mercoledì 22 dicembre 2010

Natale in quarta

Il promemoria dei lavori per la quarta è nella apposita cartella.
In sintesi: saggio breve su Machiavelli e lettura di Fontamara per tutti; Io e te di Ammaniti per gli itineranti.
Rilettura del libro dell'Eneide già letto durante le vacanze e aggiunta di un altro libro per tutti.

martedì 21 dicembre 2010

Natale in quinta

Ricordo che il promemoria dei lavori per la quinta è nella apposita cartella.
E ricordo anche che sarebbe opportuno sapere se andiamo o no a Milano a vedere i "Giganti della Montagna" di Pirandello (che sia dopo o meno la visita al Museo del Novecento, poco importa...)

domenica 19 dicembre 2010

Aracnofagia

Trovato per caso in un fascicolo pubblicitario, allegato al Venerdì di Repubblica la scorsa settimana, questo finale del primo capitolo del romanzo sotto citato m'ha incuriosito davvero tanto.
«Alle tre e dieci il vecchio si sveglia di soprassalto al suono secco di legno contro legno da una delle stanze di sotto. Si mette seduto e resta in attesa di qualche altro rumore, ma non sente niente. Punta la sveglia alle cinque, poi si rimette giu e chiude gli occhi. La bocca si apre e il suo respiro riempie di nuovo la stanza, partendo con un sibilo lieve per poi trasformarsi in un rantolo, inspirazioni ed espirazioni talmente indistinguibili da fondersi in una sorta di ronzio ondeggiante.
Un ragno grassoccio avanza lungo il lenzuolo, spiccando nitido su quel bianco acceso. Passa sulla manica della camicia da notte, e qui indugia un po' prima di affrettarsi verso il collo. Nell'attimo in cui la prima delle sue otto zampe marrone scuro gli sfiora la pelle fredda, il vecchio si sveglia di nuovo. Non si muove, ma il rantolo cessa di colpo e il respiro si fa sommesso e lieve. Il ragno fa uno sprint verso la guancia, e rimane immobile per un istante prima di avvicinarsi alla bocca, rimasta spalancata. Si blocca di nuovo, quasi indeciso sulla prossima mossa, poi, con un'agilità che rasenta la grazia, si lancia nel baratro.
La bocca del vecchio si richiude e il ragno corre in tondo, cercando di uscire, ma non c'è scampo dalla lingua sottile che prima lo spinge contro la guancia e poi tra i denti posteriori. Si dibatte aspramente un'ultima volta prima di finire sgranocchiato e ridotto in una poltiglia sabbiosa mentre la lingua lambisce i denti per raccogliere i pezzetti rimasti.
Il respiro rallenta, e il vecchio manda giù i rimasugli. Poco dopo ricomincia il rantolo, dentro e fuori. Tutto come prima».

Dan Rhodes, Il bizzarro museo degli orrori, Newton Compton, pag. 12-13

venerdì 10 dicembre 2010

Simulatio, simulationis....

Il programma e le letture per la prima simulazione di terza prova sono disponibili nella cartella di quinta.

sabato 4 dicembre 2010

Lavori di approfondimento - quarta

Si svolgano i due temi proposti, inviando il lavoro (esclusivamente per mail!) entro il 13 dicembre.

1) Dimostra, in un breve testo di circa 15 righe se la seguente affermazione è vera o falsa.
“Cicerone fu un seguace della filosofia epicurea e, come Lucrezio, cercò sempre nelle sue opere di divulgare il pensiero del maestro”.

2) Cerca di definire, in un breve testo di 15 righe al massimo, la principale differenza tra la storiografia di Sallustio (metodo, ideologia, stile) e quella di Giulio Cesare.

Lavori di approfondimento - quinta

Si scelga una delle due tracce proposte, inviando il lavoro (esclusivamente per mail!) entro il 13 dicembre.


prima traccia

Il genere epico e quello satirico nell’età di Nerone riflettono il desiderio di affermare novità di stili e di forme rispetto alla precedente produzione propria dei due generi. Predisponi una tabella riepilogativa che illustri quali furono gli esponenti e le opere appartenenti a teli generi letterari e rilevandone gli spunti di originalità che essi presentarono.
Il pessimismo che pervade situazioni, temi e linguaggio delle opere di questo periodo rimanda ad una presa di coscienza circa il mutato clima culturale, anche a causa di una ben precisa corrente filosofica. Si può dire che le nuove opere satiriche, epiche e tragiche non mirino soltanto a un rinnovamento formale dei rispettivi generi letterari ma si carichino di significati ideologici in quanto riflettono le reazioni degli scrittori alla mutata situazione politica?


seconda traccia
Analizza la novella “La matrona di Efeso” contenuta nel Satyricon; cerca di rappresentarne graficamente l’evoluzione degli eventi avendo particolare attenzione ai termini ed ai momenti che ritieni più significativi.
Esprimi poi una tua motivata riflessione sul giudizio di seguito riportato.
“La matrona di Efeso sa affrontare una difficoltà con assai maggiore autorevolezza di un uomo. Petronio dunque, sottolineandone l’immoralità ma esaltandone l’astuzia, non sottopone il personaggio a un giudizio univoco: come fa di solito, egli si astiene da qualunque lettura moralistica dei fatti narrati.” (M. Reali)

martedì 30 novembre 2010

In questa turba gaia...

Ci sono alunni di quinta che, su Facebook, apprezzano pagine tipo "Poeti fattoni che sotto l'effetto di oppio scrivono cose incomprensibili". Ecco, potremmo chiederci cos'avessero in testa loro, quando scrivevano queste frasi, parafrasando il Paradiso...

