lunedì 31 luglio 2006

Nuovi alunni, "vecchi" esami

La fine di luglio sembra portare la fine della "vecchia" formula dell'esame di Stato"
Buona lettura ad alunne e alunni della ex-quarta ed ex-terza...


da Corriere della Sera
Lunedì, 31 Luglio 2006

Pronta la riforma voluta da Fioroni, l’8 agosto il disegno di legge sarà presentato al consiglio dei ministri
Nuova Maturità, cambierà anche il voto
Tornano le commissioni miste e lo scrutinio di ammissione

ROMA - Fioroni ha deciso. La maturità dovrà diventare un esame più autorevole. Inevitabilmente un po’ più selettivo. Ben difeso dagli attacchi dei «diplomifici». L’ 8 agosto presenterà al consiglio dei ministri un disegno di legge. Se c’era qualche dubbio sull’opportunità di mettere mano a una riforma, magari non rivoluzionaria, una visita ad una delle scuole dove era in corso l’esame lo ha sciolto definitivamente. «Dov’è il presidente?» chiede e richiede il ministro, nel suo tour tra le (numerose) commissioni. «In giro» gli rispondono da più parti. Alla fine lo trova, ma ci vuole una perlustrazione dell’istituto. E lì Fioroni fissa un primo punto: basta con un presidente per scuola, visto che non deve fare il notaio ma controllare, candidato per candidato, che l’esame sia regolare, insomma abbia più dignità. Il resto è venuto da sé, seguendo la stessa logica: commissioni composte da docenti interni ed esterni, come avveniva prima della riforma Moratti, scrutinio di ammissione come era in uso prima di Berlinguer e tante altre cose. Il disegno di legge andrà in Senato. È la strada meno agevole. Ma il ministro conta su un’apertura di dialogo mostrata da alcuni settori dell’opposizione.

COMMISSIONI - A partire dal giugno 2002, per volontà del ministro Moratti, sono stati introdotti nell’organizzazione dell’esame di Stato sia il presidente unico, ovvero uno per scuola - quindi anche in presenza di decine di commissioni - sia la commissione composta interamente dai docenti della classe. La proposta di Fioroni ripristina la commissione mista, varata da Berlinguer nel giugno 1999, e prevede un presidente per ogni commissione. La componente esterna della commissione ritorna così maggioritaria.

AMMISSIONE - Con la riforma Berlinguer è stato eliminato il «filtro» dello scrutinio di ammissione. Fino al giugno ’98, il tasso dei non ammessi variava tra il 5 e il 7 per cento. La percentuale dei respinti oggi piuttosto contenuta potrebbe aumentare. Forse fino al 10 per cento. Per essere ammessi sarà necessaria la sufficienza in ciascuna disciplina dell’ultimo anno e anche il saldo di eventuali debiti formativi, i cosiddetti «sei rossi». «I debiti vanno saldati» ha ripetuto in più occasioni il ministro. Il problema è che i ragazzi «insolventi» sono tanti: secondo l’ultima rilevazione del Miur (2003-4) gli ammessi al quinto anno con debito superano il 30 per cento, con punte del 39 ai professionali. Fino a ieri sono stati tutti ammessi alla maturità. E domani? Il messaggio di Fioroni è chiaro: i ragazzi dovranno impegnarsi di più e le scuole organizzarsi meglio con i corsi di recupero.

CREDITO FORMATIVO - Sostenuto dalle principali associazioni professionali dei docenti, il ministro Fioroni intende rivalutare il credito formativo, cioè il profitto nel triennio. Nel punteggio finale il peso del credito sale da 20 a 30 centesimi a scapito dell’orale, che scende da 35 a 25.

Giulio Benedetti

L'illustrazione proviene da qui.

sabato 29 luglio 2006

È nato un fiore dentro il mio cuore

È di Gianluca il sonetto sotto riportato; altro frutto del megariordino dello studio.

È nato un fiore dentro il mio cuore
fragrante giglio in codesto maniero.
Lesto così impetuosamente Amore
par sopraggiungere come un destriero.

Ma l’inverno spegne il piccolo fiore,
in lenta pace il corpo fa severo:
tranello del manto senza colore.
Nemmeno il sole muterà l’austero.

Or solo sono e guardo al cuore dentro:
felice lapide di un dì remoto
ivi in un angolino io ritrovai.

