stessa vita che avesse fatta, nessuno vorrebbe tornare indietro?
Venditore. Lo credo cotesto.
Passeggere. Né anche voi tornereste indietro con questo patto, non potendo in altro modo?
Venditore. Signor no davvero, non tornerei.
Passeggere. Oh che vita vorreste voi dunque?
Venditore. Vorrei una vita così, come Dio me la mandasse, senz'altri patti.
Passeggere. Una vita a caso, e non saperne altro avanti, come non si sa dell'anno nuovo?
Venditore. Appunto.
Passeggere. Così vorrei ancor io se avessi a rivivere, e così tutti. Ma questo è segno che il caso, fino a tutto quest'anno, ha trattato tutti male. E si vede chiaro che ciascuno è d'opinione che sia stato più o di più peso il male che gli e toccato, che il bene; se a patto di riavere la vita di prima, con tutto il suo bene e il suo male, nessuno vorrebbe rinascere. Quella vita ch'è una cosa bella, non è la vita che si conosce, ma quella che non si conosce; non la vita passata, ma la futura. Coll'anno nuovo, il caso incomincerà a trattar bene voi e me e tutti gli altri, e si principierà la vita felice. Non è vero?
Venditore. Speriamo.
Passeggere. Dunque mostratemi l'almanacco più bello che avete.
Venditore. Ecco, illustrissimo. Cotesto vale trenta soldi.
Passeggere. Ecco trenta soldi.
Venditore. Grazie, illustrissimo: a rivederla. Almanacchi, almanacchi nuovi; lunari nuovi.

venerdì 22 dicembre 2006

Leggiamo un romanzo distopico

Per Debbby, che qui chiede notizie, e per tutti coloro che –in terza– se ne fossero dimenticati: il libro da leggere durante vacanze è Flatlandia, di Edwin A. Abbott.
Dalla pagina dedicatagli su wikipedia si può accedere all'edizione integrale inglese.

martedì 19 dicembre 2006

Al ritorno, in quarta

Torquato Tasso
Teoria
tutte le pagine riguardanti l’argomento e comprese dalla 336 alla 429

Testi*
T2 “O bella età de l’oro” (pag. 348)
T4 “Meraviglioso e verisimile” (pag. 359)
T5 “Il proemio” (pag. 382)
T6 “Tancredi e Clorinda” (pag. 385)
T8 “La morte di Clorinda” (pag. 397)
T9 “La selva di Saron” (pag. 402)
T10 “Rinaldo nel giardino di Armida” (pag. 408)
T11 “Rinaldo nella selva di Saron” (pag. 417)

Il petrarchismo
Teoria
pag. 434-440

Testi*
T1 “Crin d’oro crespo e d’ambra tersa e pura” (pag. 442)
T4 “Voi, ch’ascoltate in queste meste rime” (pag. 448)
“Chiome d’argento fini, irte ed attorte” (pag. 452)


Il teatro
Teoria
pag. 468-476

* aderendo a gentili richieste, per comodità degli studenti cito il testo secondo il titolo riportato sull’antologia ricordando a tutti che sarebbe opportuno, invece, esplicitare opera e passo…

Il giro su Dante

Teoria
pag. 348-355; 379; 385-386; 401-402; 406-407; 413; 418-431

Testi*
Vita Nuova, cap. 1° (pag. 355)
T1 “Il valore simbolico del numero 9” (pag. 356)
T2 “Amore in sogno” (pag. 359)
T3 “La prima donna dello schermo” (pag. 364)
T4 “La seconda donna dello schermo” (pag. 366)
T5 “Il saluto” (pag. 367)
T6 “Donne ch’avete intelletto d’amore” (pag. 369)
T7 “Tanto gentile e tanto onesta pare” (pag. 375)
T10 “Il naturale desiderio di sapere” (pag. 386)
T11 “In difesa del volgare” (pag. 390)
T13 “I quattro sensi delle scritture” (pag. 397)
T 17 “Epistola a Cangrande” (pag. 413 – dalla riga 56)

Commedia, Inferno
Lettura, parafrasi e commento dei primi sette canti



* aderendo a gentili richieste, per comodità degli studenti cito il testo secondo il titolo riportato sull’antologia ricordando a tutti che sarebbe opportuno, invece, esplicitare opera e passo…

domenica 17 dicembre 2006

«...e in van l'Inferno vi s'oppose...»

Stiamo verificando in quarta, leggendo la Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso, come l'autore evidenzi criticamente lo scontro eterno tra bene e male. Direi che questo filmato, direttamente dalle pagine online del New York Times, aggiunge un ulteriore tassello alla battaglia tra buoni e cattivi (e consente di ripassare un po' di inglese...).

Errore

Mi sono accorto solo ora che i link dell'intervento per fanciulle e fanciulli di terza su saggi/articoli di giornale erano errati; chiedo scusa (ho rimediato).
In ogni caso, meglio fare uso del link "Qui, il megadeposito dei file per terza, quarta e quinta", posto al lato destro della pagina, che funziona sempre...

Condivisore di sentimenti

Una delle applicazioni più interessanti, e graficamente piacevoli, della rete: www.wefeelfine.org scandaglia i blog e ne organizza sistematicamente i contenuti che abbiano a che vedere con stati d'animo, emozioni ed altro...

sabato 16 dicembre 2006

La prima volta

Nella cartella dei "materiali" ho reso disponibili alcuni file interessanti:
* "Catturate i cani", un esempio di articolo di cronaca
* "D'Alema sì o no", esempi di articoli di opinione (argomentativi)
* "Fenomenologia di Mike Bongiorno", un saggio (non molto breve) giocato sull'ironia e sulla analisi
* "Regole per articoli o saggi", un breviario di indicazioni utili (oltre a quelle recuperabili dal volume "Strumenti", già viste in classe).

Come «E cosa c'entra la prima volta?» Beh, terzane e terzani porteranno entro mercoledì il loro primo articolo di giornale/saggio breve (i cui argomenti sono disponibili nella cartella di terza).

sabato 9 dicembre 2006

«Come fa il professore a stabilire il voto?»

Cercavo sabato scorso al Blockbuster di Treviglio un’edizione in cassetta o in DVD di Sesso e Potere o di Seven, da proiettare come film trimestrale in quarta; non ho trovato né uno né l’altro.
Ma, potere della casualità, ho messo le mani su Ehi, prof, di Frank McCourt, Adeplhi da cui riporto questo passaggio, che m’è piaciuto.

Gli alunni seri non sono soddisfatti. Dicono che nelle altre classi l’insegnante gli dice che cosa devono sapere. L’insegnante lo spiega e tu lo devi imparare. Poi l’insegnante fa l’esame e uno prende il voto che merita.
Gli alunni seri dicono che è bello sapere in anticipo cosa si dovrebbe sapere, così uno si mette a impararlo. In questa classe invece non si sa, e quindi come facciamo a studiare? E come caspita facciamo a valutarci da soli? In questa classe si vive alla giornata, e alla fine del quadrimestre sorge il grande interrogativo: come fa il professore a stabilire il voto?
Ve lo dico io come stabilisco il voto. Prima di tutto, come avete frequentato il corso? Anche chi è rimasto in silenzio all’ultimo banco ma ha ragionato sulle discussioni e sulle letture avrà imparato qualcosa. Secondo: avete partecipato? Al venerdì vi siete alzati in piedi e avete letto qualcosa? Qualunque cosa: racconti, articoli, poesie, opere teatrali. Terzo: avete commentato i lavori dei vostri compagni? Quarto, e questo sta a voi stabilirlo: siete in grado di riflettere su quest’esperienza e di chiedervi che cosa avete imparato? Quinto: siete rimasti lì, con la testa fra le nuvole? Se sì, non buttatevi giù.
A questo punto l’insegnante si fa serio e pone il Grande Quesito: D’altra parte, che cos’è l’istruzione? Cosa si fa in questa scuola? Voi potreste rispondere che volete diplomarvi per andare all’università e prepararvi a una professione. Ma non è tutto qui, cari colleghi studenti. Io stesso ho dovuto chiedermi che cavolo ci faccio in quest’aula. E sono arrivato a formulare un’equazione: alla lavagna scrivo alla sinistra una P maiuscola, a destra una L, e poi disegno una freccia che va da sinistra a destra, da PAURA a LIBERTA’.
Non credo che sia possibile raggiungere la libertà assoluta. Ma quello che sto tentando di fare io con voi è mettere la paura alle strette.

