giovedì 28 aprile 2005

Il Grillo parlante

Il sito di un comico.

Un comico?

Suicida per vivere

In tutta la produzione dell Alfieri, nella varietà dei generi letterari toccati (trattato, tragedia, autobiografia, lirica) sono costantemente presenti due idee di fondo: la rappresentazione di un particolare mito umano, di una particolare figura di uomo e la celebrazione della libertà. Alfieri presenta una mitologia umana che ha come elementi di fondo l'agonismo eroico, l'ansia di assoluto e l'angosciosa coscienza del limite; secondo l'autore la risposta a questo senso di insoddisfazione, il riscatto da questo amaro destino è il suicidio, concepito come protesta alla vita. Alfieri riflette sul problema della conquista della libertà e trova nel suicidio una possibile soluzione.

Non lo dico (solo) io, lo dicono anche qui.

mercoledì 27 aprile 2005

Chiesa di storie

"E' meglio nascondere la tua idea oscura e sperare che tutti facciano lo stesso, o descrivere e condividere con gli altri quell'idea oscura?
E ancora, facciamo più danno quando condividiamo le nostre fantasie oscure, esplorandole attraverso una canzone, un racconto o un quadro, o quando le neghiamo?
Le storie sono il modo che gli umani hanno di digerire le proprie vite, assorbire e assimilare anche i peggiori eventi.
(Chuck Palahniuk)

"Church of stories": l'intervento di Chuck Palahniuk in lingua originale e nella traduzione italiana.
Il sito italiano dell'autore; quello ufficiale in inglese e, per finire, quello di Haunted, il romanzo composto di brevi racconti, che sta per essere pubblicato negli USA.
Letture da angoscia.

Auguri per un pelo (di naso)

Il modo più incredibile di mandare una mail, magari di auguri, da uno dei siti più geniali che abbia mai visto.
Caldamente iper-consigliato.

Coincidenze

Se ripenso alla discussione sui buchi, in terza...
se ripenso al brano delle Cosmicomiche, in quinta...


Il Quadrato e la Sfera
Edwin A.Abbott,  [in] Flatlandia (1882), […] descriveva un pianeta bidimensionale del tutto piatto come «un vasto foglio di carta su cui delle Linee Rette, dei Triangoli, dei Quadrati, dei Pentagoni e altre figure geometriche, […], si muovevano qua e là, liberamente sulla superficie o dentro di essa, ma senza potersene sollevare […]. In un paese simile […] – dice il Quadrato narrante – […] noi non siamo in grado di vedere niente […] perlomeno non in misura tale da poter distinguere una figura da un’altra». Poi un oggetto tridimensionale, una Sfera, irrompe per annunciare il “Vangelo delle Tre Dimensioni” e vista l’incredulità del Quadrato lo porta con sé in Spacelandia. L’essere bidimensionale esclama angosciante: «Questa è la follia o l’Inferno!». «Nessuno dei due», replica la voce della Sfera, «questo è il Sapere; sono le Tre Dimensioni: riapri l’occhio e cerca di guardare un po’».

Giuseppe Romano, in «Il Domenicale», sabato 16 aprile 2005

2 piccioni con una fava

per chi ha sempre fretta, un aiuto nelle ricerche sulla rete, qui.

martedì 26 aprile 2005

Il buongiorno si vede dal mattino?

"Mio nonno e mia nonna parlavano molto volentieri di decessi.
Opsedali, obitori e tombe erano il loro caviale quotidiano. E poi le improvvise complicazioni renali, le fatalità cardiovascolari, tutta la lotteria del corpo umano.
Nel loro tinello effettuavano autopsie immaginarie sui corpi di remoti conoscenti alla ricerca delle vere cause, e litigavano screditando lumibari.
Per il resto, eccetto questa dialettica ospedaliera e mortuaria, si parlavano poco, non si facevano gli auguri di compleanno, mai bigliettini o cose da scartare.
Spesso li avevo sentiti vantarsi della loro sforuna. Dicevano, gongolando, che la malasorte li teneva nel mirino.
Il fatto è che non erano predisposti alla felicità. E la felicità, a scanso di equivoci, li evitava."

L'incipit del romanzo "Vent'anni che non dormo", di Marco Archetti (Feltrinelli, 2005), non lascia sperare molto bene. L'ultima di copertina*, invece, sì.
Vi farò sapere.