I 13-27
O eccellente Apollo, per il mio ultimo lavoro fammi contenitore della tua ispirazione poetica, mandandomi a prendere l'amato alloro. FG
O divino Apollo, all'ultimo lavoro fammi del tuo valore sia fatto contenitore, come mi mandi a darmi l'amato alloro. EF
Entra nel mio petto e ispirami così come scorticasti le membra di Marsia. VB
Entra nel mio cuore e ispirami come hai aiutato Marsia a spogliarsi delle sue membra. SG
Prima passando per il monte Parnaso, ed ora anche in questo nuovo regno mi è possibile entrare nel luogo di combattimento recintato. MR
O divina virtù se mi assisti in modo tale che la mia ombra nel paradiso rimanga impressa nella mia mente e in modo tale che io possa manifestarla, fà si che mi veda venire ai piedi del tuo diletto legno...
O divina virtù, mi vedrai venire ai piedi del tuo diletto legno, e coronarmi delle foglie che la materia di cui parlo e tu mi farete degno. PCM
...e mi vedrai essere coronato di alloro che la poesia e che tu mi farai degno. LM
O divina virtù, se ti presterai a me tanto che sulla mia testa manifesterò l'ombra del beato regno mi vedrai venire ai piedi del tuo diletto legno, e mi vedrai incoronato con le foglie della materia di cui tu mi farai degno. GS

I 76-90
...mi parve innanzi una visione del cielo così infinito come mai ne fiamma ne pioggia fecero mai sole, fiume o lago così grande. MR
Beatrice mi disse: «Tu che entri nell'errore a causa del fatto che non conosci la verità, e quindi non riesci a vedere ciò che vedresti se riuscissi a superare quell'errore che commetti nel pensare, (se superassi ciò che la tua mente t'impone il pensiero comune) vedresti il vero». MR

III 70-87
Poiché vedrai non accadere in questi cieli, se l'essere pieni di amore divino qui è necessario e se non ammiri la natura di questa carità. VB
Ciò che vedrai succedere in questi cieli, che qui l'essere pieni di carità è necessario, è ciò che vuole la sua natura.
Anzi è necessario a questi beati rimanere nella divina voglia, per far sì che diventino le nostre voglie stesse; così che, come noi siamo di soglia in soglia per questo regno, a tutto il regno piace come al re che nel suo volere ne voglia. PCM
È normale che un beato si tenga dentro la divina voglia perché si fa sua la voglia stessa. GS
di ciò che vedrai in questi luoghi non capirai se essere caritatevole è qui necesario, e se riflette la natura di Dio. LM
Anzi è formale a questo beato tenersi dentro la divina voglia, perché ad una voglia si rifanno le nostre voglie. FB
Quando la ruota che tu rendi eterna essendo desiderato, a se mi fece suscitare la mia attenzione con l'armonia che suoni e distribuisci, mi apparve uno spazio di cielo... MF
Anzi è formale a questo beato essere tenersi dentro alla divina voglia, perché una si fanno nostre stesse voglie, così ché, così come noi siamo di soglia in soglia per questo regno, piace a tutto il regno piace a loro che nel suo volere ne invoglia. RP
La volontà è quel mare al quale ciò che ella crea o che fa la natura, si muove tutto. EF

XV 55-69
Tu credi che il tuo pensiero sia meglio di quello che è venuto prima, così come non si conoscono il 5 e il 6 senza aver conosciuto prima l'uno; e per apparire più gaudioso a te, non mi domandi, che nessun altro in questa turba gaia. FB
Però perché io ti sembri più gaudioso domandami ciò che nessuno in questo felice luogo domanda. FC
Ma dopo, rimosse tutte le bugie, tutto ciò gli risulterà chiaro; e lascia perdere le persone che hanno la rogna. SG

Pusher di quarta...

II, 13-30; III 10-24; VI 34-48; IX 132-145
Tra questi passi del Purgatorio dantesco, letti ed analizzati in classe, ciascun(a) fanciullo/a avrebbe dovuto scegliere tre brani e parafrasarli.
Riporto alcune perle, convinto che il dibattito aperto da qualche alunno di quinta sulla “lucidità” di Dante possa trovare sponda nel confronto con la chiarezza di resa di chi, in quarta, si accosta al testo del Purgatorio. E, credo, anche qualche perla di quinta potrà colorire in serata queste pagine…


PASSI DA II 13-30
Ed ecco il sole che sorprende dal mattino, per i grandi vapori di Marte che rosseggia a est sovrasta il suol marino, mi apparve così, come se io lo vedessi ancora, una luce venire dal mare velocemente, e il suo muovere non fece scappare nessuno. FD

Ed ecco, sorpreso dal mattino, come il cielo di Marte che si illumina di rosso ad est sopra il mare, mi apparve colui, che spero di vedere ancora, una luce venire dal mare velocemente, che la sua velocità non è paragonabile al volo di nient’altro. GS

Appena volsi l’occhio verso la mia guida per domandargli una cosa, rividi la luce più luminosa e più vicina. Poi da ogni lato appariva di bianco, e poco sotto ne venne un altro. Il mio maestro non aveva ancora parlato, mentre sta aprendo le bianche ali… AR

Poi, da ogni lato e da sotto, uscì qualcos’altro di bianco. Il mio maestro non diceva ancora nulla, ma vidi che le prime cose bianche erano ali; quando riconobbe quella figura, gridò “fatelo atterrare…
BS

Il mio maestro non aveva ancora fatto nessun movimento mentre i primi bianchi mostrarono le ali: allora quando riconobbe il traghettatore gridò: «Inginocchiati. Ecco l’angelo di Dio. Piega le mani perché non vedrai mai più fatti del genere così ufficiali…» MM

Ecco l’angelo di Dio: piega le mani; ormai ne vedrai di fatti così ufficiali… EZ

PASSI DA III 10-24
Quando i suoi piedi non andarono più di fretta, dato che l’onestà rende sciolto ogni atto la mia mente che prima era limitata, si allargò per l’intento e voltai il viso verso il monte. ADC

Quando i suoi piedi rallentarono, che l’onestà di ogni atto perde la mia mente, che era ristretta, allargò l’intento, poiché vagava, e diedi il mio viso verso il monte che al contrario il cielo più alto si allarga. IO