(pag. 302-303)

venerdì 8 dicembre 2006

Riso soffiato & cioccolato

Ieri mattina, dopo aver accompagnato la quinta al ritiro pre-natalizio nelle prime 4 ore di scuola, ho finito la giornata con due ore, nella stessa classe, introducendo il Decadentismo attraverso un paio di poesie di Pascoli. Non ero in gran forma: un eccessivo accumulo di stanchezza ed il calo di pressione/zuccheri m'hanno convinto a bidonare gli appuntamenti pomeridiani per starmene quieto quieto a casa.
È stato fantastico: un pomeriggio di ozio, lo definirebbero così i miei alunni più grandi, che m'ha rimesso in sesto.
Oggi, invece, mattinata in Città Alta, per la messa solenne in Basilica e, prima di tornare a casa, un salto dal fornaio per prendere, tra le altre cose, un bel pezzo di riso soffiato & cioccolato.
Non c'è modo migliore per tirarsi su, definitivamente.

mercoledì 6 dicembre 2006

Dicembre peloso, dicembre virtuoso?

Non so per quale strano motivo questo mese mi porta a parlare di peli:
oggi in terza citavo il "tagliapeli rotante da naso" cui facevo riferimento (quasi) un anno fa, su 'sto blog, celebrando i 13,2 cm di lunghezza dei peli delle orecchie di Radhakant Bajpai*;
c'è chi (già detto anche questo) coi peli del naso scrive messaggi,
ma la novità di oggi è che c'è anche chi comunica depilando una schiena.


*e quanto saranno cresciuti in un anno?

martedì 28 novembre 2006

Ogni occasione è buona...

In quinta la fine del trimestre (dimenticando un attimo l'imminente arrivo della prima simulazione di terza prova) dà spazio per fermarsi, trovare il tempo per riflettere e, eventualmente, preparare qualche nota da inserire nel proprio "messaggio nella bottiglia". Spero di poter leggere parecchio, prima o poi...

sabato 25 novembre 2006

Inferno

Ho messo nella cartella di terza il file con i canti danteschi che leggeremo in classe durante l'anno, tratti, note comprese, da questo sito.

PS: ricordo che per lunedì è da portare il canto III e lo svolgimento scritto di una delle seguenti tracce.

Esponi le tue considerazioni su uno dei seguenti temi, illustrandole in modo chiaro e articolato.
1. Nessuna età dell’uomo è così ricca di risorse e, nello stesso tempo, di problematiche come l’adolescenza. Prova a delineare le caratteristiche che la rendono un’età unica e affascinante, ma nello stesso tempo complessa per lo sviluppo sano ed equilibrato di un individuo.
2. L'importanza dell'insegnamento del latino nella scuola a indirizzo scientifico.
3. La mia scuola ideale.
4. «Nam idem velle atque idem nolle, ea demum firma amicitia est.» (SALL. Bellum Catilinae XX.4). Questa è una definizione di amicizia proposta dal mondo classico. E tu, sei d’accordo? cosa pensi sia l’amicizia? e cosa ti aspetti da un “vero” amico?
5. In una società dominata dai mezzi di informazione di massa e facilitata da ritrovati tecnici sempre più nuovi e sofisticati, ha ancora un senso leggere un giornale?

mercoledì 22 novembre 2006

Qui si danteggia

Dato che qualche incauto studente di terza ha recuperato le parafrasi più invereconde del testo dell'Inferno dantesco, segnalo una serie di link utili per l'accostamento all'autore.
Progetto Dante Alighieri: tutti i testi, introduzioni e abbondanti commenti
Parafrasi e commenti, seri!, dell'intera Commedia
Danteonline, con illustrazioni e notazioni interessanti.
E, per un'esperienza nuova, The Dante's Inferno Test: un po' di domande in inglese per vedere dove v'avrebbe cacciato Dante, brutti peccatori!
(io, per la cronaca, ero finito alle soglie del purgatorio, senza bisogno di dover mentire :-) )

sabato 18 novembre 2006

bellaprof.forumfree.net

È iniziata pubblicando su questo blog alcuni stralci interessanti dei lavori scritti degli alunni di terza.
È proseguita con la loro risposta: il forum per rintuzzare (all’inizio anche piuttosto duramente) gli “attacchi” del prof…
È degenerata l’altra sera (e, purtroppo, mi sembra che le tracce siano state cancellate) con una discussione pepata tra anonimi e pseudotali, amministratori e moderatori, lurker e utenti regolarmente registrati.
Mi permetto alcune considerazioni, visto che mi ritengo la causa remota della storia.
Innanzitutto non sono “tulum” o chi altri: mi sono registrato nel forum con un identificativo molto originale, “bep.pez”, nella convinzione di poter prendere parte, su invito, a una discussione poco formale con il dovere, però, di presentarmi per nome e cognome.
Ho assistito alla proliferazione delle aree di discussione; quando lo spazio da riempire è tanto c’è chi si sente in dovere di dire la sua su tutto e, per citare una citazione che m’è stata citata ieri sera, probabilmente è “meglio tacere e passare per stupido ke parlare e dissipare ogni incertezza” (by dive90 featuring Abramo Lincoln).
Ho notato, con un certo disappunto, l’infittirsi di presenze anonime nel forum: se si tratta di una “comunità”, per quanto virtuale, forse è bene presentarsi per quello che si è (o si crede di essere; o si è creduti essere), limitando il ricorso alle maschere ed alle finzioni (tra le quali mi permetto di aggiungere gli account sdoppiati, un bel caso di schizofrenia virtuale che forse rimanda a qualcosa d’altro).
Ho letto abbastanza (spesso girando per le aree a me più affini ed evitando di entrare in quelle in cui probabilmente avrei avuto poco da capire e da dire) e scritto un po’ meno: un ospite è tale (e, a mio modesto avviso, un prof in un forum di studenti è per definizione “ospite”) se non si spaparanza sul divano di chi l’ha accolto, brontolando perché è scomodo mentre si ingozza e disperde briciole in ogni dove.
Ho tenuto per me alcune riflessioni nate sull’onda della lettura immediata: scrivere quello che si vorrebbe dire è sì lecito ma solo se ci si ricorda bene che le parole scritte hanno un effetto (ed una permanenza nel tempo e nello spazio, anche virtuale) molto molto diverso da quelle che “al vento ne le foglie lievi si perdono” (bep.pez featuring Dante, Paradiso XXXIII, 65-66); chi se n’è dimenticato, scolpendo nei byte alterchi più degni della piazza di un mercato, ha fatto un errore nei confronti propri e degli altri.
Ho leggermente sogghignato quando ho visto i saluti degli anonimi accompagnati dalla vendicativa profezia sul futuro silenzio del forum. Per quanto (poco) ne so, di cacchiate durante l’anno scolastico ne escono, da sempre, a iosa. Ci sarà spazio per discutere e parlare, magari con più civiltà e rispetto (e se gli anonimi mestatori si rodono anche un po’, beh, tanto di meglio. Citerei Dante anche qui, ma forse è meglio evitare…).
Mi pare di aver detto quello che volevo. Se mi verrà in mente altro, lo comunicherò (questo è il bello della rete).
Prima di chiudere, i miei ringraziamenti
* a chi finora ha creato, gestito e moderato il forum, dando spazi nuovi per “incontrarsi”
* a chi ha partecipato e partecipa alle discussioni, nello spirito iniziale del forum
* a chi continuerà a partecipare, perché credo sia davvero un’iniziativa interessante.
E se qualcuno, recuperando Dante (uhm… forse chi mi rimprovera di citarlo troppo spesso non ha tutti i torti…), per la propria «coscienza fusca | o de la propria o de l'altrui vergogna” “sentirà la tua parola brusca” “nondimen, rimossa ogne menzogna, | tutta tua visïon fa manifesta; | e lascia pur grattar dov'è la rogna.” (Paradiso XVII, 124-129)

martedì 14 novembre 2006

È periodo di interrogazioni

In quarta e in quinta queste settimane sono abbastanza impegnative.
Niente di meglio di una pausa con 'sto brano, in cui il protagonista assomiglia molto a uno degli alunni di quarta.
(grazie, Federico, per la segnalazione)

sabato 11 novembre 2006

Manzoni e/o Verga

Ho messo nella solita cartella di quinta il file con i testi per l'esercitazione forzata e casalinga di saggio breve letterario (con possibilità di presentazione di "bozza" per preventiva visione ed aggiustamento).

PS: promessa mantenuta :-)

venerdì 10 novembre 2006

Curiosità

Giravo per il De Mauro online e ho trovato 'ste due pagine: l'elenco dei lemmi più ricercati sul dizionario e quello delle parole non trovate. Del secondo, beh, meglio dire poco: è un campionario di cazzate. Il primo suggerisce invece alcune considerazioni. "Gatto" è il termine che si trova di default nella finestra di ricerca: mi sa che basta un "invio" di troppo e ci si trova a leggere di felini. Bella l'idea di cercare "vocabolario" in un vocabolario, sa molto di gioco letterario (che apprezzo, così come la rima...). No comment su parolacce & similia; ok per i termini che arrivano successivamente, magari poco noti.
Una curiosità: possibile che "faldistorio" sia tra le 26 parole più cercate da gennaio ad oggi? Chi sa cosa sia, prima di andare a cercarlo qui?


mercoledì 8 novembre 2006

Multiple choice

Da quale romanzo è tratta la seguente citazione?
«Non è come credi. Come dicono i saggi o gli uomini banali, non è tutto oro quello che luccica. Quando ero qui non vedevo l'ora di andarmene. Ho solo scoperto che il mondo è uguale dappertutto. L'unico posto che cambia davvero è il posto dove sei nato. Forse non si dovrebbe tornarci mai.»

a) Giovanni Verga, I Malavoglia
b) Giorgio Faletti, Fuori da un evidente destino
c) Alessandro Manzoni, I Promessi Sposi
d) Italo Calvino, Palomar

martedì 7 novembre 2006

Tagli, ritagli e frattaglie

Oggi m'è capitato di parlare di anatomia in quinta, di cuori e fegati in terza, di make up e correzioni virtuali dei volti in quarta (preannunciando il filmato qui sotto...).
Una bella giornata, non c'è che dire...