*"Chiara aveva un debole. Per chiunque."

lunedì 25 aprile 2005

Questione di dimensioni?

Il sito più piccolo del mondo.

Già raccontate tutte le storie

(Appunti tratti dalla recensione "Le sette trame capitali" di Luigi Sampietro, Domenica de Il Sole 24 ore, 17 Aprile 2005)

Secondo lo studioso americano Christopher Booker (“The seven basic plots: Why we tell storics”, London, 2004, pagg. 728, € 32) tutti i romanzi e i film sono riconducibili a pochi canovacci fondamentali. Ne individua sette:

1. Il mostro sconfitto (Overcoming the Monster)
Storie in cui l’eroe sconfigge un mostro o allontana una minaccia, arriva alla conquista di un tesoro oppure della mano dell’amata.
Es: Davide e Golia, Gilgamesh, Lo Squalo, James Bond.

2. Dalle stalle alle stelle (Rags to Riches)
Storie di persone del tutto normali che scoprono in sé una seconda e migliore identità.
Es: Cenerentola, David Copperfield, Jane Eyre, i protagonisti dei film La febbre dell’oro e My fair Lady.

3. La rinascita (Rebirth)
Qui occorre che prima qualcuno muoia. E che si tratti di morte apparente. O, per lo meno, simbolica. Poi qualcosa succede. Ed è un miracolo. Per cui ritornano la vita e la luce.
Es: Biancaneve, Canto di natale, Delitto e castigo, Tutti insieme appassionatamente.

4. La ricerca (The Quest)
Avventure e peripezie all’inseguimento di un obiettivo o di una ricompensa. Un tesoro di inestimabile valore o l’oggetto del desiderio. La salvezza eterna o qualche forma di redenzione morale.
Es: l’Odissea, la Divina Commedia, Il Giro del mondo in 80 giorni, I predatori dell’arca perduta.

5. La commedia (Comedy)
Storie di travestimenti ed equivoci, imbrogli scoperti ed appuntamenti mancati. E trame che prendono in giro se stesse. Ma poi tutto s’aggiusta per cui tutto è bene quel che finisce bene.
Es: Le vespe (di Aristofane), L’avaro (di Molière), Le nozze di Figaro, i film dei Fratelli Marx.

6. Il viaggio e il ritorno (Voyage and Return)
Storie in cui succede qualcosa (un naufragio, un incontro o una guerra) che proietta gli eroi in un mondo o una dimensione sconosciuta.
Es: l’Asino d’oro (di Apuleio), Robinson Crusoe, Alice nel paese delle meraviglie, Via col vento.

7. La tragedia (Tragedy)
È una storia che finisce male. Ma non solo. È costruita secondo una sequenza, vero e proprio archetipo, di cinque tempi. Gli eroi sono sopraffatti da una passione che li porta al disastro e alla morte.
Es: l’Orestea (di Eschilo), Anna Karenina, Madame Bovary, Lolita.


La teoria è molto interessante. (Mi) Suggerisco:
* un giro su google per vedere altre recensioni del libro -- fatto
* verificare a scuola se si riesce a trovare qualcosa di nuovo

domenica 24 aprile 2005

questa scuola non piace (anche a me)

(...) Infine, a scuola bisogna riconoscere che prevale, ed è premiata, molto di più la cultura del comportamento strumentale rispetto a quella del comportamento finale, molto di più la cultura dell’utile rispetto a quella del disinteressato. Un libro letto per piacere vale meno, infatti, in termini di potere di scambio nel profitto, ma anche in termini di “fama” genericamente scolastica, di un libro letto per obbligo. Allo stesso modo un ragazzo che studia volentieri è un “ingenuo”, mentre chi studia per il bel voto o per il diploma è un “furbo”, ecc.
L’idea che, a scuola, la meta sia in ogni momento del viaggio e non solo alla sua fine (titolo di studio) non raccoglie molti consensi reali, anche se, proprio per questo strabismo sostanziale, capita sempre più spesso che, giunti al termine, convenga certificare sul piano formale che molti sono giunti nella città di destinazione anche se non è vero.

L'intervento completo di Giuseppe Bertagna è diponibile nella cartella "approfondimenti e altro".

sabato 23 aprile 2005

(vedi il post precedente) ps: io vi aspetto qui...