Ora ricordi ritornano al centro
de la mente a colmare il grande vuoto
lasciato quando Cupido fè guai.

giovedì 27 luglio 2006

Emozione

Ho spesso la fortuna di dovermi ricredere; facendo l'insegnante credo una delle più bellle soddisfazioni sia quella di dover mettere in discussione il proprio giudizio (a volta, pre-giudizio) a fronte di performance particolarmente inaspettate di alunne e alunni dai cui magari non mi aspetto granché...
Ieri mattina non facevo il prof, ma da presidente della Fondazione che – tra l'altro... – gestisce la Basilica di Santa Maria Maggiore in Bergamo ho avuto modo di ascoltare questa corale di giovani studenti americani; sarà la suggestione dell'ambiente, sarà il tipo di musica, sarà il pensiero che giovani USA ipertecnologizzati cantavano a cappella brani di impostazione barocca, beh... sarà stancante fare il presidente, ma queste occasioni mi fanno ricredere.
E provare quelle emozioni che fanno grande una giornata.

martedì 25 luglio 2006

Notizie dall'interno

Pensavo di averne viste molte, ma questa (soprattutto quando rutta la canzone della Pausini)...

uhm, mi segnalano che la canzone è di Giorgia, non della Pausini.
Pardon per l'errore; grazie, Monica, per la correzione.


domenica 23 luglio 2006

Pulizie 2: mosche & biscia

I neomaturi di quest’anno iniziarono la terza liceo commentando come segue uno dei testi proposti (perché il prof voleva subito chiarire che si sarebbe fatto sul serio e nessuna difficoltà ci avrebbe fermati), qui trascritti:

La mosca ronza
sulla parola mosca
la stuzzica per farla
volare dalla carta.
La mosca ignora
che quell’altra mosca
– bisillabo, inchiostro sulla carta –
non è più sua compagna
ma nostra.

(Bruno Cattafi)

Una biscia a Brescia
lascia il tempo che trova
se attraversa sulle strisce
nessuno la approva.

(Toti Scialoja)

La mosca vede nel bisillabo un suo simile e cerca di sollecitarla a prendere il volo insieme a lei, non rendendosi conto in tempo che quella che scambia come sua compagna non è altro che una delle tante parole di cui l’uono è “padrone”; quindi quel bisillabo è un pensiero reso concreto della persona che l’ha scritto. (Elena M.)

(…) probabilmente l’unica parte a cui riesco a dare un senso è la seconda, che potrebbe essere interpretata così: nessuno vuole che una biscia attraversi la sua strada perché potrebbe creare un pericolo. (Giulio F.)

(…) A mio parere quesdto componimento vuole farci capire che quando leggimo qualcosa, facciamo nostro il contenuto. È come se ci impossessassimo di un’idea o un fatto di altri, come una spugna impregna acqua. Questo pensiero mi è comparso, in particolare, alla lettura degli ultimi due versi, perché il termine “compagna” mi dà l’idea di qualcosa che è per tutta la vita. E, appunto, la nostra cultura, che definisce anche il nostro “io”, ci accompagna per tutta la vita. (Gaia V.)

Una poesia che parla di una mosca che cerca di far volare via la parola mosca scritta sulla carta ignorando che questa non è più sua compagna ma nostra non può avere un senso molto profondo. (…) Non avendo un senso ben preciso questa poesia può essere interpretata e ognuno di noi ci può trovare qualcosa di diverso; a me fa venire in mente un caldo e noioso pomeriggio estivo, ad altri può far venire in mente cose totalmente diverse. Forse in questa molteplicità di interpretazioni sta l’unica bellezza di questa poesia. (Marco Sb.)

(…) Secondo me Cattafi con questa poesia vuol far capire che tutte le parole scritte restano e resteranno sempre pronte a farci “compagnia” in qualsiasi momento della nostra vita. Emblematica è la figura della mosca che ronza attorno alla sua stessa parola, ma ormai è diventata un qualcosa che ci appartiene. (Laura B.)

La poesia presenta l’immagine di una biscia, piccolo essere poco visibile, che in una realtà più grande di lei, la città di Brescia, crede di dover essere notata perché rispetta le regole: attraversa la strada sulle strisce. È simile a chi non ha coscienza della propria piccolezza e per un atto regolare che compie si aspetta che qualcuno lo noti (…) (Sara B.)

Questa poesia (La biscia, ndr) non ha significato. Non vuol dire niente. Il poeta “gioca” con le parole per produrre un insieme di suoni dal risultato divertente (…) (Berenice P.)

Secondo me si tratta di una poesia assurda, in quanto a nessuna mosca verrebbe in mente di andarsi a posare sulla parola “mosca” scritta chissà dove. L’unica affermazione che ha senso, penso che sia “bisillabo inchiostro sulla carta”, dato che descrive la natura della parola “mosca”. Credo che gli ultimo cinque versi significhino che la mosca vera, ossia l’insetto, è noncurante del fatto che la sua compagna mosca scritta invece su carta sotto forma di bisillabo non è più sua compagna ma nostra perché appartiene alla natura umana in quanto scritta da uomini e solo uomini potranno rendersi conto di cosa voglia dire quella parola. Infine, non ho proprio capito come una mosca possa andare a posarsi sulla parola che indica proprio lei, ma si sa, in una poesia assurda… (Giovanni F.)

