Roberta parte dai disturbi mentali; bell’argomento, che permette di legarsi a Freud, Schopenauer (che lo anticipa) e Popper (che lo critica). Pausa inglese, con Dickens; ritorno ai disturbi con Van Gogh e l’analisi tecnica di X Agosto di Pascoli. Un’altra analisi, quella dei grafici di funzione, precede l’ultimo argomento, gli ormoni di origine steroidea.
Elisa inizia in salita, con l’arrampicata sportiva e resta a parlare di superamento dei propri limiti con d’Annunzio (previa puntatina dantesca con l’ascesa dal paradiso terrestre al cielo della luna). Friedrich e Turner in arte; Osborne in letteratura inglese. Si torna all’eccesso con la figura di Nietzsche e l’eterno ritorno (con l’accenno macabro al pastore che, in fase di inghiottimento, decapita la serpe per liberarsene). La prof di mate chiede di definire, invece, i limiti e si termina con la trattazione dell’apparato respiratorio, necessariamente ben funzionante se ci si vuole arrampicare.
Francesca parte dall’argomento a scelta, the Victorian Age proseguendo poi con Thomas Hardy. Gira su Rosso Malpelo e prosegue nella rappresentazione degli “ultimi” trattando di Daumier. Perché ultimi? Marx – e Francesca – ce lo spiegano; si passa a limiti e forme di indecisione e, finale a sorpresa, si discute di apparato locomotore e struttura ossea.
Giacomo C. si avvia con la prima guerra mondiale, date e dati che rendono scientifica la storia. Di Kuhn, invece, si sa un po’ meno… glissiamo girando su Wittgenstein (secondo il quale è possibile affermare – dice Giacomo – che contemporaneamente “piove non piove”). Il giuramento degli Orazi ed altre opere alla David ci permettono di arrivare al 5 maggio. Per associazione di idee si arriva a citare il “principe” di Machiavelli alludendo ad Adelchi; Victorian Age in English; teorema di Lagrange ed integrale definito in matematica e recupera la prof di biologia la citazione alla “cruenta polvere” di manzoniana memoria chiedendo di parlare del sangue.
Mattia, ovvero 10 filosofi in 10 minuti, discutendo di libertà e giustizia. Hegel pare essere il fondamento dello storicismo di molte delle concezioni presentate, quindi si parla della sua concezione dell’infinito. Come l’attesa di Godot, senza limiti, che fa proseguire l’orale, trattando anche del teatro dell’assurdo. Dante e Giustiniano, recuperando l’idea di legge e giustizia; Patisse (non ricordo recuperando che…). Integrali definiti, successioni e geometrie non euclidee per chiudere con l’apparato escretore, che la prof dice di non aver chiesto, finora (ma mi pare si sbagli).
Domani, per fortuna di tutti, è l’ultimo giorno “pieno”.
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