Quando aveva finito di andare veloce, perché l’onestà di ogni atto svela come siamo realmente, la mia mente, che prima non aveva capito, grazie all’impegno iniziai a capire, così volsi il mio sguardo verso la montagna che si innalza verso il cielo. SA

Quando cominciò a camminare più lentamente che l’onestà di ogni atto tralascia la mia mente, che prima era ristretta, allargò il suo scopo, e siccome era vago voltai il mio viso a guardare il poggio che si estende dall’altra parte del cielo più alto. TM

Quando i suoi piedi abbandonarono la fretta, che l’onestà ad ogni atto scompare, la mia mente, che prima era piccola, che con il tentativo si allargò, così come vaga, e misi la mia faccia contro al poggio che al contrario il cielo più alto si allunga. LS

Il sole, che dietro il monte era illuminato, davanti a me era nascosto dalla montagna e rifletteva su me i suoi raggi formando la mia ombra. MC

PASSI DA VI 34-48
E lui a me: «La mia scrittura è piana; e la speranza di questi non crolla se si ragiona a mente serena, pulita; che non si ponga l’obbiettivo di giudicare perché il fuoco dell’amore compia in un momento di soddisfare chi qui si trova…» FL

E là dove io scrissi questo (nella mia epoca) non era necessario pregare, la preghiera non andava a buon fine poiché questa preghiera e chi la diceva era staccato da Dio. EC

PASSI DA IX 132-145
Aprì la porta sacra dicendo: «Entrate; ma prestate attenzione che esce solo chi dentro si purifica…» AC

E quando furono girati nei cardini gli spigoli della porta di quella regge sacra, che sono fatti di metallo e sono forti e rumorosi, non rugghiò ne si mostrò così acra Tarpëa… LA

E quando nei punti di congiunzione sfalsati, che uniscono i bordi della porta al monte sacro, fatti di metallo duro, rimbombarono, e stridettero talmente forte, che neanche Tarpea gridò tanto, una volta separata dal Metello, che poi diventò magra. DV

sabato 27 novembre 2010

Repetita iuvant...

Sono particolarmente affezionato a questo video; mi dà l'idea concreta di cosa significhi "innovare" qualcosa di consolidato e -spesso- rigidamente codificato nel tempo. Qualcosa di simile hanno fatto coloro che, ad esempio, hanno "caricato" gli idilli di un significato più profondo ed inaspettato o, magari, hanno preso un genere letterario ritenuto "inferiore", come il romanzo, e l'hanno trasformato in un capolavoro...

domenica 21 novembre 2010

il Paradiso del lunedì, in quinta

Con un veloce "copia & incolla" (dai file disponibili nella cartella dedicata al Paradiso) ho predisposto l'elenchino di alcuni dei temi affrontabili lunedì; niente di terribile, mi pare...
Si veda il file "Riepilogo dei temi affrontabili lunedì".

mercoledì 17 novembre 2010

"sul" e "nel" purgatorio

I passi da conoscere, visti ed analizzati in classe, per il lavoro di personale reinterpretazione del lunedì mattina sono i seguenti:

“sul” Purgatorio
IV 88-96
VII 43-45
IX 710-72; 138-145
XII 118-126
XIII 1-6
XVII 91-139

“nel” Purgatorio
Canti I, II, III, VI, VIII (sintesi), IX

domenica 7 novembre 2010

Sull'interpunzione

È disponibile a questo link un documento con alcune indicazioni iniziali per proseguire la discussione avviata in classe sull'uso della punteggiatura, soprattutto nella scrittura informale odierna.
Vediamo cosa ne esce...

sabato 30 ottobre 2010

Note organizzative per "I promessi sposi alla prova"

Per lo spettacolo di martedì, che ha inizio alle 19.30 al Piccolo Teatro Grassi (via Rovello 2), suggerisco di trovarci in piazza Duomo (inizio Galleria) per le 18.15, per 4 passi e un panino insieme, prima dello spettacolo.
Se facciamo le cose con calma, prendiamo il treno che parte da Treviglio Centrale alle 17.02; arrivare in stazione un po' prima per recuperare i biglietti non sarebbe male...
Ci vediamo martedì a scuola per gli ultimi dettagli.

sabato 16 ottobre 2010

Locandiera...

Dati tecnici per la (eventuale...) partecipazione allo spettacolo.
Partenza da Treviglio Centrale: ore 19.02 (arrivo a Milano Centrale 19.40)
Orario spettacolo: 20.30
Notizie sullo spettacolo direttamente dal sito del Piccolo Teatro
Partenza da Milano P. Repubblica: 23.28 (arrivo a Treviglio 00.20)
Costo biglietto spettacolo: circa 15 euro
Date (in ordine di possibilità): 29 ottobre, 5 novembre, 22 ottobre (tutti e solo venerdì).
Lunedì, a scuola, se ne parla.
Un saluto.

giovedì 14 ottobre 2010

Sui capolavori

I programmi (e, per la quinta, documenti) per il primo grande giro di interrogazioni su Ariosto & c. in quarta e Manzoni & c. in quinta sono disponibili online.
Buon lavoro; il 25 si inizia!

martedì 12 ottobre 2010

Dentro, sopra ed intorno a "quel tomo che ti devasta coi suoi 38 capitoli"