The Dante's Inferno Test has sent you to Purgatory!
Here is how you matched up against all the levels:
LevelScore
Purgatory (Repenting Believers)High
Level 1 - Limbo (Virtuous Non-Believers)Low
Level 2 (Lustful)Moderate
Level 3 (Gluttonous)Moderate
Level 4 (Prodigal and Avaricious)Very Low
Level 5 (Wrathful and Gloomy)Low
Level 6 - The City of Dis (Heretics)Very Low
Level 7 (Violent)Low
Level 8- the Malebolge (Fraudulent, Malicious, Panderers)Moderate
Level 9 - Cocytus (Treacherous)Low

Take the Dante's Inferno Hell Test

10 minuti per 4 passi all'Inferno

Attualissimo per i terzani, un po' meno per i quartani, meno ancora per i quintani.
Ma bellissimo!

venerdì 22 aprile 2005

Copiare o studiare? (part two)

Quando ho letto la rubrica delle lettere di Beppe Severgnini sul Corriere m'è venuto da pensare...

Copiare o studiare?

La discussione sui "doveri" e sulla "morale" iniziata in terza alla quinta ora può proseguire con questo passo di Cicerone (De officiis, I 5), che credo interessante. Nella sostanza, il contrasto di cui si parla è quello tra "utile" e "onesto": passo avanti o rispetto la fila? restituisco il portafoglio o mi tengo i soldi? copio o studio?

Ma ci sono alcune scuole che, con la loro definizione del sommo bene e del sommo male, sovvertono ogni moralità. Chi definisce il sommo bene come affatto disgiunto dalla virtù, e lo misura non col criterio dell'onestà, ma con quello del proprio vantaggio, costui, se vuol esser coerente a se stesso, e non è vinto talora dalla bontà della propria indole, non potrà coltivare né l'amicizia, né la giustizia, né la liberalità: certo non può essere in alcun modo forte, giudicando sommo male il dolore, né temperante, ponendo come sommo bene il piacere.
Qui il testo completo.


PS: No comment su quanto ho sentito dire (e ho visto...) in classe; spero la depressione passi presto.

mercoledì 20 aprile 2005

Tu sei come una giovane, una bianca pollastra

C'è chi sta sopra le parti; chi si sta in fondo all'aula, e chi al lato opposto, quasi sotto la cattedra... Proprio come stamattina, in quinta.
Complimenti a chi ha partecipato alla discussione.

About Boccaccio

Per la lettura integrale del Decameron in italiano; per apprezzare il fatto che anche degli americani possano fare ricerche interessanti su Boccaccio.

martedì 19 aprile 2005

Benedetto XVI

Dall'ultima omelia da Cardinale:

Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde - gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cf Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie.
Noi, invece, abbiamo un’altra misura: il Figlio di Dio, il vero uomo. É lui la misura del vero umanesimo. “Adulta” non è una fede che segue le onde della moda e l’ultima novità; adulta e matura è una fede profondamente radicata nell’amicizia con Cristo. É quest’amicizia che ci apre a tutto ciò che è buono e ci dona il criterio per discernere tra vero e falso, tra inganno e verità. Questa fede adulta dobbiamo maturare, a questa fede dobbiamo guidare il gregge di Cristo. Ed è questa fede - solo la fede - che crea unità e si realizza nella carità. San Paolo ci offre a questo proposito – in contrasto con le continue peripezie di coloro che sono come fanciulli sballottati dalle onde – una bella parola: fare la verità nella carità, come formula fondamentale dell’esistenza cristiana. In Cristo, coincidono verità e carità. Nella misura in cui ci avviciniamo a Cristo, anche nella nostra vita, verità e carità si fondono. La carità senza verità sarebbe cieca; la verità senza carità sarebbe come “un cembalo che tintinna” (1 Cor 13, 1).

Bertoldo, Bertoldino & Cacasenno

Visto che il racconto, solo accennato stamattina in terza, ha ottenuto un inspiegabile successo, posto il link per la lettura completa del romanzo (riservato a persone di stomaco forte*).

E, se qualcuno riuscisse a procurarsi il film di cui si parla qui e qui, magari potrebbe fornire l'occasione per vederlo poi insieme in classe (dato che siamo da poco dotati di magnifica tv).

