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Il giorno del parto venne fuori che il pene dell’ecografia altro non era che il cordone ombelicale: il nome Marco fu sostituito all’ultimo minuto con Valeria, una scelta improvvisata, istintiva, non consultata. Mio padre, ignaro della mia totale mancanza di pisello, fremeva su una panca in attesa di vedermi uscire. Dopo dieci ore di travaglio, l’infermiera finalmente apparve con il fagotto in mano: «È una femminuccia!». Mio padre scosse la testa, serenamente: «No, guardi, non è mia». «Certo che è sua». «No, le assicuro, io aspetto un maschietto». Ci fu una specie di tira-e-molla: l’infermiera insisteva per mettermi tra le sue braccia, lui mi restituiva caparbio. Alla fine mi prese per le ascelle, vagamente contraddetto, e ci scambiammo un’occhiata al fulmicotone: dopo soli tre minuti, questo tizio mi stava già sul cazzo.
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Anche questo libro, "La ballata delle prugne secche", prende origine da un blog, quello di Pulsatilla. 186 pagine lette tra ieri e oggi; qualche vicinanza con la Littizzetto, qualche sorriso di tanto in tanto, alcune soste di (amara) riflessione. Suggerito alle ragazze ed ai ragazzi, per conoscersi meglio... :-)
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