Riepilogo il "giro" da fare intorno al capolavoro manzoniano, in quinta:
1) il "contesto" ed i brani segnalati per l'interrogazione, direttamente dal romanzo
2) l'articolo sulla revisione linguistica delle opere manzoniane e la prefazione di Eco alla sua recentissima riscrittura dell'opera, distribuiti in fotocopia
3) la re-interpretazione del romanzo storico seicentesco (e la relazione con il modello manzoniano) de La Chimera di Vassalli (con l'aiuto della documentazione disponibile nella cartella online)
5) la rilettura teatrale de I promessi Sposi alla prova di Testori, che vedremo a teatro e di cui, in ogni modo, diremo più di qualcosa...
6) qualche nota da questa intervista/confessione sulla relazione Eco/Manzoni
7) un'idea di cosa possa voler dire essere oggi un autore di romanzi storici, grazie all'intervista a V.M. Manfredi, disponibile nella cartella online
8) due notizie su "I promessi morsi", la versione in pubblicazione a giorni, molto noir?
9) ogni altra informazione disponibile, che lascio al vostro buon cuore.
Chiudo con un riassunto in 10', che non esaurisce l'obbligo scolastico... :-)

lunedì 11 ottobre 2010

Proposte teatrali

Quarta A
Goldoni, La locandiera
Teatro Strehler – Milano, dal 19 ottobre al 07 novembre 2010

Goldoni, Trilogia della villeggiatura
Teatro Grassi – Milano, dal 16 novembre al 12 dicembre 2010

Goldoni, La bottega del caffè
Teatro Carcano – Milano, dal 30 marzo al 17 aprile 2011



Quinta A
Testori, I promessi sposi alla prova
Teatro Grassi – Milano, dal 26 ottobre al 14 novembre 2010

Pirandello, I giganti della montagna
Teatro Carcano – Milano, dal 12 al 23 gennaio 2011

**Gifuni, L’ingegner Gadda va alla guerra
Teatro Sociale – Bergamo, 1° marzo 2011

Pirandello, Il fu Mattia Pascal (adattamento teatrale di Tato Russo)
Teatro Carcano – Milano, dal 16 al 27 marzo 2011

domenica 10 ottobre 2010

Tentare l'impresa

Guerra e pace, da leggere, per fine anno.
Il giusto proposito per compensare i flussi di byte con cui convivo giornalmente; un bel fiume di parole, da gustare con lentezza.
Farò sapere.

Esperienze

Dalla poltrona di casa, di fronte al televisore ma quasi in posa da triclinio; dal letto ieri sera, con una serata finita presto quanto a interazione reale e proseguita ad oltranza sul versante digitale; girando per casa e in parte per il giardino, grazie alla copertura wifi nonostante qualche angolo ancora cieco (ho prestato l'airport al nipote perché possa sperimentare a casa sua l'esperienza della rete...) che presto sarà coperto; beh, direi che ci sono molti aspetti che rendono intrigante l'uso dell'iPad.
Ne avevo sentito parlare, finora; posso esserne testimone diretto, ora.

martedì 28 settembre 2010

Discutendo dei prodigi della retorica

Segnalo che nella cartella di quarta, rinnovata, compaiono due bei pezzi (lessico giornalistico, s'intende...) che evidenziano significativamente come grazie alle parole ci si può arrampicare sui vetri o sbeffeggiare una "vittima"...

venerdì 17 settembre 2010

30 anni fa...






Presentando a genitori ed alunni delle prime, in questi giorni, il percorso scolastico che sta per iniziare, con un qualche sforzo mi sono riappropriato della "vecchia" terminologia: tornano anche a Treviglio, "ai Salesiani", la IV e la V ginnasio, dato che la sperimentazione se ne va progressivamente in soffitta e che la denominazione del "nuovo" liceo riprende un che dell'aulica tradizione.
Poi faccio quattro conti e, se è vero che dovremmo organizzare coi compagni di un tempo il ritrovo a 25 anni dalla maturità, per chi, come me, ha avuto un percorso "lineare" significa che sono trascorsi trent'anni dall'inizio di quella avventura... Giro su Facebook e ritrovo in serie le foto della mia classe (non usava ancora appenderle nei corridoi...); aver fatto 4/5 giorni di assenza in tutto il quinquennio (di cui tre per i "tre giorni" della selezione militare, come si usava ai tempi...) ha garantito che fossi presente al momento dello scatto. Lascio agli album di Facebook i commenti alle singole foto; per me è un piacere rivederle in questi giorni in cui sta iniziando di nuovo un anno scolastico; qui, tutte in fila, mi fanno ripensare con un po' di nostalgia a quei momenti. Ho la fortuna di esserci rimasto, a scuola, e di aver condiviso e poter condividere da prof con altri alunni (in genere, evitando le foto di classe...) tanti momenti, talvolta essendomi sentito una sorta di compagno di classe molto molto cresciuto. Scrive Domenico Starnone, autore che di scuola se ne intende, che «tra tutti i ripetenti, l'insegnante è il più ripetente di tutti»; credo sia vero, e credo anche che possa essere piacevole, questa ripetenza sempre rinnovata.

giovedì 9 settembre 2010

Sulle unità orarie da 60 (nooo!), 55 e 50 minuti

Contattato in questi giorni da alcuni alunni sulle modifiche all’orario scolastico, cerco di rispondere in breve alle domande di chiarimento che mi sono pervenute.
La scansione oraria di quest’anno tiene conto di alcuni vincoli:
1) l’avvio delle classi “riformate”, in cui il carico orario è ben diverso rispetto agli anni precedenti e che devono convivere con chi è già al secondo, terzo, quarto o quinto anno;
2) la volontà di non imbarcarsi nella logica del “passiamo tutte le ore a 60 minuti”, come è successo in molte scuole, che avrebbe comportato la necessità di rientri pomeridiani per tutti, viste le 33 ore settimanali di lezione;
3) l’intenzione di evitare lezioni al pomeriggio, anche per il professionale, così da dedicare questi tempi allo studio o ai corsi integrativi
4) l’obbligo di rispettare, nell’anno e nel quinquennio, la quantità di ore che la normativa (resa più stringente in termini di rispetto delle “ore da 60 min…”) prevede perché il corso possa essere conforme alle richieste.
Abbiamo cercato di cambiare il meno possibile e di impattare sulla prassi consolidata nella misura più dolce; la sesta ora del mercoledì consente di chiudere il quadro delle 29 ore al venerdì e di liberare le prime liceo; le cinque e quattro unità orarie del sabato a 55’ permettono di “recuperare” minuti preziosi che per garantire il monte ore annuale; la settimana scolastica si “alleggerisce” progressivamente, almeno in termini quantitativi, sul finire della settimana, dando modo di operare – si spera – un più efficace recupero per la successiva.
Non è l’orario perfetto, di sicuro, ma crediamo sia la soluzione più vicina alla prassi di questi anni (caratterizzati dalla "scuola lunga", con le 33, 34 o 36 ore che si potevano affrontare solo con "unità orarie" da 50', a meno di voler portare la brandina a scuola...) e, al contempo, rispettosa di tutti i vincoli imposti. Il confronto e la pratica durante quest’anno ci permetteranno di verificare i correttivi da apportare per il futuro.