Dammi tre parole: sole, amore e fegato

Brutto autocitarsi, ma so che i miei alunni di terza difficoltosamente recupererebbero da soli questo vecchio post, in cui si discute della fortuna, poeticamente parlando, che la tradizione greco-occidentale ci offre, individuando il cuore come organo nel quale collocare la sede delle passioni.

Cadavere virtuale

Il cadavere virtuale di un uomo condannato a morte e giustiziato nell'agosto del 1993 si aggira sulla rete. "Visible man", come viene chiamato oggi, decise di donare il proprio corpo alla scienza: è stato così scannerizzato e trasformato nella più grande raccolta di immagini anatomiche digitali mai realizzata, un gigantesco atlante multimediale a disposizione di tutti, sul web.
Qui, un interessante articolo da Telema; e qui il sito del progetto "Visible man"

Se ne parlava stamattina in quinta, a margine della lettura di "Lezione di anatomia" di Arrigo Boito.

sabato 4 novembre 2006

Letture per iPod

Per chi non si accontanta della lettura dei Malavoglia, un giro sul sito del prof. Gaudio per la lettura integrale dei Promessi Sposi (finora giunta al cap. 18°), disponibile anche su iTunes, nella categoria "podcast".

venerdì 3 novembre 2006

Tra Cesare e Sallustio

Sinceramente, non ricordo bene come stamattina si sia arrivati, in quarta, a parlare di 'sto brano dei Muppets, mentre qualcuno "riparava" un test di latino e qualcun altro lo recuperava. Siccome c'è stato anche chi ha detto di essere internettianamente (semi)analfabeta, e che il filmato da solo non l'avrebbe recuperato, et voila, ecco fatto il servizio completo (peraltro, aver recuperato e visto lo spezzone mi dà una mano in una giornata che sembra dover finire tra depressione e scazzo).

mercoledì 1 novembre 2006

Letture/ascolti/visioni

Per aiutare fanciulle e fanciulli di quinta a preparare il prossimo giro, due link utili:
I Promessi Sposi nella versione del Trio Solenghi-Lopez-Marchesini: quasi un classico anche questo, ormai;
per chi è in arretrato con I Malavoglia, la trasmissione di Radio3 che li presenta e li legge.

Letture

Scrive Chuck Palahniuk: "Giuro che negli ultimi 5, anzi 10 anni non ho letto un libro all'altezza di questo". Si riferisce a Il manuale del contorsionista di Craig Clevenger. Beh, l'ho letto anch'io: una bella storia di costruzione e distruzione di identità, tutte basate su numeri della previdenza sociale (l'equivalente USA del nostro codice fiscale), biglietti da visita e patenti di guida. Ben scritto (a tratti quasi palahniukiano...), abbastanza avvincente, ma niente di così straordinario.
Se penso che Mattia Pascal torna al paesello quando scopre l'impossibilità di vivere sotto le (mentite) spoglie di Adriano Meis, capisco quanto diverso sia il grado di intraprendenza di americani ed italiani...

Quinta: primo giro

Ho messo nella solita cartella di quinta il file con i contenuti della interrogazione riepilogativa del primo trimestre. Un augurio di buon lavoro a tutti!

Quarta: primo giro

Ho messo nella solita cartella di quarta il file con i contenuti della interrogazione riepilogativa del primo trimestre. Un augurio di buon lavoro a tutti!

martedì 31 ottobre 2006

Sempre sulla rosa

Mi si dice che i link agli interventi di Dario Fo non funzionano; proviamo a vederli a partire da questo indirizzo (nella sezione dedicata ai saggi)...
Carini entrambi, ma il primo dei due merita un po' più di attenzione (i contenuti possono esssere ritenuti "discutibili", pertanto ne sconsiglio la lettura agli animi più candidi).

domenica 29 ottobre 2006

Alla fine del giro


Rosa fresca aulentisima capari jnverla state
ledonne tidisiano pulzelle maritate
trami deste focora seteste abolontate
perte nonaio abento notte edia
penzando purdivoi madonna mia.


Finiamo domani il primo giro in terza, e chiuderemo la prima "Unità di Apprendimento" con un classico cui finora non ho fatto cenno, "Il Contrasto" di Cielo d'Alcamo; nello stesso sito è disponibile anche la riproduzione del manoscritto (qui sopra, uno stralcio).

Pubblivoro

Guardo poca tv in questo periodo; mi consolo però con questo sito, che rende disponibili online i migliori spot (che non ce ne siano, per ora, di italiani è significativo).
Carino e utile per quanti devono ripassare la teoria darwiniana, noitulovE, gentilmente offerto da Guinness©.

giovedì 26 ottobre 2006

Tecnoderive

Guardo i commenti al mio intervento precedente e mi rendo conto
1) dell'importanza che oggi assume la scelta di un OS rispetto al un altro
2) dell'analfabetismo informatico dello scrivente, che ha seguito gli adeguamenti tecnologici della propria "parrrocchia" ma non s'è granché preoccupato dei mondi esterni
3) dei gusti raffinati, in termini di solidità di sistema operativo, di alcuni dei miei alunni, anche più giovani
4) del cambiamento inesorabile dei tempi: una discussione di 'sto genere era inimmaginabile, fino a qualche anno fa
5) del fatto che comunque Apple disegna strumenti che altri nemmeno immaginano
6) della necessità di riattaccarsi alla letteratura. (probabilmente qualcuno pensa che quest'ultima considerazione non c'entri niente. tra un po' troverò tempo e voglia per chiarire perché io la penso diversamente)

domenica 22 ottobre 2006

Se lo dice lui...

Cara Signora,
fa piacere condividere una passione.
Ho acquistato il mio primo Mac nel 1987, era un Mac Plus. In una delle prossime occasioni di incontro, si faccia riconoscere: la invito a un brindisi per i miei primi 20 anni da Apple-User.
Nel frattempo, un invito a godersi le parole della concorrenza, che parla di filosofia del prodotto e non di meri dati di vendita...

Un cachi, due cachi...

A margine della discussione di venerdì scorso in quinta, il link al dizionario De Mauro-Paravia, che presenta la forma kaki e cachi per il "noto" frutto esotico, rubricando caco come variante popolare (evitabile, per ovvi motivi)...



Stranamente d'accordo


Farò mio, nell'attività professionale, il seguente principio, dettato dal professore per antonomasia: «Sono scontenti tutti, quindi va bene. Va bene, va bene.»

Da qui, la bella caricatura. Grazie all'autore.

Occupare il tempo

Nella solita cartella di terza si trovano le indicazioni sui lavori scritti da preparare nel periodo 23-30 ottobre.

venerdì 20 ottobre 2006

Passare dalle finestre

Pare che, in quarta, io sia ritenuto un Apple-Evangelist, dal momento che magnifico in ogni occasione la superiorità del sistema operativo del Mac rispetto a Windows. È vero: sono parziale. Ma qualcuno stamattina ha dubitato del fatto che le finestre di Win si siano aperte dopo quelle del Mac. Una fonte terza e attendibile, quale Wikipedia spero possa fugare ogni dubbio. E se qualcuno fosse preso dal desiderio di vedere com'erano le win-finestre del bel tempo andato, beh, faccia un salto qui, su un bel sito di parte...

mercoledì 18 ottobre 2006

Il primo giro di giostra

Nella cartella di terza si trovano le indicazioni sugli argomenti ed i testi da conoscere per la prima interrogazione del primo trimestre.
Buon lavoro!