Queste quattro righe, che a prima vista sembrerebbero senza senso, mi hanno fatto pensare a qualcuno che si trova fuori dal suo ambiente e non si sente accettato. L’ambiente in cui è risulta essere totalmente diverso dalle sue abitudini e dai suoi stili di vita: è un ambiente in cui tutti sono presi dai propri problemi ed interessi. Questa persona potrebbe essere un extracomunitario che vive in una città industrializzata: anche se si comporta correttamente e dà il suo contributo alla società, nessuno lo prende in considerazione perché egli non è uno come loro. (Alessia A.)

(…) Ma rileggendola, a mio parere, l’autore vuole farci capire che la “mosca” (bisillabo inchiostro sulla carta) non è la compagna della mosca (intesa come insetto) ma nostra, cioè di noi che la vediamo e possiamo caprine il significato. Non è compagna della mosca perché la mosca crede che la parola “mosca” sia un suo simile e cerca di farla volare via. (Davide B.)

Secondo me l’autore vuole descriverci l’”imprigionamento” di una parola nella sua poesia; anche se questo vocabolo può esprimere oggetti o pensieri, non potrà mai scappare dalla poesiam dal mondo “scritto”, cioè sarà sempre e solo una parola e nessun’altra cosa. (…) La poesia può essere divisa in due sequenze: la prima racconta il ronzio della mosca vera, mentre nella seconda si spiega il trattenimento della mosca metaforica nel mondo della carta. Questa poesia potrebbe essere ritenuta fantastica, perché una mosca no sa leggere e quindi non avrebbe potuto riconoscere la parola “mosca”; mentre chi ritiene che sia stupida vuol dire che non ha capito niente del ssuo significato, perché questa poesia ci racconta una cosa difficilissima con un esempio semplicissimo. (Giacomo C.)

Per me la poesia o la filastrocca è assurda e non ha un significato reale, perché una biscia non è apprezzata, a prescindere dal fatto che attraversi sulle strisce (…) (Marco R.)

Interpretando questa poesia potrei dire che le parole perdono il modo in cui appaiono sulla carta quando l’oggetto che la nostra memoria riconosce si “leva in volo”, ossia l’oggetto smette di essere una semplice parola scritta per trasformarsi in un insetto di esistenza “corposa”. La mente lavora il ricordo con l’espressione di un corpo vivo. Ciò che viene prodotto dal pensiero è che la parola mosca fa pensare immediatamente alla mosca in sé, cioè fa pensare alla corposità della mosca. Quindi vedere scritta la parola mosca ci fa pensare alla mosca come tale. Ma quando la mosca è mosca, indipendentemente dal fatto che qualcuno la pensi, non si può riconoscere come parola mosca; la mosca è mosca anche se uno non la pensa tale, e la mosca non si riconosce nella parola mosca. (Nicolò P.).

La poesia di Cattafi ad una prima lettura appare totalmente insensata, come se l’autore si fosse divertito a scrivere frasi a caso, prive di ogni logica. Tuttavia, ad una seconda lettura più approfondita, potrebbe sembrare che l’autore stia descrivendo una mosca che vola su un foglio di carta, sul quale qualcuno stava scrivendo, per poi essere schiacciata. Sinceramente, non so ancora quale delle due ipotesi sia più assurda, sono spiacente ma non riesco proprio ad immaginare che senso possa avere questa poesia, sempre ammesso che un senso lo abbia. (Alessandro S.)

"Solo per uso personale"

La sola versione di prova, disponibile online, riesce a produrre dipendenza...

Pulizie

Sto sistemando studio e magazzino; saltano fuori piacevoli ricordi. Qui sotto, un tentativo di quartina, una doppia quartina e un sonetto. Roba di qualche anno fa...

L’unica idea che mi invade la mente
ogni qualvolta mi alzo la mattina
è il pensiero di te, mia regina;
tu che sei unica, sola, splendente.
(Pietro, Tommaso, Roberto C., Gabriele, Carlo)


La neve cade come foglie morte
sull’asfalto freddo della sera
ormai è chiara la nostra sorte
nessuno mai più non ispera

seguendo i tuoi occhi
nel rigido clima invernale
finiti dell’amore i rintocchi
capii che questo faceva male.
(Ivonete, Nicolò, Chiara, Roberto, Simone)