Chi abbandona è abbandonato

Senza maestri che appassionino restano le «vogliuzze»

«Tutti vogliono le stesse cose, tutti sono eguali. Una vogliuzza per il giorno e una per la notte: salva restando la salute. "Noi abbiamo inventato la felicità" – dicono e strizzano l’occhio. Io ho conosciuto persone nobili che hanno perduto la loro speranza più elevata. E da allora calunniano tutte le speranze elevate. Da allora vivono sfrontatamente di brevi piaceri e non riescono più a porsi neppure mete effimere. Perciò hanno spezzato le ali al loro spirito: che ora striscia per terra e contamina ciò che rode... Ma, ti scongiuro: mantieni sacra la tua speranza più elevata!». A leggere queste parole di Nietzsche si rimane sbalorditi: aveva previsto la chiusura della mente borghese e la sua rinuncia alla vita.

Nessun uomo è un’isola e, parafrasando il poeta, si può dire lo stesso di uno studente che abbandona la scuola. Se abbandona, non fallisce lui solo, ma la scuola come relazione: genitori-insegnanti-studenti. I dati parlano chiaro, negli ultimi cinque anni uno studente su tre dell’ultimo quinquennio non arriva al diploma; nell’ultimo anno il 20% ha abbandonato il liceo e il 44% gli istituti professionali. La scuola dovrebbe essere, attraverso la cultura e il lavoro manuale, un trampolino di lancio per la scelta professionale più adeguata. Quello che posso dire, da professore, è che molti abbandonano perché la scuola appare loro inutile per ciò che vogliono essere e fare nella vita.

Durante un’estate da liceale squattrinato lavoravo in un cantiere come aiuto di un manovale: «Sei fortunato – mi ripeteva – perché puoi studiare: se potessi, io tornerei indietro». La scuola dell’obbligo non obbliga a rimanerle fedele perché non riesce a obbligarti: solo gli amori veri e grandi "obbligano" alla fedeltà. I ragazzi che si disperdono spesso non hanno trovato docenti in grado di appassionarli. Eppure la scuola dovrebbe essere un "andare a bottega": scoperta e incoraggiamento dei talenti personali per opera di maestri. Ho incontrato, con l’occasione del mio primo libro, studenti di tutte le città e percorsi. Ho trovato ragazzi di istituti tecnici affamati di letture, ben sapendo che avrebbero fatto l’elettricista, l’idraulico, l’informatico. Tutto merito di professori appassionati ai loro alunni, capaci di accendere nei ragazzi, attraverso la cura del pezzo di mondo loro affidato, lo sguardo su una vita più grande, più piena, più ricca.

Molti ragazzi abbandonano perché tanto un lavoro si trova: si guadagna subito e si realizza l’orizzonte ristretto delle «vogliuzze». Manca loro uno sguardo di più lunga gittata. Gli adulti descritti da Nietzsche riescono a spegnere quello sguardo, perché hanno rinunciato loro stessi a una vita più grande. Anche loro si accontentano del tutto e subito. Se i ragazzi non leggono libri, è perché gli adulti accendono la tv, invece di prendere in mano un libro. Se i ragazzi abbandonano la scuola, è perché gli adulti della scuola non sono interessati a loro. La crisi dei giovani è crisi di maestri. Io conosco centinaia di maestri capaci di provocare la nostalgia del futuro, provocando (chiamandole alla luce) le risorse migliori degli studenti. Di contro ci sono docenti che odiano i loro studenti, li umiliano e condannano all’abbandono, non solo della scuola, ma di sé stessi.

Nietzsche sferzava i benpensanti che trasformavano la felicità in vogliuzze e benessere, gli stessi che hanno criticato queste parole: «Allo stesso tempo la gioventù rimane comunque l’età in cui si è alla ricerca della vita più grande. Se penso ai miei anni di allora: semplicemente non volevamo perderci nella normalità della vita borghese. Volevamo ciò che è grande, nuovo. Volevamo trovare la vita stessa nella sua vastità e bellezza». Le ha pronunciate Benedetto XVI, qualche giorno fa. Nietzsche e il Papa sembrano d’accordo. Esiste un terreno sul quale la scuola sta mancando e non è questione di ideologie, ma di amore all’uomo. Nella scuola è dei docenti – alleati ai genitori – il compito di trasmettere una vita più grande e nuova attraverso le loro ore di lezione.
Alessandro D’Avenia su L'Avvenire dell'8 settembre 2010

martedì 31 agosto 2010

"I Barbari" di Baricco – un gran bel sequel...

Ho davvero trovato illuminanti alcune considerazioni che Baricco scrisse nel suo saggio su "I Barbari", tanto che ne ho consigliato la lettura (e ci abbiamo discusso sopra un po'...) con qualche classe degli anni passati; c'è un sequel, altrettanto interessante, pubblicato sul numero di settembre di Wired.
Io ci suggerisco, caldamente, un salto.

ps: l'articolo è disponibile anche sul sito di Repubblica

lunedì 16 agosto 2010

Per nonne & mance...