L'immagine, suggestiva, viene da qui. Un grazie all'autore.

domenica 15 ottobre 2006

Praha

Le cose che ricordo (cronologicamente)
La puntualità di tutti il mattino della partenza
Malpensa triste e (quasi) solitaria
Nicola, il menagramo aereo
Le musiche da flebo dell’autista che ci ha presi e riportati all’aeroporto ceco
La velocità delle scale mobili, soprattutto a Invalidovna
Ukončete výstup a nástup, dveře se zavírají
Gli odori terrificanti che si sprigionano da chioschi, negozi alimentari e ristoranti
La ricerca disperata della piastra per capelli
La quantità di birra e cibo che d.G.S. si scofana
La risalita contromano (e la cazziata della seconda sera...)
La nebbia della seconda mattinata
Il registratore che si palla in continuazione al castello di Konopiste
In albergo, le notti calme dei trevigliesi e bordellose dei clarensi
«Ma dove non è stato Kafka?»
La quantità di carne ingurgitata il terzo giorno
La “strana storia” dell’alunna scomparsa
Le guide spericolate del collega C.B. nel quartiere ebraico
Tutti a toccare la raffigurazione di Giovanni Nepomuceno buttato dal ponte
Le 10 corone raccolte con il «Don Bosco ritorna» sul Ponte Carlo
L’entusiasmo generalizzato (pure dei 35enni!) per il LaserGame nei pressi di Můstek

Le cose che mi hanno infastidito
Qualche urlo/verso/schiamazzo, in camera
Qualche “fuga” nei momenti seri
Qualche mia incazzatura, inutile e di troppo

Le cose che mi hanno sorpreso
Tutti (o quasi…) presenti
Nessuno strascinamento da deportazione durante le visite
L’invito alla serata after (grazie davvero, ma gli -anta incombenti non me la permettono...)

Le cose che mi hanno “commosso”
I disegni dei bambini di Terezin
I discorsi fatti con qualcuno, quando se n’è presentata l’occasione
La capacità di rispettare le promesse

Conclusione
C’è chi pensa sia stata una gita, può darsi; per me è stato più di un esame di maturità. Tutti promossi (con valutazioni diverse, ovviamente… -- scritto sogghignando bastardamente)
E che Giovanni Nepomuceno, Carlo IV, Hus, Francesco Ferdinando, Kafka & co. veglino su di noi.

lunedì 9 ottobre 2006

viaggiodistruzioneecultura

beh, leggermente angosciante la catena fonosillabica, con quel "distruzione" che fa presagire il peggio.
mi vengono in mente i giorni a Barcellona di 3 anni fa, con la mezza rissa in sala giochi, la notte al pronto soccorso, il tizio che aveva scassato il mobile, quello che s'era microfratturato l'alluce (secondo giro al pronto soccorso), quello che s'era perso e quelli che s'erano messi a fare il festino a fumo...
era finita con 8 sospensioni di durate diverse, se non ricordo male.
ma non era iniziata così male come questa volta; domani si parte e io sostituisco la prof di arte, originaria accompagnatrice ufficiale. Oggi s'è dispersa la seconda accompagnatrice, prontamente sostituita dal collega di filosofia, con cui ho condiviso "quella" Barcellona. Ci aggiungiamo che si vola con Alitalia, il cui amministratore delegato pochi giorni fa ha parlato di possibile bancarotta e vedo prospettive poco allettanti per il ritorno.
Nel compenso le previsioni danno cielo coperto, un po' freddino ma niente acqua. Staremo a vedere.
Sabato si ritorna da Praga e, prima o poi, due righe le si scrive.

Nel frattempo scriveranno anche fanciulle e fanciulli di terza: si preannunciano pagine e pagine di roba buona da blog...

domenica 8 ottobre 2006

Grazie!

No so chi abbia scritto questo primo commento, né a chi possa essere attribuita la paternità di questi due; so solo che devo un grazie sincero e sentito.

PS: superati i 500 post. Mi sembra che 'sto blog stia diventando il diario che non ho mai avuto...

sabato 7 ottobre 2006

Pellegrinaggio

Non sono riuscito, stamattina, a fare la strada a piedi da scuola a Caravaggio; ho fatto però in modo di esserci per salutare chi c'era e per partecipare alla Messa di inizio d'anno, soprattutto con un pensiero "più speciale" per chi frequenta la quinta; con loro due anni fa ci si era conosciuti anche facendo insieme quella strada...
M'è dispiaciuta l'assenza di molti (forse dovevo intuirla dalle difficoltà che, commentando il canto VI del Paradiso, s'erano evidenziate in classe).
Ringrazio invece davvero chi c'era, credente o meno: c'è un valore simbolico nelle proprie azioni e ci sono momenti in cui forse "sacrificare" una mattinata (altrimenti dedicabile magari al cazzeggio o allo studio della filosofia) per un momento di partecipazione comunitaria dà un segno visibile del proprio essere-con-gli-altri, magari solo scambiandosi un'occhiata o due semplici parole...

venerdì 6 ottobre 2006

Il tempo va, passano le ore...

La riflessione sul De brevitate vitae di Seneca può, per fanciulle e fanciulli di quinta, essere ampliata leggendo:
questa brevissima introduzione all'opera, nella quale si richiamano le metafore del punto e del fiume
il capitolo dedicato al tempo (pag. 6-7) di questo interessante saggio breve. Credo non sia male anche una lettura integrale...

domenica 1 ottobre 2006

Tra cipolle e zanzare (2)

le ultime tre perle che m'erano rimaste nel file...

All'ortografia di sicuro non fa bene...
La zanzara è un piccolo animale nero lungo al massimo un centimetro e apparentemente innoquo.

Misteri da donne
Parlando di questo tema con la mia parrucchiera ho scoperto che la cipolla è utilizzata anche per la produzione di prodotti di bellezza.

Fine e posologia del cataplasma
Anche i fisioterapisti la utilizzano perché con essa si può fare un medicamento pastoso, detto cataplasma, da applicare su una parte del corpo al fine di migliorare ascessi e geloni, e addirittura emorroidi.

martedì 26 settembre 2006

Tra cipolle e zanzare

Estratti rigorosamente ANONIMI dalle esercitazioni argomentative di alunne ed alunni di terza

Hard
Lei, la cipolla rossa, pare avere una sua personalità, tanto da punire chi la spoglia del suo sottilissimo velo esterno, facendo macchiare e maleodorare quelle dita sfrontate.

Progressi
In Inghilterra un team di scienziati ha prodotto tramite alterazioni del DNA una cipolla che non fa lacrimare gli occhi, è facilmente digeribile e non fa puzzare l’alito. L’uomo ormai sta facendo passi da gigante.

Nuova saggezza popolare
In conclusione si può dire che il proverbio “una mela al giorno toglie il medico di torno” non è completamente esatto; il termine “mela” potrebbe essere sostituito con “cipolla”.

Prof 1 - da non nominare
Personalmente non amo più di tanto la cipolla perché non è la mia verdura preferita; comunque devo riconoscere che è molto utile e più di quanto possa sembrare, perché come disse il nostro ex professore di italiano (non lo nomino) una cosa non è mai soltanto una cosa.

Prof 2 - 'azz, ma sono sfigato coi prof...
Dopo aver fatto italiano al biennio, svolgendo temi del tipo “la vita di una foglia” o “il rumore del silenzio”, pensavo di aver provato a scrivere qualunque cosa, ed essendomela cavata anche abbastanza bene pensavo di essere in grado di elaborare qualunque tipo di tema, ma sinceramente “l’elogio della cipolla” mi mette in difficoltà. Sapendo però che Pablo Neruda ha scritto una poesia intitolata “Ode al carciofo”, anch’io posso spremermi le meningi per scrivere qualcosa di interessante.

Alla maniera di Leopardi
«che fai tu zanza in ciel?
Dimmi che fai silenziosa zanza?
Ti svegli al mattino e vai contemplando animali;
indi ti posi sulla loro pelle.
Ancor non sei paga di bucare tutti quanti?
Ancor non prendi a schivo,
ancor sei vaga di mirar questo sangue?»

Non per essere maschilista???
Diciamo la verità: a pungere uomini/donne e animali sono solo le zanzare femmine!!! Perché non i maschi? Non per essere maschilista, ma le maschie (gli zanzari) sono più avanti delle femmine, come in ogni animale, e conoscono altri modi per nutrirsi.

Splat
Arriva planando verso il letto, atterra, zampetta un poco e una volta trovato il piccolo pezzo di epidermide non spruzzata da tutte quelle porcherie odierne si prepara ad uno spuntino. SPLAT!!! “…se ti prendo ti spiaccico!” E così si spegne un’altra piccola culicide, un insetto caratterizzato da un addome lungo e stretto e apparato boccale che forma un lungo rostro atto a pungere e succhiare. Una zanzara, per capirci.

Uella!
Ascoltate: a mio parere questo mondo non può fare a meno della cipolla. L’umanità non è pronta a vivere senza di essa.

E meno male che non volano le vacche...
Magari se la zanzara non esistesse ci sarebbe un altro insetto peggiore, più fastidioso, più dannoso, forse mortale perché, come si dice, chi lascia la via vecchia per la nuova, sa quel che lascia ma non quel che trova.