Quant’amor m’infonde in cor
di tanto gaudio colmi istanti
rimembrar quand’ancor né sì distanti
consumammo il nostro primo amor

ma come può la mente mia scordar
che Destino volle in tristo dì
che a mo’ di angelo lei partì
lasciando solo e mesto me sognar

come una primavera senza fiori
come mirar un cielo senza sole
così la vita mia si consuma

in attesa di quei dolci ardori
riprovare e se il fato vuole
batte forte il cor mio ch’ancora ama.
(Matteo, Umberto, Veronica, Massimo)

mercoledì 19 luglio 2006

Examinanda 13.1

Cacchio, a me sembra passato un anno, invece è solo una settimana che s’è chiuso il rito dell’esame finale di stato. Beh, visto che le vacanze sono ormai iniziate per tutti, più o meno, e che credo ci sia già stato il tempo per mugugni e lamentazioni, mi prendo qualche riga per due considerazioni.
La prima è questa. Benché io sia poco favorevole all’attuale struttura dell’esame (ed ancor meno a quella solo prospettata, per ora, ed applicabile già dal prossimo anno scolastico), credo che l’indubbio vantaggio di questa prova sia stato l’aver costretto anche i più riottosi a, almeno in parte, mettersi sotto e studiare. Ho avuto, davvero, piacevoli sorprese: c’è chi ha fatto davvero bene e s’è meritato valutazioni, nell’orale, dal 30 in su. Durante questi anni non ho sentito parlare/intervenire granché in classe; sono piacevolmente stato smentito da molti candidati (e, soprattutto, candidate) cui va il mio, per quanto poco possa valere, personale plauso.
La seconda è quest’altra. Non sono stato particolarmente sorpreso dall’andamento generale; credo che per molti l’esame si sia tramutato in una sorta di fotografia della situazione scolastica, se non del triennio, almeno dell’ultimo anno. Poi, al solito, c'è chi s'è bruciato e chi s'è data una bella spolveratina. Ribadisco, però, che non è opportuno né fare raffronti con altre sezioni né pensare che, così com’è strutturato oggi, l’esame “pesi poco” rispetto all’andamento pregresso. È vero il contrario; ma questo credo di averlo già detto, e non vorrei essere ulteriormente ripetitivo.
Finale. Vive congratulazioni a tutti, con l’augurio che ci si possa vedere presto e, terminato l’assillo della scuola, consolidare le buone relazioni che già mi sembra ci siano con molti.
Grazie a tutti; ciao.

PS: quando, tra qualche anno, si parlerà anche dei “misteri” dell’esame, probabilmente qualcuno si stupirà del fatto che il sottoscritto (qui me la tiro, ma ho le mie belle ragioni e soddisfazioni…) ha dato fondo alla propria capacità retorica per contestare al dubbioso Presidente che a nessuno, davvero!, è stata riconosciuta una promozione “con calcio nel culo”. Non l'ho convinto, ma alla fine è il risultato che conta ;-)

Examinanda 13.0


L'atto finale: la liquidazione del compenso al vicepresidente della sezione A

martedì 18 luglio 2006

Vacanza

Nella mia prima vera giornata di vacanza, che si interromperà già domani, come non trovare il tempo per giocare un po'...
Riservato ai maggiori di 18 anni, il nudista al trampolino; che acrobazie, che acrobazie!

domenica 16 luglio 2006

Da pensare

Henry si infila sotto la doccia, una copiosa cascata pompata dal terzo piano. Al crollo di questa civiltà, quando alla fine i romani, di chiunque si tratti stavolta, alzeranno le tende e avranno inizio i nuovi secoli bui, questo sarà uno dei primi lussi a morire. Allora i vecchi accovacciati vicino a un fuoco di torba racconteranno a nipoti increduli di un tempo in cui si stava nudi in pieno inverno, sotto getti d’acqua calda e pulita, con in mano pezzi di sapone profumato e densi liquidi ambrati e germogli da strofinarsi fra i capelli per farli più lucidi e più voluminosi di prima, e con morbidi teli bianchi ampi come toghe, in attesa su appositi caloriferi.

Una riflessione interessante, in 'sta calda estate, da Sabato di Ian McEwan, Einaudi 2005, pag.157.

venerdì 14 luglio 2006

Examinanda 12.0

riceviamo e molto volentieri pubblichiamo

Allora, Cagliani, è proprio finita?
Sì. Una stagione straordinaria, superlativa. Un gruppo fantastico, uno staff eccezionale.
Si è chiuso un ciclo, quindi?
Direi proprio di sì. Cinque anni da incorniciare, splendidi.
Paura di non farcela, momenti di scoramento ce ne sono stati?
Ovviamente, come è giusto e normale che ci siano. Ma siamo andati oltre, siamo cresciuti e li abbiamo superati.
L’ultima stagione?
Stressante nell’attesa, bellissima nel viverla. Fortunatamente gli infortuni ci hanno dato una tregua, così da poter affrontare l’anno nel migliore dei modi.
Qualche parola in più…
[risate] Andiamo oltre.
Adesso due mesi di?
Relax, riposo, viaggi e libri. Il massimo che posso chiedere.
Si spieghi meglio.
Biciclettate in campagna, fotografie ai treni, gite cultural-ferroviarie, letture a tutto spiano.
Ad esempio?
L’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, Velocity di Dean Koontz, Sulla strada di Jack Kerouac. In più mi impegno a leggere fino i fondo Terra! e Spiriti di Stefano Benni.
Premi ricevuti?
Due. Enormi. Otto giorni in Slovenia a treni e – finalmente! – una macchina fotografica digitale, in modo da evitare di dilapidare il mio patrimonio in pellicole e sviluppi.
Sogni per il futuro?
Realizzarmi, fare qualcosa che mi piaccia e mi dia soddisfazione.
In chiusura?
Un grazie a tutti. Ai miei, al gruppo, allo staff, a tutti coloro che in modo più o meno volontario e consapevole mi hanno dato una mano. Grazie!
Un’ultima domanda. Chi era la misteriosa ragazza che sarebbe dovuta venire alla finale?
[sospira] E’ una lunga storia, magari nella prossima intervista…