La tradizionale pagina de L'Eco di Bergamo con le "testine" (termine tecnico) dei maturati 2010 è stata pubblicata ieri, 15 agosto; perché non tutte le nonne sono passate in edicola (e se lo sono, ma abitano nel milanese, non hanno trovato l'Eco), la lascio in pdf nella cartella di quinta. I nipoti la possono stampare e farne l'uso che ritengono più opportuno...

giovedì 5 agosto 2010

Un'onda durata un anno

Spiace vedere questa notizia: Google Wave chiuderà a dicembre e, progressivamente, verrà abbandonato.
Ci abbiamo costruito un po' di lavoro in terza, lo scorso anno, con qualche difficoltà tecnologica ma con un po' di entusiasmo e passione... Meglio iniziare a pensare subito a qualcosa di nuovo...

domenica 1 agosto 2010

Visti da vicino

Entrare da soli nella Cappella Sistina e vedere (quasi) ogni particolare...
È possibile, senza muoversi da casa, da qui.
Grandioso!

sabato 17 luglio 2010

Vita, si uti scias, longa est.

È pubblicata su L’Eco di Bergamo di stamattina una interessante intervista di Francesco Mannoni a Marco Niada, autore di Il tempo breve (Garzanti, pagine 183, euro 12); ne riprendo un paio di passaggi.

1) sull’accelerazione del tempo
«Le grandi tappe che hanno impresso accelerazione al tempo sono state tre: l'orologio meccanico, la macchina a vapore e Internet. Il primo, nato a cavallo del 1300, ha creato l'ora eguale e quindi ha permesso di misurare anche la notte, coadiuvato dalle clessidre a sabbia che hanno permesso una sotto-segmentazione delle ore. L'orologio ha raggiunto una precisione al secondo attorno al XVIII secolo, in tempo per l'arrivo dell'invenzione seguente: il treno a vapore. Questo, con tutti i derivati successivi, automobilistici e aerei, ha accelerato talmente la velocità degli spostamenti da portare alla cancellazione dell'ora locale e a una crescente standardizzazione del tempo con la divisione in meridiani. Internet ha dato il colpo fatale, con il virtuale azzeramento della relazione tra spazio e tempo, che ci permette di essere assolutamente ubiqui e gestire la giornata a piacere, conservando messaggi a cui rispondere in tempi successivi o rispondendo in tempo reale indipendentemente dal fuso orario in cui ci troviamo. Internet viaggia quasi alla velocità della luce e ci permette ormai di operare nel business "alla velocità del pensiero"».


2) sulla nostra nuova (in)capacità di gestione del tempo
«Con l'arrivo dei telefoni intelligenti e Internet il nostro tempo privato è sempre più mescolato a quello del lavoro, dato che non riusciamo più a porre barriere agli stimoli che ci arrivano dall'esterno. Dunque siamo sempre più eterodiretti ed eterogestiti nostro malgrado. I network sociali come Facebook e Twitter, le informazioni 24 ore su 24, gli sms, le telefonate degli amici ci tengono in uno stato di eccitazione continua anche fuori dal lavoro. A questo punto tutto diventa estremamente difficile perché, anche se riuscissimo a mantenere un controllo delle nostre priorità, potremmo essere percepiti dagli altri come pigri, maleducati o arroganti. Internet obbliga a una disponibilità assoluta verso il prossimo, come l'allattamento a piacere dei neonati».

Tornano alla mente le parole di un classico, con cui è spesso faticoso confrontarsi (in sede di esame di maturità) ma che ha offerto, nel De brevitate vitae, elementi inetressanti di rilessione: "Vita, si uti scias, longa est. Exigua pars est vitae qua vivimus. Ceterum quidam omne spatium non vita, sed tempus est" (La vita, se la si sa impiegare (bene), è lunga. Esigua è la parte di vita che viviamo. Tutto il resto dell'esistenza non è vita, ma è tempo). Me ne accorgo anch'io, quando mi prendo il tempo per superare la concitazione dei giorni appena trascorsi, quando riesco ad uscire dalla galleria degli "occupati" (sempre senecanamente parlando) e (ri)trovo il tempo per tornare a scrivere qualcosa sul blog; c'è bisogno di un po' di slow-thinking, di tanto in tanto...

ps: e prendo l'occasione per tornare a suggerire questo libro di S. Kern, davvero un capolavoro, a mio avviso...

domenica 11 luglio 2010

Le letture per la terza - chiarimenti

Anticipo un'eventuale terza richiesta di chiarimenti e preciso che sono da leggere i tre volumi indicati (Baudolino, L'Orlando Furioso raccontato da Italo Calvino e Il bar sotto il mare) oltre a uno dei tre libri dell'Eneide segnalati (secondo, quarto o sesto) e reperibili nella cartella di terza.
Mi chiedo: ma erano così poco chiare le indicazioni date?

lunedì 28 giugno 2010

Bella consolazione

Ci sono classifiche, in questo tempo di recessione, che danno l'idea che l'Italia sia comunque una grande potenza mondiale...

sabato 26 giugno 2010

Promesse

Avevo anticipato, l'ultimo giorno di scuola, che avrei lasciato a fanciulle e fanciulli di quinta un racconto come "viatico" per la loro uscita dal Liceo; non sono riuscito a portarlo per la sera della cena di classe, recupero adesso postandolo nella apposita cartella. È il mio "messaggio nella bottiglia", sperando che possa far piacere a ciascuno dei destinatari.
Un arrivederci ai giorni dei colloqui (e non solo...).

mercoledì 19 maggio 2010

Purgatorio - I passi finali

Usciremo dal Purgatorio dantesco con un giretto veloce veloce sui seguenti argomenti e testi:

1) Ordinamento morale, struttura e “leggi” del purgatorio
2) testi:
10, 1-45; 97-139
11
16, 1-129
17, 82-139
19, 1-75
21
22
24, 19-24; 40-81
26, 52-93; 115-148

