giovedì 21 settembre 2006

«dal letame può nascere un fiore»

Ho chiesto ad alunne ed alunni di terza di cimentarsi in un descrizione "insolita": la pattumiera di casa loro. Lo scopo dell'esercizio era, evidentemente, quello di verificare la capacità di osservazione e di "restituzione" letteraria dell'oggetto. Sono però state effettuate alcune osservazioni che penso sia bene condividere (i titoli sono miei)...

Premessa
È la prima volta che mi cimento nella descrizione di un bidone per l’immondizia, quindi partendo dal presupposto che questa descrizione farà schifo, posso cominciare la descrizione.

Filosofia del pattume
Secondo me è importante che in ogni casa la pattumiera sia ordinata e ben pulita, per quanto la sua funzione lo consenta. Ritengo che ordine e pulizia siano due prerogative fondamentali per la vita di ognuno; e ciò vale anche per la spazzatura, che è lo scarto del nostro vivere quotidiano, il resto della divisione di ciò che privilegia la nostra esistenza a livello materiale.

Pathos del cestino
Ma la pattumiera è sempre stata lì. Colma di espressioni col risultato sbagliato, di temi mal riusciti, di lettere che mi hanno fatto piangere, ridere o arrabbiare, di fotografie stracciate e biglietti stropicciati. Sempre lì, a inghiottire in silenzio i miei sbagli.

Pareri discordanti
All’interno della pattumiera mia mamma mette solo ed esclusivamente sacchetti di plastica verdi e profumati con i manici gialli che, secondo lei, coprono i cattivi odori e sono igienici.

Determinismo
Nella vita c’è chi nasce per la scienza, chi per le arti e chi per contener monnezza.

Ma dove vive?
Ma ecco la nostra protagonista: la pattumiera, il cestino, la monnezza, quel cilindro ingiallito e puzzolente nascosto nella penombra sotto il lavandino.

Strane radiografie
La spazzatura non è un qualcosa che sta necessariamente dentro un sacco nero. È anche dentro ognuno di noi.

Affetti
Ho scelto di descrivere questo bidone perché ci sono particolarmente affezionato per i tanti anni che è rimasto in cucina e per le tante volte che l’ho dovuto portare fuori.

Educazione differenziata
Viene riempito solo con spazzatura “umida”, fatta eccezione quando mio padre butta in esso dell’altro perché usa il primo cestino aperto che trova.

Tra neologismi e stupore per la scienza
Com’è? Classica, cilindrica, bianca. È una pattumiera “sottolavandinica” cioè che sta sotto al lavandino. (…) È una dimostrazione dell’avanzamento cerebrale umano e della “scansafatichezza” umana: infatti basta semplicemente aprire l’anta per fare in modo che il cilindro bianco esca dal suo scompartimento aprendo automaticamente, per mezzo di un congegno non spiegabile scientificamente, il suo coperchio in modo da poter verificare al primo impatto il contenuto e il lezzo.

Generazione spontanea
(…) si usa con i sacchetti di mais, e se non si svuota con un’elevata frequenza puzza e all’interno nascono i vermi.

Paesaggio
Il parallelepipedo grigio giaceva immobile sul balcone della cucina. I pochi raggi di sole che filtravano dalla verde ringhiera, che dava sull’uscita del garage, illuminavano le lunghe scanalature come scavate sul coperchio rovinato dal tempo. Il passare dei giorni e l’ambiente avevano ormai sbiadito quel grigio intenso, facendolo diventare sempre più chiaro, quasi bianco (…)

Riciclaggio
Devo stare anche attento a non buttarci dentro fazzoletti che, purtroppo, sono molto attraenti per il mio cane che però, dopo averli mangiati, sta male.

Eddài!
Penso che siate riusciti a capire com’è la pattumiera di casa mia ma in caso contrario sforzatevi e usate un po’ più di fantasia.

5 commenti:

Mapo ha detto...

Superlativo!!!

Anonimo ha detto...

prof è troppo avanti ci ha spiazzato ma ci stiamo preparando per una controffensiva...un forum su di lei e altri professori contenente i vostri strafalcioni...la battaglia ha inizio...uhahahuh(risata malefica)

Anonimo ha detto...

grande... io sn d'accordo...
il forum ke sta nascendo è una booomba... ma io nn mi lamento... tnt nn figuro tra tt qll spazzatura!!!
modestamente...

Beppe ha detto...

caro anonimo,
per ora non ci sei, per ora...

suggerisco un'attenta lettura di Ecclesiaste 3, 1.4, che per tua comodità riporto di seguito:
(1) Per ogni cosa c'è la sua stagione c'è un tempo per ogni situazione sotto il cielo: (4) un tempo per piangere e un tempo per ridere.

interessante, vero?

Anonimo ha detto...

non mi farò intimidire dai suoi inutili tentativi di confondermi.
Farò si che la sua idea del blog si ritorca contro di lei,ad ogni sua pubblicazione che metta in ridicolo un solo componente della 3A noi risponderemo sul nostro blog mettendola in ridicolo,OCCHIO PER OCCHIO DENTE PER DENTE.
Le consiglio di arrendersi per preservare la sua salute mentale,ma se perseverrasse nella sua folle impresa HA TROVATO PANE PER I SUOI DENTI(uhahuahuau)
UN SOLDATO NON PIANGE
UN SOLDATO NON DIMENTICA
UN SOLDATO SI VENDICA