domenica 30 aprile 2006

...sarà quella biiiiip di tua madre...

Si parla, a incipiente uscita del film, del Codice da Vinci e di come smontare una finta scusante

(…) Insomma, 'sta storia che in fondo è solo un romanzo è veramente un tormentone-luogo comune, e pare che il mondo si divida in base a questa opinione.
Ora, uno degli ormai tantissimi libri scritti contro il bestseller di Dan Brown, opera dello spagnolo Ullalte, risponde a questa obiezione con una controbiezione non priva di validità. Cioè, se a uno scrittore venisse in testa di scrivere un romanzo basato interamente sulle avventure erotiche di mia madre e io insorgessi indignato, vanamente egli mi opporrebbe che in fondo è solo un romanzo, perché di certo lo inviterei a usare come protagonista la sua, di madre, che tra l'altro conosce sicuramente molto meglio della mia. Il fatto è che, tirando in ballo Cristo, si tocca qualcosa che per molta gente è anche più importante della mamma, dal momento che, in duemila anni, ben settanta milioni di persone sono state uccise perché credevano che Gesù fosse davvero il Figlio di Dio. E la mattanza non sembra essere cessata, visto che si contano ancora sui centocinquantamila cristiani trucidati ogni anno in odio alla loro fede. (…)
L'intero articolo, qui, su Il Giornale di oggi

mercoledì 26 aprile 2006

Per mangiare un elefante, è meglio prima farlo a fettine

È vero, non esistono metodi infallibili per imparare a scrivere con scioltezza ed efficacia...
però leggersi con calma questa guida alla scrittura, preparata per aspiranti matricole alla Bocconi, è di sicuro un modo per togliersi qualche dubbio e capire nuove cose (anche, ad esempio, il motivo per cui la Intel abbandona il logo "Intel inside"™...)
È talmente utile, che la metto nei collegamenti permanenti a lato...

PS: caldamente consigliata a TUTTI GLI ALUNNI, soprattutto di quinta e di quarta

25 aprile


Saremo definitivamente usciti dalla retorica e dall'uso strumentale della memoria e del ricordo del 25 aprile quando succederà qualcosa di simile a questo.
Comunque, troppo tardi.

Simpsons, The movie

Un fotogramma dal trailer del film, in uscita il 27 luglio 2007

lunedì 24 aprile 2006

Siamo sciame

La nostra società tende a smantellare il gruppo - caratterizzato ancora dalla presenza di un leader, di una gerarchia e di un ordine interni - e a sostituirlo con lo sciame: una massa indirizzata solo provvisoriamente verso fini comuni. In essa non emerge alcun legame stabile, i rapporti sono sempre esili, effimeri. Gli sciami non conoscono dissidenti o ribelli, ma soltanto dei "disertori", delle pecore disperse che quando escono dal tracciato non riescono a sopravvivere.

Zygmunt Bauman, nella cartella dei materiali.

domenica 23 aprile 2006

L'anno scorso insegnava filosofia...

Giungono direttamente dalla Sardegna queste immagini sulle innumerevoli metamorfosi del prof. Pippo, collega illustre e mai sufficientemente lodato. A scanso di eventuali misundertanding, le foto non testimoniano –come proposto da alcuni– né la collaborazione del prof. con organizzazioni orientali volte alla tratta delle bianche (si noti l'attento sguardo indagatore) né l'inizio di un'attività nel settore della bonfica dei siti inquinati; si tratta "solo" della partecipazione alla rappresentazione della Via Crucis tenuta in paese e dell'effetto dei lavori per la sistemazione della barca di proprietò...

«Sconsigliò sempre sia la filosofia come professione che la carriera accademica, sostenendo (certo a ragione) che non è possibile essere allo stesso tempo persone serie ed oneste e professori universitari. La filosofia era per lui una sofferenza: credeva che non fosse possibile pensare decentemente se non si vuole farsi del male, e che pensare fosse come nuotare (nel senso che si ha tendenza a stare in superficie, mentre andare in profondità richiede uno sforzo). Si lamentava che il suo pensiero fosse sistematicamente frainteso (oltre che plagiato), senza abbandonare però la pretesa di esporlo soltanto in forma poetica (criterio in base al quale la sua opera andrebbe forse giudicata).»
Così scrive Piergiorgio Odifreddi nell'articolo Ludwig Wittgenstein: il guru e la mosca stregata; beh, mi sembra di poterci trovare qualche analogia...