Lucrezio - Articolazione del lavoro

Rispondendo alle pressanti richieste, informo che il lavoro da predisporre consiste principalmente nei seguenti punti:
1) individuazione del passo scelto
2) esposizione dei contenuti argomentativi che Lucrezio apporta per giustificare la sua (o di Epicuro…) posizione filosofica
3) valutazione (personale!) dell’efficacia argomentativa del brano (eventualmente, inquadrandolo all’interno del contesto di riferimento)
4) (se possibile) valutazione comparata dell’efficacia delle traduzioni utilizzate per l’analisi del passo

E’ necessario pertanto che il lavoro sia strutturato, per la consegna, secondo il seguente schema minimo:
1) presentazione del passo ed esposizione dei principali contenuti argomentativi
2) valutazione dell’efficacia
• (eventuale) confronto tra l’efficacia delle traduzioni utilizzate
3) bibliografia consultata


Per la bibliografia invito a seguire il seguente schema:

NOME COGNOME, Titolo, Editore, città anno.
Citazioni da enciclopedie: NOME COGNOME, titolo o voce, in enciclopedia, editore, città anno, vol., pagine.
Citazioni da raccolte: NOME COGNOME, titolo del pezzo, in NOME COGNOME (a cura di) Titolo della raccolta,editore, città anno.
Citazioni da riviste: NOME COGNOME, titolo dell’articolo, “Rivista” n°, anno, pagine.
Nel caso di numeri monografici: NOME COGNOME (a cura di), Titolo del numero, “Rivista” n°, anno.
Nel caso di siti: NOME COGNOME, Titolo del documento, “Titolo del lavoro” (se disponibile), anno di pubblicazione (se disponibile), url completo tra < >, data del reperimento online tra parentesi

giovedì 13 maggio 2010

booozza

il programma di italiano e latino, in bozza (ultima, spero...), nella apposita cartella

domenica 9 maggio 2010

Latino & pentamestre

Ho depositato nella cartella di quarta le sudate carte (virtuali) prodotte dai fanciulle e fanciulli per verificare le loro abilità saggistiche...

domenica 2 maggio 2010

Petrarca e Boccaccio

Per l'ultimo grande giro di questa terza, il programma completo (e sinteticissimo...) è nella cartella di classe.

martedì 20 aprile 2010

Foscolo e Leopardi

Programma e materiale del giro di quarta incentrato principalmente su Foscolo e Leopardi sono disponibili nella apposita cartella. Poi, ci manca solo Dante :-)

domenica 11 aprile 2010

Tracce per lavori di latino

Nella cartella di quarta le tracce per i lavori di latino, da consegnare esclusivamente via mail entro il 7 maggio prossimo.

Autunnale barocco

Leggo compulsivamente poesia italiana contemporanea e trovo questo bel testo di Angelo Maria Ripellino.

Non si accorgeranno nemmeno di quello che hai scritto.
Getteranno i tuoi versi tra gli stracci vecchi.
Resterai sguattero, guitto,
in questa fiera di gattigrù delle lettere.
Sei un viluppo di piume, una balla di fieno,
carica di gorgheggianti uccellini.
Ma per chi cantano? Chi mai li ascolta?
Merda. Sarebbe meglio scrivere
novelle per pollivendoli, romanzi zuccherini,
storielle piovose, canzoni da balera.
Ma è tardi ormai. Scriverai ancora versi,
questa feccia di vino che nessuno vuole bere.

sabato 10 aprile 2010

Speciosa ed invereconda opinabilità

Nella apposita cartella propone le perle (in rosso) e le correzioni (in blu) del test di stamattina che spaziava tra lessico, analisi grammaticale e figure retoriche...

ps: per i miei alunni di terza "specioso" può significare: scherzoso, speciale, bella apparenza, preciso, speranzoso, non definito, stancante, di poco conto, specifico, insostenibile...

lunedì 5 aprile 2010

Ce la famo?

"SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE"
di Luigi Pirandello

Dal 13 al 25 aprile
(martedì 13 e martedì 20 aprile solo alle ore 15,30 per le scuole)

Teatro Carcano – Milano

martedì 30 marzo 2010

Quinta & simulazioni

Dato che in classe me ne dimentico spesso, lascio una nota qui per il calendario delle prossime simulazioni:
giovedì 15 aprile Prima Prova
venerdì 16 aprile Seconda Prova
giovedì 6 maggio Prima Prova
venerdì 7 maggio Seconda Prova
lunedì 10 maggio Terza Prova

sabato 20 marzo 2010

Se niente importa

Ci sono libri che vorrei non aver mai letto ma che, contemporaneamente, mi pentirei se non avessi letto.
Direi che è proprio il caso di "Se niente importa", uno dei volumi più angoscianti/appassionanti che mi sia capitato tra le mani da un po'...
L'autore è una garanzia.

More about Se niente importa

ps: qui, un intervento pubblicato da Repubblica

domenica 14 marzo 2010

Impressione futurista

Nonostante io tratti ogni anno del Futurismo, accennando all'importanza del movimento per il percorso della letteratura italiana, resto sempre stupito di quanto, ancora oggi, le idee di Marinetti e seguaci possano fare presa su generazioni abituate a ben altra forza innovativa. Se poi, com'è successo quest'anno, vedo che c'è chi si appassiona per la descrizione del bombardamento di Adrianopoli (lo Zang tumb tumb che resta nel cuore...) perché non recuperare il file audio per sentirlo letto direttamente dall'autore?

domenica 7 marzo 2010

classici a 7,99 euro

Preannuncia il Sole 24 ore di oggi la prossima uscita in edicola di tre classici; dall'11 marzo le Metamorfosi di Ovidio, dal 18 le Lettere a Lucilio di Seneca e dal 25 il De rerum natura di Lucrezio. Consiglio caldamente Lucrezio a fanciulle/i di terza, visto che ci lavoreremo su un po'; Ovidio sarà l'ultimo autore dell'anno di quarta e, per quanto riguarda Seneca, magari i quintani hanno qualche nostalgia...
Che coincidenze in edicola.

domenica 14 febbraio 2010

Compleblog: 5

Festeggio il quinto anno online del blog, che s'è visto affiancare, crescendo, da facebook, anobii ed altri strumenti di social-networking.