giovedì 13 luglio 2006

il preside mi gira 'st'articolo

da Corriere della Sera
Giovedì, 13 Luglio 2006
PROTESTA DEI GENITORI

«Bocciato uno su 4 Vendetta dei prof»

Si salva così l'onore della scuola? «Considererei questa promozione lesiva dell'onore e della dignità della scuola - mise a verbale un preside. E la scuola chi è? La scuola siamo noi. Come fa a servirla se non serve noi?». (Scuola di Barbiana - Lettera a una professoressa). Chissà se qualche professore del consiglio di classe della 5A del liceo scientifico «G. Peano» di Cinisello Balsamo non abbia pronunciato nello scrutinio finale le riflessioni del preside sopra citate. Siamo un gruppo di genitori di 5A: 20 alunni, 5 bocciati, 2 salvati in extremis, 3 soli con punteggio oltre i 78 centesimi, per il resto della classe votazioni che altrove sarebbero considerate «poco interessanti».
Stessa scuola, sezioni B e C, nessun respinto e voti «dignitosi»: un trionfo di 70-80-90-100 centesimi. Due le ipotesi: o tutti i «somari» si sono concentrati in 5A, oppure l'anomalia è da attribuire al comportamento di alcuni professori di quel consiglio di classe. Ad essi non contestiamo la preparazione didattica, né contestiamo l'idea della bocciatura nel corso del quinquennio: ma perché arrivare alla fine della 5A per abbattersi con volontà punitiva? Soprattutto nell'ultimo anno, i nostri ragazzi sono stati scoraggiati da valutazioni eccessivamente severe. Alla contestazione aperta alcuni hanno preferito sviluppare disinteresse, altri allergie verso alcune discipline.
Ed è in questo clima che immaginiamo sia maturata l'idea della «punizione». Davanti ai tabelloni con i risultati finali, lo stupore, la costernazione erano palpabili anche nei volti dei compagni della B e della C: «Vi hanno massacrati!». Sappiamo che all'interno del consiglio di classe alcuni professori si sono battuti in difesa di un'idea diversa di scuola. Ad essi va la nostra gratitudine, agli altri un invito a ripensare criticamente al proprio comportamento.

Un gruppo di genitori del liceo «Peano» di Cinisello Balsamo

Examinanda 11.0

Nicolò parla di “cosa nostra”, con qualche notizia simile e qualche novità rispetto al lavoro di Jacopo. I silenzi della mafia portano, non si sa bene come, alla svolta linguistica wittgensteiniana ed ai giochi linguistici per giungere, piuttosto rapidamente, a Schopenhauer. Dal neoclassicismo canoviano ai macchiaioli in arte; historical context in english literature 1950 to present. Dante e lo scrivere poesia nel XVII canto del Paradiso, teoremi del calcolo differenziale e apparato digerente. Una conclusione proprio come il cacio sui maccheroni.
Berenice sembra in soggezione: sarà il superuomo d’annunziano che le mette timore. Allora si cambia prospettiva: si parla del ciclo dei vinti e ci si rifà poi coraggio con un raffronto tra “Meriggio” e “Meriggiare pallido ed assorto”. Rimaniamo nell’estetismo con Nietzsche; si arriva all’ingresso di Cristo in Bruxelles e si finisce la conclusione della parte letteraria del colloquio con la poetica della neo-lingua in Orwell. Studio di funzioni e (si vede la stanchezza dell’autore delle note) buco per l’argomento di scienze: non l’ho appuntato e mi sono messo a firmare verbali in preparazione della chiusura delle operazioni di commissione. Chiedo scusa.
Last but not least, direbbero gli inglesi, arriva Stefano. Si avvia col sistema nervoso e passa poi a parlare di sinapsi, incantandosi di fronte alla di queste rappresentazione grafica. Il canonico studio di funzioni e poi via per l’aspetto letterario: Dickens come inizio, la Pentecoste manzoniana con qualche excursus sull’Adelchi; di Husserl meglio non parlare, glissando su Freud. Ma quando poi si viene a sapere che il Guernica non è raffigurato sul libro si storia dell’arte…
Beh, dai, è finita.
Adesso è il tempo dei mugugni e dei commenti.
Lascio i primi agli altri, mi riservo uno spazio per i secondi, appena passata l’incazzatura da discussione finale.