«Sapor di forte agrume»

È difficile accettare le critiche, soprattutto quando arrivano da persone che, in altre circostanze, hanno dimostrato di avere la testa sulle spalle e, quindi, di saper pesare le parole che ti dicono.
Però, se tra la prima e la seconda ora di lezione, nell’intervallino, ti vengono a dire che il primo canto del Paradiso di Dante sembra un po’ “palloso”, io mi metto a dubitare del fatto di essere capace di parlarne.
Possibile, mi chiedo, che questo genere di testo “non prenda” più? che un’istanza alta, una poesia impegnata, il desiderio di raccontare se stessi ed il meglio di sé – è vero, in un linguaggio inattuale, in una forma difficile… – non susciti l’interesse di chi sta ad ascoltare?
Cavolo! ci mettiamo a leggere i blog degli altri, le parole, a volte disordinate, delle composizioni che ci vengono spontanee, sull’onda dell’emozione di un momento, e non siamo più capaci di prestare l’ascolto impegnativo che le cose veramente importanti richiedono?
C’è qualcosa che non mi torna; spero sia solo una sensazione temporanea.
Sono graditi commenti; qui o dovunque mi possiate trovare.

sabato 23 settembre 2006

Ossignùr!

L’ex-anonimo (dtsm) mi scrive in un commento:
non mi farò intimidire dai suoi inutili tentativi di confondermi.
Farò si che la sua idea del blog si ritorca contro di lei,ad ogni sua pubblicazione che metta in ridicolo un solo componente della 3A noi risponderemo sul nostro blog mettendola in ridicolo,OCCHIO PER OCCHIO DENTE PER DENTE.
Le consiglio di arrendersi per preservare la sua salute mentale,ma se perseverrasse nella sua folle impresa HA TROVATO PANE PER I SUOI DENTI(uhahuahuau)
UN SOLDATO NON PIANGE
UN SOLDATO NON DIMENTICA
UN SOLDATO SI VENDICA


Nessuna intenzione di ridere di nessuno, sia chiaro. L’intenzione era quella di (sor)ridere con tutti.
Riprendo letteralmente le parole che ha detto poco meno di una settimana fa qualcun altro (con la Q maiuscola…): «Sono vivamente rammaricato per quanto è successo». Mi sa che sono stato frainteso anch'io :-)

PS: ma se invio post che contestualmente mettano in ridicolo più di un componente della terza A evito ritorsioni? nel messaggio si parla di “uno solo”… (ue’, scherzavo, scherzavo)

venerdì 22 settembre 2006

Lotta dura senza paura

Vedo con piacere che i miei alunni iniziano a scrivere e contrattaccare; bene…
La sfida è aperta.
Con due precisazioni:
1) dato che in uno dei blog “di là” si fanno i nomi, beh, mi permetterò di farli anch’io (e, magari, ci metto pure le testine – chiedere alla fotografa di classe cosa siano – degli autori)
2) “mimettoleditanelnaso”? che bei ricordi… era l’intestazione di uno dei miei primi account di posta (peraltro ancora attivo…).
Sono disponibile a trattare per definire regole di ingaggio che, pur conservando l'obiettivo principale della diffusione delle cazzate, salvaguardino almeno in parte la (poca) dignità di alcuni degli autori, più o meno involontari. Contattatemi coi mezzi che conoscete :-)

giovedì 21 settembre 2006

«dal letame può nascere un fiore»

Ho chiesto ad alunne ed alunni di terza di cimentarsi in un descrizione "insolita": la pattumiera di casa loro. Lo scopo dell'esercizio era, evidentemente, quello di verificare la capacità di osservazione e di "restituzione" letteraria dell'oggetto. Sono però state effettuate alcune osservazioni che penso sia bene condividere (i titoli sono miei)...

Premessa
È la prima volta che mi cimento nella descrizione di un bidone per l’immondizia, quindi partendo dal presupposto che questa descrizione farà schifo, posso cominciare la descrizione.

Filosofia del pattume
Secondo me è importante che in ogni casa la pattumiera sia ordinata e ben pulita, per quanto la sua funzione lo consenta. Ritengo che ordine e pulizia siano due prerogative fondamentali per la vita di ognuno; e ciò vale anche per la spazzatura, che è lo scarto del nostro vivere quotidiano, il resto della divisione di ciò che privilegia la nostra esistenza a livello materiale.

Pathos del cestino
Ma la pattumiera è sempre stata lì. Colma di espressioni col risultato sbagliato, di temi mal riusciti, di lettere che mi hanno fatto piangere, ridere o arrabbiare, di fotografie stracciate e biglietti stropicciati. Sempre lì, a inghiottire in silenzio i miei sbagli.

Pareri discordanti
All’interno della pattumiera mia mamma mette solo ed esclusivamente sacchetti di plastica verdi e profumati con i manici gialli che, secondo lei, coprono i cattivi odori e sono igienici.

Determinismo
Nella vita c’è chi nasce per la scienza, chi per le arti e chi per contener monnezza.

Ma dove vive?
Ma ecco la nostra protagonista: la pattumiera, il cestino, la monnezza, quel cilindro ingiallito e puzzolente nascosto nella penombra sotto il lavandino.

Strane radiografie
La spazzatura non è un qualcosa che sta necessariamente dentro un sacco nero. È anche dentro ognuno di noi.

Affetti
Ho scelto di descrivere questo bidone perché ci sono particolarmente affezionato per i tanti anni che è rimasto in cucina e per le tante volte che l’ho dovuto portare fuori.

Educazione differenziata
Viene riempito solo con spazzatura “umida”, fatta eccezione quando mio padre butta in esso dell’altro perché usa il primo cestino aperto che trova.

Tra neologismi e stupore per la scienza
Com’è? Classica, cilindrica, bianca. È una pattumiera “sottolavandinica” cioè che sta sotto al lavandino. (…) È una dimostrazione dell’avanzamento cerebrale umano e della “scansafatichezza” umana: infatti basta semplicemente aprire l’anta per fare in modo che il cilindro bianco esca dal suo scompartimento aprendo automaticamente, per mezzo di un congegno non spiegabile scientificamente, il suo coperchio in modo da poter verificare al primo impatto il contenuto e il lezzo.

Generazione spontanea
(…) si usa con i sacchetti di mais, e se non si svuota con un’elevata frequenza puzza e all’interno nascono i vermi.

Paesaggio
Il parallelepipedo grigio giaceva immobile sul balcone della cucina. I pochi raggi di sole che filtravano dalla verde ringhiera, che dava sull’uscita del garage, illuminavano le lunghe scanalature come scavate sul coperchio rovinato dal tempo. Il passare dei giorni e l’ambiente avevano ormai sbiadito quel grigio intenso, facendolo diventare sempre più chiaro, quasi bianco (…)

Riciclaggio
Devo stare anche attento a non buttarci dentro fazzoletti che, purtroppo, sono molto attraenti per il mio cane che però, dopo averli mangiati, sta male.

Eddài!
Penso che siate riusciti a capire com’è la pattumiera di casa mia ma in caso contrario sforzatevi e usate un po’ più di fantasia.

giovedì 14 settembre 2006

Figure (2)

...però, dai, stamattina ero (anche) in prima pagina...

Figure (1)

Avevo detto che si trattava di un'epanalessi (ripetere all'inizio, al centro o alla fine di una frase una parola o un'espressione per rafforzarne l'idea); Emilio ha avanzato l'ipotesi dell'epanortosi (modificare o anche capovolgere un'affermazione precedente). Mi venne un dubbio (tanto che il buon Nicola si segnò un bel punto interrogativo in fianco all'epanalessi diligentemente appuntata sul suo libro).
Sciolgo il dubbio: era ed è un'anadiplosi (ripetizione di uno o più elementi terminali di un segmento di discorso, all'inizio del segmento successivo). A mia parziale discolpa: anticamente l'anadiplosi era conosciuta come epanastrofe (dal che la confusione, alimentata dalla tesi savoldelliana e dal silenzio basito dell'intera classe, peraltro mai granché collaborativa -eufemismo!- in fatto di figure retoriche).
Già che ci sono, invito a un excursus, per completare il quadro, tra epanadiplosi (ricorrenza di una o più parole all'inizio e alla fine di una frase o di un verso) ed epifora (ripetere una parola o più parole alla fine di enunciati), che è speculare all'anafora (ripetizione di una parola o di gruppi di parole all'inizio di frasi o di versi successivi).
A chiudere, non abbiamo mai parlato di catafora (collocazione a fine frase di una parola che normalmente sarebbe posta all'inizio perché soggetto) e di simploche, che combina anafora ed epifora.
Rammento che s'è anche visto un poliptoto (una parola ripetuta a breve distanza all'interno di un enunciato, pur essendo la stessa, assume una funzione sintattica diversa), che non ha niente a che vedere con l'asintoto, di cui gli alunni di quinta sanno sicuramente quanto basta per aiutare wikipedia a completarne la voce.