mercoledì 19 aprile 2006

Sfiducia nella scrittura

«Più rileggo questo elenco e più mi convinco che esso è effetto del caso e non contiene alcun messaggio. Ma queste pagine incomplete mi hanno accompagnato per tutta la vita che da allora mi è restata da vivere, le ho spesse consultate come un oracolo e ho quasi l’impressione che quanto ho scritto su questi fogli, che tu ora leggerai, ignoto lettore, altro non sia che un centone, un carme a figura, un immenso acrostico che non dice e non ripete altro che quei frammenti mi hanno suggerito, né so più se io abbia sinora parlato di essi o essi abbiano parlato per bocca mia. Ma quale delle due venture si sia data, più recito a me stesso la storia che ne è sortita, meno riesco a capire se in essa vi sia una trama che vada al di là della sequenza naturale degli eventi e dei tempi che li connettono. Ed è dura per questo vecchio monaco, alle soglie della morte, non sapere se la lettera che ha scritto contenga un qualche senso nascosto, e se più d’uno, e molti, o nessuno. (…) Fa freddo nello scriptorium, il pollice mi duole. Lascio questa scrittura, non so per chi, non so più intorno a cosa: stat rosa pristina nomine, nomina nuda tenemus.»

Adso da Melk, la voce narrante, tira le fila della sua esperienza nel finale de Il nome della rosa, il romanzo di Umberto Eco che, pubblicato nel 1980, ha ottenuto un considerevole successo editoriale. Dedico queste parole a chi si sta dannando l'anima per trovare un senso a Il codice da Vinci.

sabato 15 aprile 2006

Riflessione tra TV e politica

In occasione della sempiterna domanda "ma che differenza c'è tra un articolo e un saggio breve", invito chi si pone la questione a fare un salto nella cartella dei materiali; ci troverà un saggio (in effetti, non breve...) molto interessante, del 1961, che dipinge le caratteristiche dell'everyman (e, i più colti, vi potranno ritrovare allusioni al Medioman gialappiano). Si tratta di "Fenomenologia di Mike Bongiorno", di Umberto Eco.
Da leggere -anche!- per questi tre motivi:
1) fa pensare a come si è "evoluta" la televisione
2) fa riflettere sulle profonde ragioni per cui la mediocritas, intendendo beceramente il termine, si imponga nella vita e, quindi, nella politica
3) aiuta a capire che cos'è un saggio (ehm...) breve.

Interesse "privato" in atti d'ufficio

Ho forti dubbi che chi passa da 'ste parti abbia l'obbligo di presentare il proprio CUD, il 730 o il modello Unico per la dichiarazione dei redditi. Però, se volete comunque prendere in considerazione l'ipotesi o suggerire a qualcuno dei vostri conoscenti un impego utile del proprio 5 per mille, ecco qua...
In ogni caso, grazie in anticipo.


mercoledì 12 aprile 2006

Politica: il dubbio e le certezze

Non ho commentato, se non di straforo, i risultati elettorali; sono convinto che ciascuno riesca a farsi una sua opinione e che, in caso non abbia voglia di mettersi a pensare, possa più o meno saccheggiare un’idea pret-a-porter da spendere in ogni circostanza.
Ho come l’impressione che questa ultima, e cattiva, abitudine, stia diventando un comportamento di massa, soprattutto quando a scuola ho l’occasione di parlare di politica con qualche studente. Se e quando lo faccio, parto da una premessa: dichiaro la mia posizione non per convincere o per fare proseliti, ma per mettere chi mi parla nella condizione di conoscere la mia parzialità. Credo sia più giusto che non una finta equidistanza o un atteggiamento falsamente super partes. Però, poi, quando si discute, è difficile convincere della necessità delle ragioni al proprio argomentare: ho spesso l’impressione che la scelta di parte, per la destra o la sinistra, sia una scelta a-razionale e quasi fideistica, che si nutre più di emozioni e di passioni che non di razionalità e pensiero. Ho l’impressione che diventi quasi necessario scegliere con chi stare – e non schierarsi significa star fuori dal gioco – certe volte più per sapere contro chi poter inveire che per scegliere con chi si vuole fare un po’ di strada e quale direzione si vuole seguire per raggiungere un risultato condiviso. Solo se si parte da questa riflessione, credo, si può scegliere con convinzione e ragionevole certezza. E si può scegliere se s’è fatto anche un po’ di silenzio, se si è stati in grado di prendersi il tempo – tutto quello necessario, neanche un istante di meno – per ascoltare ed ascoltarsi. Poi, è vero (perché è successo anche a me), capitano gli incontri che ti fanno conoscere modi inaspettati di pensare, che ti fanno ricredere, che ti mettono in crisi o che ti rafforzano nelle certezze.
Sono questi i momenti che auguro alle alunne ed agli alunni che ho la fortuna di avere e che, probabilmente, hanno la sfortuna di annoverarmi tra i loro prof.

martedì 11 aprile 2006

Vacanze in quarta

Ho lasciato nella cartella di quarta, per chi dovesse malauguratamente smarrire la copia cartacea, il file con i documenti per l'esercitazione scritta (articolo di giornale o saggio breve) dei tre ambiti tematici già presentati in classe.
Ricordo anche la trascrizione del proprio (capo)lavoro per la realizzazione della prossima antologia.
Auguri di Buona Pasqua!