martedì 11 luglio 2006

Examinanda 10.0

Giovanni arriva con 7 minuti di ritardo; una volta tanto che la Commissione è tutta bella pronta prima delle 8… Vabbé, sarà un segno del destino. Avvio: fanciullino e superuomo tra Pascoli e d’Annunzio, ipostasi del poeta di fine Ottocento/inizio Novecento. Accenno alla funzione della poesia per Dante (Pd XVII). Si prosegue con i filosofi idealisti, poi si passa al romanticismo tedesco e francese in pittura. Ulisse di Joyce, definizione di limite. Bellissimo il “collegamento” della prof. di biologia: «Visto che hai parlato di superuomo, presenta l’apparato genitale maschile».
Giulio prende fiato (fuori, nell’attesa, era peggio di uno straccio) e parte con l’apparato respiratorio. Rolle e la definizione di una derivata prendono il secondo posto e The Soldier di Brooke arriva come terzo momento del colloquio. Si prosegue con la richiesta (il famigerato “collegamento”…) di parlare di dipinti in cui sia presente del fumo e degli scapigliati in pittura. Husserl e Kuhn, emeriti sconosciuti, cedono il passo a Marx per finire coi limoni di Montale, che non c’entrano granché, ma non si può sempre collegare tutto.
Martina inizia dal sistema fonatorio e dal canto, prosegue con l’emoglobina e si getta sul fonosimbolismo tra Pascoli e Palazzeschi (più sul secondo che sul primo, stranamente…). Le forme di indecisione e la derivata del quoziente, argomenti a me ignoti, sono discussi in matematica; Virginia Woolf in inglese; finale sull’epistemolgia contemporanea e, tornando all’Urlo di Munch, sui postimpressionisti.
Elena parla di apparato cardiocircolatorio, racconta di limiti notevoli e della derivata di una funzione. A scelta della candidata: X Agosto di Pascoli; a scelta del prof: l’epistolografia senecana. Comte ed il positivismo, neoclassicismo canoviano e Waste Land per finale.
Silvia prende avvio con l’approfondimento sullo sviluppo embrionale; per simmetria con la prima interrogazione si chiede di trattare dell’apparato genitale femminile. Silvia poi procede con “Lezione d’anatomia” di Arrigo Boito arrivando ad abbozzare un confronto tra il Vero di Manzoni e quello degli Scapigliati per passare a Oscar Wilde e alla psicanalisi freudiana. Controversiae? Suasoriae? meglio glissare; via sugli impressionisti in pittura e termine con il concetto di limite in matematica.
Domani, le ultime tre P.

lunedì 10 luglio 2006

Examinanda 9.0

Roberta parte dai disturbi mentali; bell’argomento, che permette di legarsi a Freud, Schopenauer (che lo anticipa) e Popper (che lo critica). Pausa inglese, con Dickens; ritorno ai disturbi con Van Gogh e l’analisi tecnica di X Agosto di Pascoli. Un’altra analisi, quella dei grafici di funzione, precede l’ultimo argomento, gli ormoni di origine steroidea.
Elisa inizia in salita, con l’arrampicata sportiva e resta a parlare di superamento dei propri limiti con d’Annunzio (previa puntatina dantesca con l’ascesa dal paradiso terrestre al cielo della luna). Friedrich e Turner in arte; Osborne in letteratura inglese. Si torna all’eccesso con la figura di Nietzsche e l’eterno ritorno (con l’accenno macabro al pastore che, in fase di inghiottimento, decapita la serpe per liberarsene). La prof di mate chiede di definire, invece, i limiti e si termina con la trattazione dell’apparato respiratorio, necessariamente ben funzionante se ci si vuole arrampicare.
Francesca parte dall’argomento a scelta, the Victorian Age proseguendo poi con Thomas Hardy. Gira su Rosso Malpelo e prosegue nella rappresentazione degli “ultimi” trattando di Daumier. Perché ultimi? Marx – e Francesca – ce lo spiegano; si passa a limiti e forme di indecisione e, finale a sorpresa, si discute di apparato locomotore e struttura ossea.
Giacomo C. si avvia con la prima guerra mondiale, date e dati che rendono scientifica la storia. Di Kuhn, invece, si sa un po’ meno… glissiamo girando su Wittgenstein (secondo il quale è possibile affermare – dice Giacomo – che contemporaneamente “piove non piove”). Il giuramento degli Orazi ed altre opere alla David ci permettono di arrivare al 5 maggio. Per associazione di idee si arriva a citare il “principe” di Machiavelli alludendo ad Adelchi; Victorian Age in English; teorema di Lagrange ed integrale definito in matematica e recupera la prof di biologia la citazione alla “cruenta polvere” di manzoniana memoria chiedendo di parlare del sangue.
Mattia, ovvero 10 filosofi in 10 minuti, discutendo di libertà e giustizia. Hegel pare essere il fondamento dello storicismo di molte delle concezioni presentate, quindi si parla della sua concezione dell’infinito. Come l’attesa di Godot, senza limiti, che fa proseguire l’orale, trattando anche del teatro dell’assurdo. Dante e Giustiniano, recuperando l’idea di legge e giustizia; Patisse (non ricordo recuperando che…). Integrali definiti, successioni e geometrie non euclidee per chiudere con l’apparato escretore, che la prof dice di non aver chiesto, finora (ma mi pare si sbagli).
Domani, per fortuna di tutti, è l’ultimo giorno “pieno”.