Mi scuso per l'errore.

domenica 10 settembre 2006

Orario

Per i patiti della perfezione, gli orari dei primi tre giorni per le classi in cui insegno.

terza A (con scioglimento parziale delle sigle)
lunedì
PEZ(zoni) PEZ * LEC(chi) LEC
martedì
ALB(ertini) STE(llato) * PEZ FEL(trin)
mercoledì
SEV(ergnini) LAT(ella) * LAT PEZ

quarta A
lunedì
STE CAN * ALB BOL
martedì
LAT LEC * LEC OGG
mercoledì
ALB PEZ * SEV BOL

quinta A
lunedì
LEC LEC * BOL TAN
martedì
PEZ PEZ * SEV STE
mercoledì
BOL SEV * ALB TAN

venerdì 8 settembre 2006

«Mi parli di... Giosue Carducci!»


Un po' fuori stagione, forse, ma ho appena finito di vedere Notte prima degli esami e, com'è come non è, mi sento un po' Martinelli...
Buon anno scolastico a tutti!

Organi & Quattro Stagioni

Impegnato a Bergamo il prossimo venerdì pomeriggio per il convegno di cui all'invito, mi chiedo se possa essere l'occasione per una pizza di inizio d'anno...

giovedì 7 settembre 2006

Debiti

Tra 12 ore circa la scuola comincia davvero, per me.
Si tratta di verificare l'(eventuale...) assolvimento del debito di latino per 2 o 3 fanciulli della futura terza A; mi hanno già consegnato, nel mega-incontro di lunedì (dove ho rivisto alcune facce note cui spero sia andato tutto bene, finora), il quaderno delle vacanze con tanto di esercizi svolti e il libro da correggere. Troverò il tempo domani mattina, con un bel risveglio iperanticipato che mette di buon umore. Poiché la versione per il test è già stata scelta, di concerto con la prof. DGR che m'ha rifilato i debitori, non si prevede alcuna ripercussione almeno sulla prima parte della prova.
Però, cavolo, più vado avanti più mi chiedo se non sia possibile dare un taglio a 'sto sistema, soprattutto se – come si prospetta – sarà necessario l'assolvimento di tutti i debiti per poter essere ammessi agli esami finali: non riesco ad immaginare quante bugie gli insegnanti saranno costretti a dire ;-)

mercoledì 6 settembre 2006

Full immersion

Per chi ama la Mela e la Grande Mela.

Cere Bola: 1-2

Erano gli ultimi giorni di scuola e, in palestra, si discuteva con fanciulle e fanciulli allora quartani delle prospettive per il nuovo anno. Una, soprattutto, la questione: chi insegnerà filosofia in quinta? Torneremo alle amorevoli cure (?) del prof. Filippo o proseguiremo con interrogazioni e test del prof. Claudio?
Non sto a raccontare del conflitto dei pareri: chi preferiva la chiarezza espositiva e chi voleva un insegnamento meno formale; chi propendeva per l’uno, chi per l’altro.
Beh, la notizia è questa: si prosegue per la strada imboccata lo scorso anno.

Uhm, proprio come avevo detto…

martedì 5 settembre 2006

Serendipità

«Serendipità è - filosoficamente - lo scoprire una cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando un'altra. Ma il termine non indica solo fortuna: per cogliere l'indizio che porterà alla scoperta occorre essere aperti alla ricerca e attenti a riconoscere il valore di esperienze che non corrispondono alle originarie aspettative».

M'è successo mentre cercavo qualcosa da leggere in biblioteca a Treviglio: ho trovato questo libro, che sicuramente sarà oggetto di approfondimento di alcune menti non-euclidee dei fanciulli della prossima quinta.

venerdì 1 settembre 2006

È finita...

...perché per me la scuola è iniziata.
Lungo collegio dei docenti, stamattina, dalle 9 alle 12.30 e dalle 14 alle 15.30. Si è cominciato a parlare dei documenti per la certificazione della qualità (entro dicembre), degli incontri iniziali con alunni & genitori, delle modifiche all'esame finale di stato e dei necessari aggiustamenti che questo comporta rispetto a quanto s'è fatto negli ultimi anni.
Davvero, è cominciata la scuola.
Quest'insieme di cose, più burocratiche che altro, non mi dà grande soddisfazione; aspetto di vedere le facce di chi già conosco l'11 e di incontrare i nuovi alunni di terza. Che, a dire il vero, iniziano già male: tocca a me verificare l'(eventuale) assolvimento dei debiti che si trascinano dietro, per latino, dalla fine della loro seconda...
Il primo regalo che mi trovo quest'anno: non male come inizio. Vedrò di restituire l'omaggio, magari con gli interessi ;-)

mercoledì 30 agosto 2006

La reprise

Una media di 15 visitatori al giorno è passata da questo blog tra il 18 agosto e oggi; bella soddisfazione, se si considera che non c'era granché da vedere :-)

In ogni caso, l'estate sta terminando (beh, meteorologicamente oggi non si potrebbe dire, però per semplicità lo dico lo stesso) e la scuola incombe: i prof si rivedono il 1° settembre (venerdì, che bello...) per l'avvio delle attività di programmazione ed aggiornamento.

Nel frattempo l'attività del "presidente" è proseguita: se qualcuno è interessato a delle belle occasioni culturali a Bergamo (o solo a farci un giro con la morosa o il moroso durante un periodo speciale in cui la luce con particolari allestimenti serali diventa protagonista) può fare una visita a questo sito, "Notti di luce", in cui si presenta compiutamente l'iniziativa ed il calendario delle manifestazioni della rassegna.

E, a proposito di luce e città, di ritorno dalla gita a Parigi (i veri 6 giorni di vacanza di quest'anno, che mi hanno anche consentito di perdere qualche chilogrammo per le scarpinate turistiche), suggerisco a chi ci volesse andare:

1) di prendere il treno. Viaggiare a 300 km/ora sul TGV è sempre un'esperienza (e i prezzi delle ferrovie sono – tutto considerato – interessanti)

2) di visitare "Les Egouts", un museo che vi farà di sicuro trattenere il respiro

3) di prendersi del tempo per una sosta nel parco e nel "Musee Rodin"

4) di evitare il "percorso Dan Brown", se volete visitare il Louvre con una certa serietà e calma

5) di non dimenticarsi che Le Catacombe sono il posto più affollato (6 milioni di parigini, tutti in una volta...) e l'unico museo in cui io abbia visto, oltre ai custodi all'ingresso, anche quelli al termine del percorso, per evitare che qualche turista si porti via una tibia o un teschio come souvenir.

Ai miei 15 lettori fedeli e a quanti passeranno di qui, l'augurio di una buona ripresa.

giovedì 17 agosto 2006

Aggiornamento

Una proposta per una serata un po' diversa, domani (18 agosto) alle 21 in Basilica a Bergamo.Per la cronaca, la mattina di ferragosto io ero in Basilica:
Individuate nella foto il proprietario del blog, se riuscite.
Buona prosecuzione delle vacanze!

sabato 5 agosto 2006

Quando il prof va in vacanza (ovvero,eqmltup)




...si mettono a lavorare il presidente e l'assessore...
forse, però, è meglio che il Beppe, che sente arrivare gli -anta, stacchi...

beh, buone vacanze a tutti!
ci sentiamo tra un po'

martedì 1 agosto 2006

Le Noberasco hanno meno calorie

Mia madre era incinta. Era l’inizio degli anni Ottanta, l’ecografia una novità assoluta. Il medico le passò la macchinetta sul pancione imbrattato di gel e le mostrò, sul video, il mio pisellino: è un bel maschietto. Mio padre si precipitò alla cabina telefonica per informare la sua famiglia (era il minore tra sei figli, tra cui tre maschi, e rappresentava l’ultima possibilità di perpetuare il cognome perché il primo fratello era scapolo e il secondo fratello aveva avuto due femminucce). La notizia che ero un maschio riempì tutti di gioia. Mia madre fu festeggiata come una regina e sommersa di pigiamini azzurri.
Il giorno del parto venne fuori che il pene dell’ecografia altro non era che il cordone ombelicale: il nome Marco fu sostituito all’ultimo minuto con Valeria, una scelta improvvisata, istintiva, non consultata. Mio padre, ignaro della mia totale mancanza di pisello, fremeva su una panca in attesa di vedermi uscire. Dopo dieci ore di travaglio, l’infermiera finalmente apparve con il fagotto in mano: «È una femminuccia!». Mio padre scosse la testa, serenamente: «No, guardi, non è mia». «Certo che è sua». «No, le assicuro, io aspetto un maschietto». Ci fu una specie di tira-e-molla: l’infermiera insisteva per mettermi tra le sue braccia, lui mi restituiva caparbio. Alla fine mi prese per le ascelle, vagamente contraddetto, e ci scambiammo un’occhiata al fulmicotone: dopo soli tre minuti, questo tizio mi stava già sul cazzo.

