lunedì 30 aprile 2007

S come Sinistra (e come Simpson)

Post politico:
un possibile parallelo tra l'evoluzione della sinistra italiana e dei Simpson.

Pennellate senza verbi

Mi sono messo a leggere Scusa ma ti chiamo amore, di Federico Moccia.
Ok, vero, le espressioni nominali sono ad effetto, colpiscono il lettore e, per l'assenza del verbo, creano maggiore suggestione rispetto a quelle "normali", con soggetto, verbo e resto della frase. Però mi pare che se ne faccia un uso eccessivo negli incipit dei capitoli delle prime 100 pagine...


Uno
Notte. Notte incantata. Notte dolorosa. Notte folle, magica e pazza. E poi ancora notte. Notte che sembra non passare mai. Notte che invece a volte passa troppo in fretta. (pag. 9)

Due
Due mesi dopo. Al’incirca. (pag. 16)

Tre
Stessa ora, stessa città, solo più lontano. (pag. 20)

Cinque
Stessa ora, stessa città, ma più lontano. Eur. Dietro il Luna Park, in un grande spiazzo nascosto dalla penombra creata da alti pini, da qualche piccola montagna di verde, da un grande edificio ormai abbandonato da tempo. Un gruppo di ragazzi appoggiati ai motorini, altri seduti ai bordi della strada, altri ancora seduti in macchina coi finestrini aperti e le gamba appoggiate fuori, all’insù. (pag. 34)

Sette
Gelateria Alaska. (pag. 49)

Nove
Notte di finestre semiaperte per accogliere un cenno di primavera. Notti di coperte che proteggono e ricordi che lasciano dubbi e un po’ d’amaro in bocca. (pag. 60)

Undici
Stanza indaco. Lei. (pag. 73)

Quindici
Strada. Strada di periferia. Strada di traffico, di smog, di panni stesi, disordinati, di cassonetti ammaccati, di scritte senza amore, improvvisate. Le sue strade. (pag. 96)

domenica 29 aprile 2007

Dopo il fast food, il fast book

«L'eminente gruppo editoriale Orion uscirà il mese prossimo in libreria con un cofanetto di sei pietre miliari della letteratura mondiale. Non una gran notizia di per sé, se non fosse che le versioni proposte sono riduzioni che, come cita testualmente lo slogan, vengono presentate come great reads in half the time, grandi letture nella metà del tempo.
Sorge una domanda - tra le molte suscitate da una simile iniziativa: il piacere della lettura, l'empatia del lettore di fronte alla pagina scritta e alla vicenda narrata, il suo coinvolgimento emotivo, non dovrebbero proprio infischiarsene del "tempo" di lettura? Insomma, non è come paragonare Anna Karenina a una ricetta da cucina con il suo tempo di preparazione?».
A proposito di una recente iniziativa editoriale di "riduzione" dei classici.

Tutto Morozzi

Nell'ultima notte della gita praghese, quella che alunne, alunni e collega avevano trascorso per le strade ed i locali tipici della città, m'aveva fatto compagnia uno strano romanzo illustrato, Pandemonio. Romanzo schizoide di Gianluca Morozzi.
Dello stesso autore e fresco di stampa (inghiottito da pag. 1 a pag 79 proprio oggi, sul treno di ritorno da Milano), L'abisso, una strana storia, di cui ancora non conosco la fine :-)
Mi manca, ma ci metterò sopra le mani tra poco, Despero, la storia di Kabra, "il peggior chitarrista del mondo", e di dodici anni di furori rock e sconforti sentimentali. È, secondo la critica, «il perfetto, definitivo romanzo rock italiano» (Pulp); consigliato a chiunque suoni in un gruppo, «per il gusto di esclamare ad ogni pagina: "È proprio così”». (Linus)

domenica 22 aprile 2007

Aggiornamenti & giudizi

Di ritorno da Roma, le cronache dell'ultma parte della gita e un giudizio, positivo.

11:20:37 il prof: saluto!
11:20:52 l'alunno: buongorno prof...
11:21:32 il prof: sopravvissuti all'ultima scarpinata (sempre che l'abbiate fatta)?
11:22:10 l'alunno: si...soprattutto la serata di venerdi...un oretta a camminare...
11:22:24 il prof: o Madonna...
11:22:27 il prof: per dove?
11:24:13 l'alunno: dall' altare abbiamo fatto i fori...il colosseo...u po di lungotevere...poi siamo andati alla fontana di Trevi...
11:24:45 il prof: beh, niente di nuovo... se non sotto la luce notturna
11:25:09 l'alunno: infatti..la spiegazione che ci hanno dato i prof...
11:25:18 il prof: cmq. davvero complimenti; non m'aspettavo che le cose andassero così bene
11:25:30 il prof: almeno, per quanto ne so io...
11:25:33 l'alunno: davvero??
11:26:15 il prof: beh, non ho fatto granché fatica; un po' di scazzo lo si dà per scontato, qualche pirlata è da mettere in conto
11:26:21 il prof: una buona gita, direi
11:26:33 l'alunno: si..anche secondo me...