sabato 8 luglio 2006

Examinanda 8.0

Terza giornata prima della pausa mondial-domenicale.
Davide Boc. ci porta nella dimensione onirica e da lì arriva a Svevo e Pascoli, dopo essersi soffermato (forse un po’ troppo…) sulla vita di Freud. Prosegue con i maestri del sospetto e, grazie alla dialettica apollineo/dionisiaco arriva a presentare l’armonia neoclassica delle forme di Canova. Saltino: Refugee Blues, grafici di parabole e definizione di funzione continua. Ritorno alle origini con la presentazione della relazione tra sistema nervoso ed encefalo.
Elisa B. ci porta nei disturbi alimentari (e in non pochi ci scopriamo colpevoli di frequentazioni notturne e non giustificate del frigo) e poi si addentra, metaforicamente, nel sistema digerente. Arrivano le funzioni fratte e il teorema di de l’Hospital, cui si assomma l’hystorical background della letteratura del XX secolo. Torniamo in argomento con la tavola imbandita e l’esteta kirkegaardiano. Le donne dei Germani, esempio di continenza, la poesia di d’Annunzio, al di là di ogni limite, suggellano il ritorno agli “eccessi” da cui eravamo partiti.
Davide Bos. presenta i tratti principali della Resistenza; rimane in tema di guerra, passando alla prima, e trattando di San Martino del Carso per arrivare all’Oltreuomo nitzscheano ed alla sua volontà di potenza. Nineteeneightyfour & Guernica; parentesi matematica tra le funzioni logaritmiche e finale con la piccola e grande circolazione.
Laura parla di codici e cifrature, soffermandosi su Enigma, la potente macchina dell’intelligence tedesca (benché a me siano rimasti più impressi i crittografi di Varsavia, un’allegra ed interessante compagnia, a quanto pare). Si rimane nell’ambito del linguaggio sia con la “svolta” tra primo e secondo Wittgenstein, sia con il tratto di Munch. Teoria: quadro d’insieme sul panorama letterario del ventesimo secolo anglosassone. Pratica: smontiamo “E lasciatemi divertire” di Palazzeschi ed il teatro di Pirandello. Per la serie “l’angolo matematico” si parla di funzioni esponenziali; in chiusura, il ritorno al codice e a quello per antonomasia, il codice genetico.
Jacopo, aumma aumma, entra nei misteri di “cosa nostra”, tra pizzini & ritualità; curva arditamente ma con coraggio e perizia nella produzione di Stefano Benni planando con maestria sui Macchiaioli. Si riparte da Waste Land; si risolve – finalmente! – il dualismo gnoseologico con Husserl, si guardano un paio di funzioni e si finisce nel sangue (metafora!).
Superato il giro di boa dei candidati, si ricomincia lunedì.