Dice il risvolto di copertina: «L’idea dell’opera nasce da una semplice constatazione: non si è mai sentito un uomo che vorrebbe rinascere donna, non si è mai sentita donna che vorrebbe rinascere donna. Tirate voi le somme».
Anche questo libro, "La ballata delle prugne secche", prende origine da un blog, quello di Pulsatilla. 186 pagine lette tra ieri e oggi; qualche vicinanza con la Littizzetto, qualche sorriso di tanto in tanto, alcune soste di (amara) riflessione. Suggerito alle ragazze ed ai ragazzi, per conoscersi meglio... :-)

Permanenza della carta

Sembra strano celebrare il libro nell'era tecnologica, soprattutto se il libro nasce da un blog, non è ancora stato pubblicato e riporta "note" che un tempo rimanevano racchiuse nei registri di classe.
Dall'esperienza del blog www.notadisciplinare.it, che tanto successo ha già avuto durante quest'anno, arriva il volume "La classe fa la ola mentre spiego". Un modo come un altro per parlare di scuola nel periodo per antonomasia dedicato alle vacanze.

lunedì 31 luglio 2006

Nuovi alunni, "vecchi" esami

La fine di luglio sembra portare la fine della "vecchia" formula dell'esame di Stato"
Buona lettura ad alunne e alunni della ex-quarta ed ex-terza...


da Corriere della Sera
Lunedì, 31 Luglio 2006

Pronta la riforma voluta da Fioroni, l’8 agosto il disegno di legge sarà presentato al consiglio dei ministri
Nuova Maturità, cambierà anche il voto
Tornano le commissioni miste e lo scrutinio di ammissione

ROMA - Fioroni ha deciso. La maturità dovrà diventare un esame più autorevole. Inevitabilmente un po’ più selettivo. Ben difeso dagli attacchi dei «diplomifici». L’ 8 agosto presenterà al consiglio dei ministri un disegno di legge. Se c’era qualche dubbio sull’opportunità di mettere mano a una riforma, magari non rivoluzionaria, una visita ad una delle scuole dove era in corso l’esame lo ha sciolto definitivamente. «Dov’è il presidente?» chiede e richiede il ministro, nel suo tour tra le (numerose) commissioni. «In giro» gli rispondono da più parti. Alla fine lo trova, ma ci vuole una perlustrazione dell’istituto. E lì Fioroni fissa un primo punto: basta con un presidente per scuola, visto che non deve fare il notaio ma controllare, candidato per candidato, che l’esame sia regolare, insomma abbia più dignità. Il resto è venuto da sé, seguendo la stessa logica: commissioni composte da docenti interni ed esterni, come avveniva prima della riforma Moratti, scrutinio di ammissione come era in uso prima di Berlinguer e tante altre cose. Il disegno di legge andrà in Senato. È la strada meno agevole. Ma il ministro conta su un’apertura di dialogo mostrata da alcuni settori dell’opposizione.

COMMISSIONI - A partire dal giugno 2002, per volontà del ministro Moratti, sono stati introdotti nell’organizzazione dell’esame di Stato sia il presidente unico, ovvero uno per scuola - quindi anche in presenza di decine di commissioni - sia la commissione composta interamente dai docenti della classe. La proposta di Fioroni ripristina la commissione mista, varata da Berlinguer nel giugno 1999, e prevede un presidente per ogni commissione. La componente esterna della commissione ritorna così maggioritaria.

AMMISSIONE - Con la riforma Berlinguer è stato eliminato il «filtro» dello scrutinio di ammissione. Fino al giugno ’98, il tasso dei non ammessi variava tra il 5 e il 7 per cento. La percentuale dei respinti oggi piuttosto contenuta potrebbe aumentare. Forse fino al 10 per cento. Per essere ammessi sarà necessaria la sufficienza in ciascuna disciplina dell’ultimo anno e anche il saldo di eventuali debiti formativi, i cosiddetti «sei rossi». «I debiti vanno saldati» ha ripetuto in più occasioni il ministro. Il problema è che i ragazzi «insolventi» sono tanti: secondo l’ultima rilevazione del Miur (2003-4) gli ammessi al quinto anno con debito superano il 30 per cento, con punte del 39 ai professionali. Fino a ieri sono stati tutti ammessi alla maturità. E domani? Il messaggio di Fioroni è chiaro: i ragazzi dovranno impegnarsi di più e le scuole organizzarsi meglio con i corsi di recupero.

CREDITO FORMATIVO - Sostenuto dalle principali associazioni professionali dei docenti, il ministro Fioroni intende rivalutare il credito formativo, cioè il profitto nel triennio. Nel punteggio finale il peso del credito sale da 20 a 30 centesimi a scapito dell’orale, che scende da 35 a 25.

Giulio Benedetti

L'illustrazione proviene da qui.

sabato 29 luglio 2006

È nato un fiore dentro il mio cuore

È di Gianluca il sonetto sotto riportato; altro frutto del megariordino dello studio.

È nato un fiore dentro il mio cuore
fragrante giglio in codesto maniero.
Lesto così impetuosamente Amore
par sopraggiungere come un destriero.

Ma l’inverno spegne il piccolo fiore,
in lenta pace il corpo fa severo:
tranello del manto senza colore.
Nemmeno il sole muterà l’austero.

Or solo sono e guardo al cuore dentro:
felice lapide di un dì remoto
ivi in un angolino io ritrovai.

Ora ricordi ritornano al centro
de la mente a colmare il grande vuoto
lasciato quando Cupido fè guai.

giovedì 27 luglio 2006

Emozione

Ho spesso la fortuna di dovermi ricredere; facendo l'insegnante credo una delle più bellle soddisfazioni sia quella di dover mettere in discussione il proprio giudizio (a volta, pre-giudizio) a fronte di performance particolarmente inaspettate di alunne e alunni dai cui magari non mi aspetto granché...
Ieri mattina non facevo il prof, ma da presidente della Fondazione che – tra l'altro... – gestisce la Basilica di Santa Maria Maggiore in Bergamo ho avuto modo di ascoltare questa corale di giovani studenti americani; sarà la suggestione dell'ambiente, sarà il tipo di musica, sarà il pensiero che giovani USA ipertecnologizzati cantavano a cappella brani di impostazione barocca, beh... sarà stancante fare il presidente, ma queste occasioni mi fanno ricredere.
E provare quelle emozioni che fanno grande una giornata.

martedì 25 luglio 2006

Notizie dall'interno

Pensavo di averne viste molte, ma questa (soprattutto quando rutta la canzone della Pausini)...

uhm, mi segnalano che la canzone è di Giorgia, non della Pausini.
Pardon per l'errore; grazie, Monica, per la correzione.


domenica 23 luglio 2006

Pulizie 2: mosche & biscia

I neomaturi di quest’anno iniziarono la terza liceo commentando come segue uno dei testi proposti (perché il prof voleva subito chiarire che si sarebbe fatto sul serio e nessuna difficoltà ci avrebbe fermati), qui trascritti:

La mosca ronza
sulla parola mosca
la stuzzica per farla
volare dalla carta.
La mosca ignora
che quell’altra mosca
– bisillabo, inchiostro sulla carta –
non è più sua compagna
ma nostra.

(Bruno Cattafi)

Una biscia a Brescia
lascia il tempo che trova
se attraversa sulle strisce
nessuno la approva.

(Toti Scialoja)

La mosca vede nel bisillabo un suo simile e cerca di sollecitarla a prendere il volo insieme a lei, non rendendosi conto in tempo che quella che scambia come sua compagna non è altro che una delle tante parole di cui l’uono è “padrone”; quindi quel bisillabo è un pensiero reso concreto della persona che l’ha scritto. (Elena M.)

(…) probabilmente l’unica parte a cui riesco a dare un senso è la seconda, che potrebbe essere interpretata così: nessuno vuole che una biscia attraversi la sua strada perché potrebbe creare un pericolo. (Giulio F.)

(…) A mio parere quesdto componimento vuole farci capire che quando leggimo qualcosa, facciamo nostro il contenuto. È come se ci impossessassimo di un’idea o un fatto di altri, come una spugna impregna acqua. Questo pensiero mi è comparso, in particolare, alla lettura degli ultimi due versi, perché il termine “compagna” mi dà l’idea di qualcosa che è per tutta la vita. E, appunto, la nostra cultura, che definisce anche il nostro “io”, ci accompagna per tutta la vita. (Gaia V.)

Una poesia che parla di una mosca che cerca di far volare via la parola mosca scritta sulla carta ignorando che questa non è più sua compagna ma nostra non può avere un senso molto profondo. (…) Non avendo un senso ben preciso questa poesia può essere interpretata e ognuno di noi ci può trovare qualcosa di diverso; a me fa venire in mente un caldo e noioso pomeriggio estivo, ad altri può far venire in mente cose totalmente diverse. Forse in questa molteplicità di interpretazioni sta l’unica bellezza di questa poesia. (Marco Sb.)

(…) Secondo me Cattafi con questa poesia vuol far capire che tutte le parole scritte restano e resteranno sempre pronte a farci “compagnia” in qualsiasi momento della nostra vita. Emblematica è la figura della mosca che ronza attorno alla sua stessa parola, ma ormai è diventata un qualcosa che ci appartiene. (Laura B.)