Vacanze in terza

Sono da leggere i seguenti passi, tratti dal Decameron di Boccaccio,
T8 Andreuccio da Perugia (pag. 739)
T10 Elisabetta da Messina (pag. 754)
T17 Griselda (pag. 787)
e una novella a scelta tra le altre.

Auguri di Buona Pasqua!

lunedì 10 aprile 2006

Leopardi

"Tutto è nulla al mondo, anche la mia disperazione, della quale ogni uomo anche savio, ma più tranquillo, ed io stesso certamente in un'ora più quieta conoscerò, la vanità e l'irragionevolezza e l'immaginario. Misero me, è vano, è un nulla anche questo mio dolore, che in un certo tempo passerà e s'annullerà, lasciandomi in un voto universale, in un'indolenza terribile che mi farà incapace anche di dolermi" (Zibaldone, 72).

oggi ho iniziato a parlare di Leopardi...

domenica 9 aprile 2006

Esercizi di parafrasi da Il Mattino, di Giuseppe Parini

Giovin Signore, o a te scenda per lungo
di magnanimi lombi ordine il sangue
purissimo celeste, o in te del sangue
emendino il difetto i compri onori
e le adunate in terra o in mar ricchezze
dal genitor frugale in pochi lustri,
me Precettor d’amabil Rito ascolta.

Giovane Signore, sia che per lunga serie ininterrotta scenda a te il sangue nobilissimo e (quasi) divino di grandi progenitori, sia che per te correggano la mancanza di questo sangue blu o dei titoli nobiliari acquistati o le ricchezze accumulate per terra o per mare in pochi quinquenni da un genitore povero, da’ ascolto a me, che ti sono maestro di un nobile rito.

Tra depressione e scazzo, riporto pari pari quanto ho trovato scritto, senza interruzioni o tagli...

• Adolescente nobile, o perché a te scorre il sangue, grazie alla magnanima discendenza, nobile purissimo, o perché il difetto del sangue (il non essere nobile) è stato corretto dall’ottenere onori e ritrovi in terra o in mare delle ricchezze del genitore ugualmente nobile nonostante non abbia origini nobile; ascolta me, Precettor d’amabil Rito. (L.S.)
• Giovane signore, a te scenda lungo i caritatevoli occhi il sangue blu nobilissimo, dal tuo sangue tolgano il difetto gli onori e le ricchezze raccolte per terre e per mari dal tuo povero padre che sono pochi denari ma precettore del rito amabile ascolta (T.C.)
• Giovane signore, a te scenda lungo la magnanime schiena il sangue celeste, e per il sangue pregiato (privo di difetti) compri onori; terre e sperperi ricchezze lasciate dai genitori, velocemente e stoltamente (S.C.)
• Giovane Signore, a te scenda per magnanimi “anelli” il sangue purissimo “blu”-celeste, o in te del sangue (N.C.)
• Giovane signore, da te scenda lungo i tuoi graziosi fianchi il sangue purissimo celeste, e in te del sangue rende il difetto e compri gli onori e le terre o nelle tante ricchezze dal progenitore in pochi tempi (L.B.)
• Giovane Signore, in te scorre sangue “blu” nel tuo corpo (lombi), il tuo sangue che ha comprato onori e accumulato per terre e mari ricchezze con la tua discendenza (genitor frugale) in pochi anni (lustri), ascolta me poeta. (A.S.)
• Giovane Signore, o tu sei nato da sangue che è sceso dal cielo (A.N.)
• Giovane signore, scenda a te per lungo tempo lombi magnanimi ordine il sangue purissimo e divino, o in te del sangue emendino il diffetto compri onori e la gloria sulla terra o le ricchezze del mare dal genitore umile in pochi giorni; ascolta me Precettore del sacro Rito (M.I.)
• Giovane signore, scenda su di te il purissimo sangue celeste in te curino il difetto gli onori e le raccolte ricchezze sulla terra e in mare dal tuo genitore, ascoltami maestro d’amabile rito (G.F.)
• Giovane signore, scorra da importanti personaggi il tuo sangue (possa tu essere di buona discendenza). La tua discendenza sia epurata da ogni errore e sia ricompensata con grandi ricchezze in poco tempo. Ti prego di ascoltarmi. (G.P.)
• Giovane Signore, scorra in te per tanto tempo il sangue puro e celeste dei magnanimi fegati dei tuoi discendenti (M.T.)
• Giovin Signore, a te o che vanti una discendenza nobile (Lombi = fegato, intende da chi viene il sangue) di purissimo sangue blu, o che il sangue presenti il difetto di esser nobile avendo comprato il titolo (N.A.)
• Giovane signore, a te ribolli il sangue (spazio) , sangue blu (spazio) o in te i compri onori e le adunate in terra o in mare ricchezze riecheggino il difetto del sangue dal genitore frugale (V.B.)
• Giovane signore, o tu che sei stato creato da potenti e possiedi un sangue puro e celeste e che i tuoi genitori ti hanno donato onori (riconoscimenti) in terreni e ricchezze ascolta me che sono il tuo precettore (G.D.)
• Giovane signore, tu che derivi da una casata lunga di sangue celeste e piena di uomini importanti, in te dove il sangue (blu) copre ogni difetto, che compri onori terre e immense ricchezze, nato da un padre (spazio) ma di poca fama, ascolta le mie parole, visto che sono il tuo precettore. (E.F.)