venerdì 7 luglio 2006

Examinanda 7.0

Gaia, ovvero “tutto sulla donna”. Si parte dall’emancipazione e dai movimenti femministi per passare, attraverso l’Ermengarda manzoniana (con divagazione sulla tragedia), alla figura di Artemisia Gentileschi (più addentellati sull’Olympia di Manet). Women emancipation in USA, la matrona di Efeso e apparato genitale femminile a chiudere. Sì, perché cosa ci sia di donnesco nelle techinche di derivazione delle funzioni o nel metodo di integrazione per parti proprio non saprei.
Valentina stupisce: la tesina sulla follia tra letteratura ed arte è, col passare del colloquio, sempre meno “non autobiografica” e sempre più sentita e condivisa. Assodato che per lei non ci sono “folli” tra i suoi compagni si analizza l’encefalo, si parla delle rispondenze tra letteratura francese ed italiana (tra d’Annunzio e Futurismo); ci imbarchiamo sulla nave dei folli e chiudiamo con la morte di Dio.
Giacomo nazionaleggia; passa a Delacroix ed alla Marianna per arrivare, glissando la domanda sull’universalismo dantesco nel VI canto del Paradiso (assente anche qui, non solo al famigerato test…), a parlare del naufragio della Provvidenza dei Malavoglia (collegamento? da Delacroix a Gericault, e questo basti). Si prosegue: “lo stato come teofania storica dello Spirito Assoluto”, Caretaker di Pinter, studio di una funzione e muscoli. Riporto io la barca sulla sua rotta, chiedendo notizie di Calgaco e Tacito.
Alessia sparge una lacrimuccia iniziale, rivelando il fanciullino che c’è in lei, e che non costituisce solo l’oggetto dell’argomento iniziale. Si prosegue con il correlativo oggettivo, come “sviluppo” dell’analogia pascoliana per arrivare al doppio di Hyde/Jekill. Salto alle Metamorfosi di Apuleio, poi non si sa bene come si arriva ai macchiaioli e al mondo come volontà e rappresentazione. Il teorema del calcolo differenziale avvia verso la conclusione; la prof. di scienze parla del sistema nervoso autonomo e dei sintomi di uno stato di tensione. Un’interrogazione con struttura circolare (i dotti parlerebbero di ring-composition).
Sara chiude la giornata, partendo dal sistema nervoso. Dopo la dissezione scientifica parliamo di “lezione di anatomia” di Arrigo Boito e si va alla ricerca dal vero nella letteratura. Salto alla Victorian Age, interpretazione di rappresentazioni grafiche di funzioni. Una trattazione interessante della teoria del lavoro di Marx, excursus picassiano e finale con le favole di Fedro. Lacrimuccia alla visione della terza prova.
È finita la seconda giornata di orali e oggi più di ieri mi sento, in un certo qual modo, orgoglioso e felice per i risultati.

giovedì 6 luglio 2006

Examinanda 6.0

Via, si iniziano le danze anche per la quinta A.
Marco R. parte dagli scapigliati, in letteratura ed in arte, passa alla svolta linguistica tra primo e secondo Heidegger (s’è sentito anche parlare di "tradizione di dimenticanza dell’essere a favore dell’oblio dell’esistente"), aspetta – invano – Godot e, con un balzo felino, tratta di tessuti epiteliali e trapezoidi.
Giorgio inizia con la prima guerra mondiale, il suo personale conflitto poi si esplica con il materialismo storico e dialettico di Marx, tende a riprendersi analizzando la poetica (e, quindi, in un certo qual modo, la filosofia della composizione) di Ungaretti. Poi ritorna gli antichi amori: la prima guerra mondiale e la letteratura inglese; Cristo che si ferma a Bruxelles (ed entra a Eboli?), passa a un cuore in cui destra e sinistra sembrano interscambiabili (allusioni politiche?) e termina sulle derivate.
Alessandro entra tra fasci muscolari e doping, prosegue con la presentazione della respirazione cellulare e, grande volo, si interroga sul significato geometrico di una funzione. Il sapere debole, però, lo trova di fronte a sé con Kuhn e Popper, due tizi che sembrano sconosciuti. Ci si risolleva con a questione della morte in Heidegger e, cambiando materia, in Schiele. Finale teatrale: Osborne e Pirandello, cha dà l’avvio a una disquisizione su matrimonio e trappola (anche in Pascoli e Svevo). No comment su Apuleio.
Marco Sb. riprende la prima guerra mondiale, con date e dati. Va avanti con Wittgenstein per tracciare poi un rapido panorama su Heidegger e l’esistenzialismo. La letteratura della potenza in d’Annunzio e i Futuristi, (quella de)gli sconfitti in Verga. Goya e la guerra; Joyce e l’Ulisse, 2 parole 2 sul Satyricon di Apuleio e chiusura (argh…) tra Lagrange e il limite della funzione in un punto.
Marco Se. cambia guerra: parte dalla seconda. Si allaccia a Quasimodo e toppa sui riferimenti ai salmi (notare, per chi conosce il candidato, la paronomasia). Scorcia gli epigrammi (distici elegiaci), entra in Freud e, su richiesta del prof, omette di presentare la fase anale. Caravaggio e Munch; Dickens, chi era costui?, l’età vittoriana e recupero carpiato della fase anale con una trattazione sull’intestino. Guarda caso, il retto come ultimo argomento della giornata.
Domani, una certa simmetria: 2+1+2. Tocca a Gaia & Valentina, Giacomo A., Alessia & Sara.

mercoledì 5 luglio 2006

Examinanda 6.-1

Domani si inizia il giro degli orali; Marco R., Giorgio, Alessandro, Marco Sb. e Marco Se.
Le cronache a fine giornata.

martedì 4 luglio 2006

domenica 2 luglio 2006

Vacanze

Ho amato la Molvania, ma credo che le mie vacanze saranno nel Păh-Tak, giustamente definita "la patria del colpo di sole".