La poesia presenta l’immagine di una biscia, piccolo essere poco visibile, che in una realtà più grande di lei, la città di Brescia, crede di dover essere notata perché rispetta le regole: attraversa la strada sulle strisce. È simile a chi non ha coscienza della propria piccolezza e per un atto regolare che compie si aspetta che qualcuno lo noti (…) (Sara B.)

Questa poesia (La biscia, ndr) non ha significato. Non vuol dire niente. Il poeta “gioca” con le parole per produrre un insieme di suoni dal risultato divertente (…) (Berenice P.)

Secondo me si tratta di una poesia assurda, in quanto a nessuna mosca verrebbe in mente di andarsi a posare sulla parola “mosca” scritta chissà dove. L’unica affermazione che ha senso, penso che sia “bisillabo inchiostro sulla carta”, dato che descrive la natura della parola “mosca”. Credo che gli ultimo cinque versi significhino che la mosca vera, ossia l’insetto, è noncurante del fatto che la sua compagna mosca scritta invece su carta sotto forma di bisillabo non è più sua compagna ma nostra perché appartiene alla natura umana in quanto scritta da uomini e solo uomini potranno rendersi conto di cosa voglia dire quella parola. Infine, non ho proprio capito come una mosca possa andare a posarsi sulla parola che indica proprio lei, ma si sa, in una poesia assurda… (Giovanni F.)

Queste quattro righe, che a prima vista sembrerebbero senza senso, mi hanno fatto pensare a qualcuno che si trova fuori dal suo ambiente e non si sente accettato. L’ambiente in cui è risulta essere totalmente diverso dalle sue abitudini e dai suoi stili di vita: è un ambiente in cui tutti sono presi dai propri problemi ed interessi. Questa persona potrebbe essere un extracomunitario che vive in una città industrializzata: anche se si comporta correttamente e dà il suo contributo alla società, nessuno lo prende in considerazione perché egli non è uno come loro. (Alessia A.)

(…) Ma rileggendola, a mio parere, l’autore vuole farci capire che la “mosca” (bisillabo inchiostro sulla carta) non è la compagna della mosca (intesa come insetto) ma nostra, cioè di noi che la vediamo e possiamo caprine il significato. Non è compagna della mosca perché la mosca crede che la parola “mosca” sia un suo simile e cerca di farla volare via. (Davide B.)

Secondo me l’autore vuole descriverci l’”imprigionamento” di una parola nella sua poesia; anche se questo vocabolo può esprimere oggetti o pensieri, non potrà mai scappare dalla poesiam dal mondo “scritto”, cioè sarà sempre e solo una parola e nessun’altra cosa. (…) La poesia può essere divisa in due sequenze: la prima racconta il ronzio della mosca vera, mentre nella seconda si spiega il trattenimento della mosca metaforica nel mondo della carta. Questa poesia potrebbe essere ritenuta fantastica, perché una mosca no sa leggere e quindi non avrebbe potuto riconoscere la parola “mosca”; mentre chi ritiene che sia stupida vuol dire che non ha capito niente del ssuo significato, perché questa poesia ci racconta una cosa difficilissima con un esempio semplicissimo. (Giacomo C.)

Per me la poesia o la filastrocca è assurda e non ha un significato reale, perché una biscia non è apprezzata, a prescindere dal fatto che attraversi sulle strisce (…) (Marco R.)

Interpretando questa poesia potrei dire che le parole perdono il modo in cui appaiono sulla carta quando l’oggetto che la nostra memoria riconosce si “leva in volo”, ossia l’oggetto smette di essere una semplice parola scritta per trasformarsi in un insetto di esistenza “corposa”. La mente lavora il ricordo con l’espressione di un corpo vivo. Ciò che viene prodotto dal pensiero è che la parola mosca fa pensare immediatamente alla mosca in sé, cioè fa pensare alla corposità della mosca. Quindi vedere scritta la parola mosca ci fa pensare alla mosca come tale. Ma quando la mosca è mosca, indipendentemente dal fatto che qualcuno la pensi, non si può riconoscere come parola mosca; la mosca è mosca anche se uno non la pensa tale, e la mosca non si riconosce nella parola mosca. (Nicolò P.).

La poesia di Cattafi ad una prima lettura appare totalmente insensata, come se l’autore si fosse divertito a scrivere frasi a caso, prive di ogni logica. Tuttavia, ad una seconda lettura più approfondita, potrebbe sembrare che l’autore stia descrivendo una mosca che vola su un foglio di carta, sul quale qualcuno stava scrivendo, per poi essere schiacciata. Sinceramente, non so ancora quale delle due ipotesi sia più assurda, sono spiacente ma non riesco proprio ad immaginare che senso possa avere questa poesia, sempre ammesso che un senso lo abbia. (Alessandro S.)

"Solo per uso personale"

La sola versione di prova, disponibile online, riesce a produrre dipendenza...

Pulizie

Sto sistemando studio e magazzino; saltano fuori piacevoli ricordi. Qui sotto, un tentativo di quartina, una doppia quartina e un sonetto. Roba di qualche anno fa...

L’unica idea che mi invade la mente
ogni qualvolta mi alzo la mattina
è il pensiero di te, mia regina;
tu che sei unica, sola, splendente.
(Pietro, Tommaso, Roberto C., Gabriele, Carlo)


La neve cade come foglie morte
sull’asfalto freddo della sera
ormai è chiara la nostra sorte
nessuno mai più non ispera

seguendo i tuoi occhi
nel rigido clima invernale
finiti dell’amore i rintocchi
capii che questo faceva male.
(Ivonete, Nicolò, Chiara, Roberto, Simone)


Quant’amor m’infonde in cor
di tanto gaudio colmi istanti
rimembrar quand’ancor né sì distanti
consumammo il nostro primo amor

ma come può la mente mia scordar
che Destino volle in tristo dì
che a mo’ di angelo lei partì
lasciando solo e mesto me sognar

come una primavera senza fiori
come mirar un cielo senza sole
così la vita mia si consuma

in attesa di quei dolci ardori
riprovare e se il fato vuole
batte forte il cor mio ch’ancora ama.
(Matteo, Umberto, Veronica, Massimo)

mercoledì 19 luglio 2006

Examinanda 13.1

Cacchio, a me sembra passato un anno, invece è solo una settimana che s’è chiuso il rito dell’esame finale di stato. Beh, visto che le vacanze sono ormai iniziate per tutti, più o meno, e che credo ci sia già stato il tempo per mugugni e lamentazioni, mi prendo qualche riga per due considerazioni.
La prima è questa. Benché io sia poco favorevole all’attuale struttura dell’esame (ed ancor meno a quella solo prospettata, per ora, ed applicabile già dal prossimo anno scolastico), credo che l’indubbio vantaggio di questa prova sia stato l’aver costretto anche i più riottosi a, almeno in parte, mettersi sotto e studiare. Ho avuto, davvero, piacevoli sorprese: c’è chi ha fatto davvero bene e s’è meritato valutazioni, nell’orale, dal 30 in su. Durante questi anni non ho sentito parlare/intervenire granché in classe; sono piacevolmente stato smentito da molti candidati (e, soprattutto, candidate) cui va il mio, per quanto poco possa valere, personale plauso.
La seconda è quest’altra. Non sono stato particolarmente sorpreso dall’andamento generale; credo che per molti l’esame si sia tramutato in una sorta di fotografia della situazione scolastica, se non del triennio, almeno dell’ultimo anno. Poi, al solito, c'è chi s'è bruciato e chi s'è data una bella spolveratina. Ribadisco, però, che non è opportuno né fare raffronti con altre sezioni né pensare che, così com’è strutturato oggi, l’esame “pesi poco” rispetto all’andamento pregresso. È vero il contrario; ma questo credo di averlo già detto, e non vorrei essere ulteriormente ripetitivo.
Finale. Vive congratulazioni a tutti, con l’augurio che ci si possa vedere presto e, terminato l’assillo della scuola, consolidare le buone relazioni che già mi sembra ci siano con molti.
Grazie a tutti; ciao.

PS: quando, tra qualche anno, si parlerà anche dei “misteri” dell’esame, probabilmente qualcuno si stupirà del fatto che il sottoscritto (qui me la tiro, ma ho le mie belle ragioni e soddisfazioni…) ha dato fondo alla propria capacità retorica per contestare al dubbioso Presidente che a nessuno, davvero!, è stata riconosciuta una promozione “con calcio nel culo”. Non l'ho convinto, ma alla fine è il risultato che conta ;-)

Examinanda 13.0


L'atto finale: la liquidazione del compenso al vicepresidente della sezione A

martedì 18 luglio 2006

Vacanza

Nella mia prima vera giornata di vacanza, che si interromperà già domani, come non trovare il tempo per giocare un po'...
Riservato ai maggiori di 18 anni, il nudista al trampolino; che acrobazie, che acrobazie!