venerdì 20 aprile 2007

Piccola pubblicità


Ricevo e inoltro l'avviso sotto riportato; se interessati, contattatemi per avere eventuali notizie in più

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martedì 17 aprile 2007

Non per interesse privato

Se, in sede di compilazione della dichiarazione dei redditi, non sapete a chi devolvere il 5 per mille, suggerisco una lettura della comunicazione sotto riportata.
Grazie in anticipo, anche per la sola lettura!


Meglio prevenire

Da domani a sabato (venerdì, per il sottoscritto) si fanno le prove della gita di quinta con fanciulle e fanciulli di quarta, a Roma

domenica 15 aprile 2007

Di cinema e di libri


Inchiodati per terra o bruciati i libri illuminano cinema e teatro
di Stenio Solinas – Il Giornale venerdì 13 aprile 2007

Non si è ancora spenta l’eco dei Centochiodi cinematografici piantati da Olmi nei libri che arriva in teatro, appiccato da Ronconi, il rogo di carta di Fahrenheit 451. Quarant’anni fa, quando il testo di Ray Bradbury fu scritto, si paventava la fine della cultura, della storia, della memoria, per colpa di un eterno presente asettico e televisivo; quarant’anni dopo si accarezza l’idea di farla finita con la cultura, la storia, la memoria, in virtù di un amore universale che, rendendole superflue, le annulla. «Un libro non letto è un libro che non esiste» era la lugubre verità del primo. «Un libro letto non vale un caffè con un amico» è la provocatoria verità del secondo.

Sono metafore, si dirà, grida d’allarme lanciate da un lato contro il pericolo di un mondo manipolato, dall’altro nella convinzione che, divenuto feticcio, il simulacro della cultura domini il mondo. Eppure, un sottile filo rosso lega fra loro due opzioni apparentemente contrapposte. I libri sono pericolosi perché fanno pensare. I libri sono pericolosi perché ci impediscono di amare. In entrambi i casi, vanno eliminati. Anima religiosa, Olmi lascerebbe bruciare l’intera Biblioteca vaticana pur di salvare una vita umana, laddove il «milite del fuoco» immaginato da Bradbury a quella avrebbe dato fuoco per meglio possedere quest’ultima. Le intenzioni sono antitetiche, ma identico è il deserto che attende il sopravvissuto.

Il film di Olmi vagheggia un’età atemporale, o meglio un’età dove il tempo si fermi e non scorra più, perché ogni futuro che si preannuncia è peggiore del presente in cui si vive, del passato cui si resta ancorati. Se non c’è più storia, non si ha però nemmeno bisogno di memoria, e quindi si può essere limitandosi ad esistere. Il passo successivo è che si può essere senza per questo esistere.

Sotto questo aspetto, la metafora di Fahrenheit 451 è ancora più semplice: senza memoria, non c’è più storia, e chi controlla il passato gestisce il futuro. Sfuggiva al suo autore che per gestire ciò che è stato non è necessario abolirlo: basta favorirne l’oblio, la dimenticanza, la sostanziale interscambiabilità, lavorare per un unico, lunghissimo presente in cui lo ieri si stinge nell’oggi e l’oggi è già un domani di cui non ci si rende conto.
Dal romanzo di Ray Bradbury François Truffaut ricavò negli anni Sessanta il film omonimo: Truffaut era uno che amava i libri e quindi, lo diciamo sommessamente, amava la vita, e non è un caso che il suo «milite del fuoco» passasse al nemico, divenisse un «uomo-libro», per amore di una donna. Eppure, non era allo scrittore di fantascienza americano che il regista francese avrebbe dovuto rivolgersi, ma a un segaligno inglese che in un romanzo scritto negli anni Quaranta, 1984, aveva previsto quello che in realtà sarebbe successo. Non c’era bisogno di bruciare i libri, bastava riscriverli, non c’era bisogno di odiare il prossimo, bastava amarlo sino alla morte. La neolingua e il bispensiero, ecco che cosa attendeva l’umanità prossima ventura. «Il Ministero della Pace si occupa della guerra, il Ministero della Verità, della menzogna, il Ministero dell’Amore, della tortura». Ovvero, «la neolingua consiste nel semplificare al massimo la possibilità del pensiero. Giunti che saremo alla fine, renderemo il delitto di pensiero, ovvero lo psicoreato, del tutto impossibile perché non ci saranno più parole per esprimerlo».