* un assaggio dall'inizio della narrazione
Fattezze di Bertoldo.
Prima, era costui picciolo di persona, il suo capo era grosso e tondo come un pallone, la fronte crespa e rugosa, gli occhi rossi come di fuoco, le ciglia lunghe e aspre come setole di porco, l'orecchie asinine, la bocca grande e alquanto storta, con il labro di sotto pendente a guisa di cavallo, la barba folta sotto il mento e cadente come quella del becco, il naso adunco e righignato all'insù, con le nari larghissime; i denti in fuori come il cinghiale, con tre overo quattro gosci sotto la gola, i quali, mentre che esso parlava, parevano tanti pignattoni che bollessero; aveva le gambe caprine, a guisa di satiro, i piedi lunghi e larghi e tutto il corpo peloso; le sue calze erano di grosso bigio, e tutte rappezzate sulle ginocchia, le scarpe alte e ornate di grossi tacconi. Insomma costui era tutto il roverso di Narciso.

domenica 17 aprile 2005

Scuola & amori

Giulia Carcasi, Ma le stelle quante sono, Feltrinelli 2005.

dalla presentazione nel sito dell'editore
C'è una generazione fatta di sms, gavettoni, crepe alla nutella, professori frustrati; c'è la voglia di essere ascoltati e di giudicare la vita, gli adulti, l'ingiustizia. Ci sono Carlo e Alice: stessa classe e, a volte, stesso banco. Lui è meravigliosamente imbranato, senza modelli da incarnare, senza maschere. Lei si sente diversa, non omologata, è uno spirito critico e, al contempo, una sognatrice. Il loro cuore è ancora poco addestrato, bravissimo a sbagliare. E così Alice casca tra le braccia di Giorgio, misterioso e intrigante. Carlo si lascia sedurre da Ludovica, la classica ragazza facile che sa il fatto suo. Diciotto anni. Due ragazzi si affacciano su un mondo adulto che capiscono poco, tanto più se la scuola, la famiglia e gli amici si mettono di mezzo...
"Ma le stelle quante sono" è un romanzo senza peli sulla lingua, schietto, diretto, una freccia che va dritta al bersaglio. Una partita di ping-pong sentimentale. Con una bella ventata di romanticismo. Un libro a due facce. A due sessi. A due voci. Per un amore solo.

venerdì 15 aprile 2005

Ah!, un omaggio a Pontiggia

Tratto da "Prima persona" di Giuseppe Pontiggia, un pezzo unico sull'importanza dell'interpretazione. Da leggere, per forza.

Wagner e Garibaldi ad Acireale
Scopro su "Diario" una storia zen che ha come protagonisti Wagner e Garibaldi.
Nell'articolo di Roberto Alajmo sul soggiorno di Wagner a Palermo, tra il 1881 e il 1882, si racconta l'incontro a distanza, avvenuto ad Acireale, tra l'inventore della musica dell'avvenire e l'eroe dei due mondi.
Il treno che trasporta Garibaldi si ferma alla stazione, proprio di fronte all'Hotel delle Terme, residenza temporanea di Wagner.
La folla acclama.
Il compositore in vestaglia scende in strada e chiede al direttore dell'albergo chi è quel vecchio acclamato dalla folla.
Il direttore dell'albergo gli risponde che è l'eroe dei due mondi.
Wagner dice: «Ah!».
A sua volta Garibaldi, vedendo dal treno quella figura venerabile in vestaglia, chiede chi sia.
Gli viene risposto che è l'inventore della musica dell'avvenire.
Garibaldi dice: «Ah!».
Nessuno dei due si muove, il treno riparte.
È un evento che nella storia dell'Occidente – come si suole dire per convenzione astronomica – non ha uguali. Due uomini epocali suggellano il loro muto incontro con l'interiezione più arcaica: «Ah!».
Viene cosi risparmiata ai posteri ogni frase memorabile e ci si limita a un lascito esemplarmente alieno da ogni volontà dimostrativa ("Ah!"), da ogni entusiasmo edificante ("Ah!"), da ogni scoperta della comune matrice storica, ("Ah!"), da ogni irrinunciabile impegno, compito o missione ("Ah!"), da ogni abbraccio fraterno ("Ah!").
Ci viene offerta invece l'immagine familiare e dimessa di una curiosità rassegnata ("Ah!"), di una concentrazione distratta ("Ah!"), di una Storia centripeta trasformata in Storia centrifuga ("Ah!"), di un presentimento della fine ("Ah!"), di una evasione privata ("Ah!"), di uno scandaglio intimo ("Ah!").
Anche "Ah!" del resto, secondo alcuni grammatici, è una frase. Solo che ne contiene così tante, da diventare alla fine la più ricca ("Ah!") e la più completa ("Ah!").

mercoledì 13 aprile 2005

Il bello del tempo reale

Visto che qualcuno stamattina s'è preso la briga di controllare se il test era disponibile online, mi sento in dovere di ricompensare la premura mettendo nella cartella di terza sia il file con le risposte corrette che la tabellina con le valutazioni (rigorsamente anonima!). Saluti a tutti gli affezionati lettori!