Riguardavo le foto del primo anniversario con un misto di commozione e malinconia: cravatte e camicie perdurano, il nero nei capelli un po' meno...

domenica 7 febbraio 2010

A-vvicinamento alla maturità

Nella cartella di quinta, la bozza del programma di italiano per quest'anno scolastico...
Sottolineo, la bozza!

Figure retoriche

Mescolare Pascoli a Zucchero, Dante a Jovanotti, passando per Foscolo...
Nella cartella di terza il file con le figure retoriche di uso più comune, supportate ed esemplificate con insoliti riferimenti, tratti da un volume che suggerisco.

lunedì 1 febbraio 2010

Concorso CISL “I giovani e la famiglia”

segnalazione per alunne/i di terza, quarta e quinta
Studiando l’evolversi della società, hai appreso che la famiglia da patriarcale è divenuta nucleare mentre ai giorni nostri si parla sempre più spesso di famiglia allargata. Esponi la tua opinione al riguardo riflettendo sul valore di questa istituzione.



consegna file per mail entro il 10 febbraio

sabato 30 gennaio 2010

domenica 17 gennaio 2010

Scossa di coscienza

di Massimo Gramellini

Sconvolto dagli effetti apocalittici del terremoto di Haiti, sono andato in cerca di informazioni per scoprire com’era la vita nell’isola, fino all’altro ieri. Ho appreso che l’ottanta per cento degli haitiani vive (viveva) con meno di un dollaro al giorno. Che il novanta per cento abita (abitava) in baracche senza acqua potabile né elettricità. Che l’aspettativa di vita è (era) di 50 anni. Che un bambino su tre non raggiunge (raggiungeva) i 5 anni. E che, degli altri due, uno ha (aveva) la certezza pressoché assoluta di essere venduto come schiavo.
Se questa è (era) la vita, mi chiedo se sia poi tanto peggio la morte. Ma soprattutto mi chiedo perché la loro morte mi sconvolga tanto, mentre della loro vita non mi è mai importato un granché. So bene che non possiamo dilaniarci per tutto il dolore del mondo e che persino i santi sono costretti a selezionare i loro slanci di compassione. Eppure non posso fare a meno di riflettere sull’incongruenza di una situazione che – complice la potenza evocativa delle immagini – mi induce a piangere per un bambino sepolto sotto i detriti, senza pensare che si tratta dello stesso bambino affamato che aveva trascorso le ultime settimane a morire a rate su quella stessa strada. Così mi viene il sospetto che a straziarmi il cuore non sia la sofferenza degli haitiani, che esisteva già prima, ma il timore che una catastrofe del genere possa un giorno colpire anche qui. Non la solidarietà rispetto alle condizioni allucinanti del loro vivere, ma la paura che possa toccare anche a me il loro morire.

(da La Stampa di venerdi 15 gennaio)

domenica 10 gennaio 2010

Sulla necessità della letteratura...

Suggerisco una riflessione a partire da due ritagli di articoli: l’intervista a Ezio Raimondi, storico e critico della letteratura italiana, pubblicata oggi sul Corriere della Sera e un invertento di Gianni Riotta che su Il Sole 24 ore parla dell’ultimo volume di Jaron Lanier, guru della realtà virtuale.

«La letteratura è in una condizione difficile, ha subìto una sorta di lesione che si traduce quasi in una disfida contro la vita contemporanea, un’epoca che non favorisce la meditazione. Per questo, oggi più che mai è chiamata a trovare un senso in un mondo che vuole un accumulo di esperienze istantanee, mentre la letteratura utilizza la memoria e diventa forte quando l’io torna a chiedersi: chi sono? L’invocazione della letteratura è una sola: facci essere umani, per citare Wittgenstein.»
«…Alla letteratura spetta di parlare di ciò che è invisibile dentro il visibile. La parola della letteratura è a suo modo una rivelazione di noi stessi a noi stessi, una sorta di epifania, una prova cui si è chiamati: creare un universo che prima non esisteva e in cui le risposte sono interrogativi. Ed è da lì, dagli interrogativi, che comincia la dimensione religiosa.»
Intervista a Ezio Raimondi, Corriere della Sera, domenica 10 gennaio 2010 pag. 31

Oggi però Lanier, guru di internet e dei new media, celebre firma della rivista Wired, è perplesso. E nel suo ultimo libro «You’re not a gadget: a manifesto», mette in guardia contro la deriva del web 2.0 con toni preoccupati che fanno applaudire i vecchi professori che si vantano «Io? Io non ho mai usato un computer!». (…) Lanier lamenta l’appiattimento dei contenuti online, che motori di ricerca come Google e l’enciclopedia scritta dagli utenti Wikipedia, importano sulla rete. Mettere ogni giorno insieme, senza alcuna selezione, gli argomenti dei filosofi e le arrabbiature del tizio davanti al cappuccino tiepido, l’analisi economica di un Nobel e lo sfogo del qualunquista di turno, può essere celebrato dagli ingenui alla moda come «open source» e «democrazia di rete». Il pericolo è invece riassunto bene nelle parole del guru Lamier: «I blog anonimi, con i loro inutili commenti, gli scherzi frivoli di tanti video» ci hanno ridotti tutti a formichine liete di avere la faccina su Facebook, la battuta su Twitter e la pasquinata firmata «Zorro» sul sito. In realtà questa poltiglia di informazione amorfa rischia di distruggere le idee, il dibattito, la critica.
Gianni Riotta, “Cara vecchia internet vai sul sito www.verità”, Il Sole 24 ore, domenica 10 gennaio 2010, pag. 1