riceviamo e molto volentieri pubblichiamo
Allora, Cagliani, è proprio finita?
Sì. Una stagione straordinaria, superlativa. Un gruppo fantastico, uno staff eccezionale.
Si è chiuso un ciclo, quindi?
Direi proprio di sì. Cinque anni da incorniciare, splendidi.
Paura di non farcela, momenti di scoramento ce ne sono stati?
Ovviamente, come è giusto e normale che ci siano. Ma siamo andati oltre, siamo cresciuti e li abbiamo superati.
L’ultima stagione?
Stressante nell’attesa, bellissima nel viverla. Fortunatamente gli infortuni ci hanno dato una tregua, così da poter affrontare l’anno nel migliore dei modi.
Qualche parola in più…
[risate] Andiamo oltre.
Adesso due mesi di?
Relax, riposo, viaggi e libri. Il massimo che posso chiedere.
Si spieghi meglio.
Biciclettate in campagna, fotografie ai treni, gite cultural-ferroviarie, letture a tutto spiano.
Ad esempio?
L’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, Velocity di Dean Koontz, Sulla strada di Jack Kerouac. In più mi impegno a leggere fino i fondo Terra! e Spiriti di Stefano Benni.
Premi ricevuti?
Due. Enormi. Otto giorni in Slovenia a treni e – finalmente! – una macchina fotografica digitale, in modo da evitare di dilapidare il mio patrimonio in pellicole e sviluppi.
Sogni per il futuro?
Realizzarmi, fare qualcosa che mi piaccia e mi dia soddisfazione.
In chiusura?
Un grazie a tutti. Ai miei, al gruppo, allo staff, a tutti coloro che in modo più o meno volontario e consapevole mi hanno dato una mano. Grazie!
Un’ultima domanda. Chi era la misteriosa ragazza che sarebbe dovuta venire alla finale?
[sospira] E’ una lunga storia, magari nella prossima intervista…
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