PS: i risultati non sono poi così male; questo mi sprona a proseguire sulla strada delle verifiche a sorpresa
PPS: non è bello dire o pensare parolacce all'indirizzo del prof dopo aver letto il precedente ps...

martedì 12 aprile 2005

È pronto

Test di italiano
Due parole su vita e opere di Giovanni Boccaccio
(dedicato a chi di parole ne ha fatte ben più di due…)

21 domande vero/falso con il seguente criterio di correzione (senza paracadute):
per ogni risposta esatta: +0,5 punti
per ogni risposta omessa: -0,15 punti
per ogni risposta errata: -0,25 punti

Fecondazione assistita (2)

Nella cartella "approfondimenti e altro" l'intevento odierno con cui Giuliano Ferrara risponde alle tesi di Giuliano Amato pubblicate ieri sul Corriere della Sera.

lunedì 11 aprile 2005

Scrive don Ettore

In occasione dei prossimi referendum sulla procreazione assistita e sentendoci partecipi dell'attuale dibattito sulla legge 40

Sabato 30 aprile 2005
le classi quarte e quinte superiori
incontreranno la sen. Emanuela Baio Dossi (relatrice della legge 40)

La successione delle classi è la seguente:
08.10 - 09.50 Classi quinte superiori
10.50 - 12.30 Classi quarte superiori

N.B.: Nell'eventualità di un dibattito vivace è possibile, per le classi quinte, che venga utilizzata anche la terza ora.

Spero che fanciulle e fanciulli di quarta, che stamattina hanno avuto modo di iniziare una discussione seria con la lettura del mega-articolo di Giuliano Amato pubblicato sul Corriere della Sera, proseguano la loro opera di sensibilizzazione preventiva. Idem, articolo escluso, per ragazze e ragazzi di quinta.

domenica 10 aprile 2005

Intelligenza artificiale

Sembra un gioco, ma non lo è...
...e funziona davvero, per (quasi) ogni cosa si possa pensare.

Da provare!

462 Kb

per rivedere il mega-file della simulazione di prima prova dello scorso sabato, nella cartella di quinta.

mercoledì 6 aprile 2005

Questa fila non era nei conti

L'articolo di fondo dell'edizione odierna di Avvenire, disponibile in pdf nella cartella "materiali".