Il film di Olmi è un esempio inconsapevole di bispensiero e di neolingua. La semplicità, ci dice, è profondità, la natura è meglio della cultura. Le religioni non hanno mai salvato il mondo, figuriamoci i libri... Facciamo a meno delle une e degli altri, amiamoci, saremo felici e così lo salveremo. Impregnato di cristianità, Olmi sogna un mondo in cui le relazioni fra gli esseri umani e il Signore di tutte le cose non abbiano altra mediazione che il cuore. Impregnato di laicità Bradbury vedeva nel sapere l’unica fonte possibile del conoscere, e quindi del vivere. Come ogni pensiero manicheo, tertium non datur, eppure sappiamo benissimo che ci sono ignoranti sapienti e che per amore si può uccidere, soggiogare e morire. Curiosamente, tuttavia, il cristianeismo dell’uno e il laicismo dell’altro convengono su un punto. Inchiodando i libri, Olmi vuole che il verbo torni a essere carne, testimonianza palpitante di un’esperienza vissuta, e non letta, non orecchiata. Nel dar vita agli uomini-libro, che si sono ribattezzati l’un l’altro con il nome del romanzo imparato a memoria, Karamazov, Guerra e pace, Orlando furioso, anche Bradbury opera la stessa trasformazione, la parola scritta si fa azione, letteralmente si incarna.

Sembra che Michael Cimino abbia pronta per il cinema la sceneggiatura di La condizione umana di André Malraux. Cimino è un regista pazzo e visionario, grande nei successi come nei fallimenti, ma se riuscisse a trasformarla in film, forse avremmo non la risposta, impossibile, al tema che Olmi e Bradbury hanno a loro modo trattato, ma un’altra chiave di possibile lettura. Perché la condizione umana non è altro che la morte e per secoli la nostra finitezza ha lottato con questa sua condanna, ha cercato nella insensatezza del vivere un senso dell’esistere, ha costruito cattedrali, esplorato territori sconosciuti, eretto altari, scritto e dipinto capolavori, sempre e comunque con l’idea di lasciare un segno che sconfiggesse il tempo, che si incarnasse anch’esso in parole e opere. Una lotta titanica destinata comunque alla sconfitta, pessimista eppure meravigliosamente attiva, il canto orgoglioso e disperato dell’essere umano di fronte a sé stesso e all’ignoto che lo circonda.

Perché forse, e più semplicemente, il problema non è di salvare il mondo, ma umanamente di limitarsi a viverlo, a viverci, con tutti i possibili e immaginabili atti di vigliaccheria e di eroismo, di bontà e di cattiveria, vittorie e cadute. Semplici uomini, appunto, né angeli né demoni. Diceva il Dedalus di James Joyce: «Vivere, errare, cadere, trionfare, ricreare la vita dalla vita».

martedì 10 aprile 2007

Sconti fiscali per la pratica sportiva dei ragazzi

Il governo informa che è stato adottato il decreto ministeriale che definisce le regole da rispettare per usufruire della possibilità, prevista dal comma 319 dalla Legge Finanziaria 2007, di portare in detrazione il 19% delle spese sostenute per l'iscrizione e l'abbonamento dei ragazzi dai 5 ai 18 anni ad associazioni sportive, palestre, piscine e altre strutture destinate alla pratica sportiva dilettantistica, fino a un massimo di 210 euro anno.

«Non è nel sepolcro delle identità che noi veramente siamo»

Il più bel commento che io abbia letto sul caso di Matteo,
il 16enne suicidatosi (anche) perché rimproverato dai suoi compagni di essere omosessuale.

domenica 1 aprile 2007

Ad memoriam servandam

L'amore è un dio, di Eva Cantarella, racconta le storie di sempre e la passione di un tempo.
«Per i greci l'amore era un dio di nome Eros. Un dio armato, che con il proprio arco scoccava frecce spesso mortali. Chi ne veniva colpito non aveva scampo: si innamorava. Ma Eros non era solo sentimento, era anche desiderio sessuale...»

English lessons

Da noi si è usciti con una circolare sui telefonini, in Inghilterra il ministro dell'Istruzione Alan Johnson lo ha detto chiaramente: da domani finisce l'era del permissivismo in classe.

Due per il primo

Quelli di Google fanno le cose in grande e attivano, nello stesso giorno, due funambolici prodotti gratuiti:

Google TiSP, la connessione a banda larga che sfrutta le reti esistenti

GPaper, il nuovo servizio che ti stampa e spedisce a casa tutte le mail che vuoi