Cronopatia

Si alzò in anticipo per passare alla botteguccia in fondo alla via. Saltò la colazione. Era già davanti alla porta prima che arrivasse l’orologiaio.
«Che cosa ti serve, figliolo?» chiese il vecchietto mentre apriva e lo faceva entrare.
«Questo orologio va indietro», spiegò il giovane. Era un vecchio orologio con carica a molla automatica, si alimentava con i movimenti del braccio. Era fermo perché lo teneva da mesi fermo nel cassetto.
«Vuoi dire che resta indietro», lo corresse il vecchietto esaminandolo. Lo agitò con delicatezza per farlo partire.
«No, va indietro», insisté il giovane.
«Vuoi dire che resta indietro», lo corresse il vecchietto esaminandolo.
«Questo orologio va indietro», spiegò il giovane.
«Che cosa ti serve, figliolo?» chiese il vecchietto mentre apriva e lo faceva entrare.
Era già davanti alla porta prima che arrivasse l’orologiaio.
Saltò la colazione.
Si alzò in anticipo per passare alla botteguccia in fondo alla via.

da: Tullio Dobner, “I libri che perdevano le parole” – racconti, Sperling & Kupfer 2000, pag. 121

venerdì 7 aprile 2006

martedì 4 aprile 2006

domenica 2 aprile 2006

«Non sono un imbecille»

Spesso, anche in circostanze abbastanza ufficiali, ho sostenuto che una valida alternativa alla gita scolastica (che, assai eufemisticamente, riesce a diventare un “viaggio di istruzione e cultura”) sarebbe potuta essere questa: girare col pullman per la circonvallazione di Treviglio e, dopo un paio d’ore, sostare al Mc Donald’s vicino a via Bergamo. Pausa. Si riparte e si rigira; altra sosta, altro giro e ritorno.
Sarà che un certo cinismo m’è proprio; sarà che qualche (terribile… ma sono disposto a riportarla alla luce dai ricordi in cui è sepolta solo per esplicita richiesta) esperienza precedente m’aveva pressoché convinto.
Beh, se è vero che solo gli imbecilli non cambiano mai idea, mi pregio di non far parte, almeno per quest’oggi, della categoria. Benché talvolta sia disarmante dover trascinare alunni per angoli noti e meno noti di città e chiese (come se li si stesse condannando al pagamento anticipato del prezzo pattuito per i momenti da dedicare poi al divertimento ed allo stare in gruppo), l’occasione di quattro parole “fuori registro”, una discussione un po’ calda, un cazziatone perché si era fuori posto e/o fuori camera in orari impensabili, tutte queste cose ed altre ancora possono diventare elementi di “valore aggiunto”, perché la gita si tramuti in un’esperienza che aiuta a crescere, sia gli alunni che gli insegnanti.
Mi pare che, per un fortunato concorso di circostanze, in questi ultimi quattro giorni sia accaduto qualcosa di simile; ci sono da ringraziare i colleghi, che hanno prestato professionalità, competenza e amicizia; ci sono da ringraziare gli alunni, quelli che hanno seguito con interesse e attenzione, quelli che hanno fatto un po’ di fatica ma si sono sforzati, quelli che hanno fatto qualche cacchiata e dato un brivido imprevisto alla routine del programma.
Se uno torna da una gita uguale, come era partito, forse avrebbe davvero potuto limitarsi a stare su un pullman che gira intorno a Treviglio; se, nei modi più diversi, torna un po’ cambiato, beh, direi che ne è valsa la pena. Io speriamo che è successo*. Parola di un non-imbecille.



*lo so che è un anacoluto, lo so…