Che cosa cercate, in questa fila lunga, grandiosa? Non era previsto.
Cosa cercate? Perché arrivare fin qui dopo un viaggio anche lungo, o aver lasciato le case, gli uffici, o rinviato altre gite, altri appuntamenti? Cosa cercate sfilando, così rapidamente, sostando un niente, dopo ore in piedi? Cosa vi spinge? Una commozione reale? O il sentimento indotto, dolciastro, massmediale? No, non può esser solo la tivù. Qui siete venuti. In tanti. Tanti "io", tanti "tu".
L’altra sera quando si è sparsa la notizia temuta che ci avevano fatto antivedere, per le strade avete rallentato il passo, cercato una chiesa che avreste voluto aperta. Cosa cercate? Forse in quest’epoca per molti aspetti tetra e spettacolare anche il lutto può divenire occasione di ritrovamento, di riconoscimento? Come accade ai ragazzini che spesso lasciano sciarpe, magliette, frasi nei punti dove uno di loro è scomparso, dove un accidente lo ha tolto. In quei gesti strani, di omaggio al mistero, c’è una strana affermazione: io ci sono. Siamo in un’epoca di ragazzini? Siete tutti dell’orrenda razza dei sentimentali? Di coloro che per primi piangono e per primi dimenticano? Di coloro che si nutrono della propria commozione come di una dura autogiustificazione? Siete della razza dei vili? Di coloro che usano qualcosa, qualcuno, qualsiasi cosa per potersi sentire ancora vivi? Cosa cercate? Esserci, come un imperativo, nel luogo di cui tutti parlano, nel luogo dove accade qualcosa di importante.
Vi commuovete per lui o vi commuovete per voi stessi? Per gli anni passati, gli ideali appannati, per i peccati, sì, anche se non li chiamate così, e per le gioie passate? O forse siete qui per vedere il gran personaggio prima che ci sia sottratto alla vista? Ma non era difficile trovarlo, non era uno che si ritraeva, non faceva il personaggio, appunto. Apriva la sua finestra, aveva aperto le porte. S’è dato. Non era difficile incontrarlo. In molti l’avevate giàvisto, e allora cosa cercate? Avete tutte le età, in questa fila si è forse incamminata un’invisibile e pur presente eterna umanità. Qualcosa che è in viaggio da sempre. Qualcosa che cerca da sempre. Non vi aspettavano, i guardiani della basilica. Non vi aspettavano così tanti. Non aspettavano lei, quella sempiterna, discutibile, difettosa, umanità. Che cerca sempre. Che s’incammina sempre. Quella umanità che non è bella perché non è un’idea, ma è fatta di singoli.
Chi prenderà sul serio tutto questo? Chi sta prendendo sul serio il vostro desiderio? Chi lo sta ricevendo oltre a lui, al grande Papa ora però defunto?Chi non vi sta trattando da folla, da gente, da pubblico, da massa? Chi vi chiederà a uno a uno: cosa cerchi? Cosa indaghi con lo sguardo sotto le navate dove stai in fila, e prima fuori, nella piazza coronata dal Bernini? E cosa indaghi guardando il cielo di Roma?
Non vi avevano previsto. Perché non vi avevano mai visto? Lui vi aveva visto. Per questo forse tornate a farvi vedere. Non a guardarlo. Ma a farvi guardare. Cosa cercate? Il suo sguardo? Come se nessun’altro, o pochi altri, vi avesse guardato così. Come se poche volte, troppe poche volte, aveste incontrato uno sguardo così. Come se fosse raro. E allora da cercare, da chiedere, da ringraziare. Forse voi non cercate qualcosa che si trova tra i morti. Come all’alba della Resurrezione fu l’angelo ad avvertirlo: "Perché Lo cercate tra i morti?". Tutto il mondo parla di un morto. Ma la vostra presenza qui, la vostra muta costanza, la vostra discutibile pazienza, è il primo indizio, potente, che si tratta di un Vivo.

venerdì 1 aprile 2005

Oltre la fine

Karol Wojtyla, da La speranza che va oltre la fine (1975)

4.
Ma la morte è un'esperienza finale,
Ed ha sapore d'annientamento -
Con la speranza le strappo il mio «io», glielo devo strappare,
Superare così l'annientamento...
Allora, d'intorno, si levano grida, si leveranno di nuovo:
«Sei pazzo, Paolo, sei pazzo!»
ed ecco contro me stesso
e contro una moltitudine combatto per la mia speranza -
in me non la sostiene
nessuno strato di memoria,
nello specchio in cui tutto passa non trova un riflesso
ma soltanto nel Tuo Passaggio pasquale,
a cui si lega l'iscrizione più profonda del mio essere.

5.
E così m'iscrive in Te la mia speranza,
Fuori di Te non posso esistere -
Quando innalzo il mio «io» sopra la morte
Svellendolo da un suolo di sterminio,
Questo avviene
Perché esso sta in Te
Come nel Corpo
Che dispiega la sua potenza sopra ogni corpo umano
E rinnova il mio «io», cogliendolo da un suolo di morte
In figura diversa eppure tanto fedele,
Dove il corpo della mia anima e l'anima del mio corpo ritornano a
congiungersi
Fondando sulla Parola, per sempre, la vita fondata prima sulla terra,
Dimenticando ogni affanno, come al levarsi, nel cuore, d'un Vento improvviso
Al quale nessun uomo vivente può resistere
né le cime dei boschi, né in basso le radici che si fendono.
Il Vento mosso dalla Tua mano, ecco, diviene Silenzio.

6.
Gli atomi dell'uomo antico fanno compatta la gleba
Primordiale del mondo ch'io raggiungo con la mia morte,
Li innesto in me definitivamente
Per trasformarli nella Tua Pasqua ­ che è il tuo PASSAGGIO.