Terza giornata prima della pausa mondial-domenicale.
Davide Boc. ci porta nella dimensione onirica e da lì arriva a Svevo e Pascoli, dopo essersi soffermato (forse un po’ troppo…) sulla vita di Freud. Prosegue con i maestri del sospetto e, grazie alla dialettica apollineo/dionisiaco arriva a presentare l’armonia neoclassica delle forme di Canova. Saltino: Refugee Blues, grafici di parabole e definizione di funzione continua. Ritorno alle origini con la presentazione della relazione tra sistema nervoso ed encefalo.
Elisa B. ci porta nei disturbi alimentari (e in non pochi ci scopriamo colpevoli di frequentazioni notturne e non giustificate del frigo) e poi si addentra, metaforicamente, nel sistema digerente. Arrivano le funzioni fratte e il teorema di de l’Hospital, cui si assomma l’hystorical background della letteratura del XX secolo. Torniamo in argomento con la tavola imbandita e l’esteta kirkegaardiano. Le donne dei Germani, esempio di continenza, la poesia di d’Annunzio, al di là di ogni limite, suggellano il ritorno agli “eccessi” da cui eravamo partiti.
Davide Bos. presenta i tratti principali della Resistenza; rimane in tema di guerra, passando alla prima, e trattando di San Martino del Carso per arrivare all’Oltreuomo nitzscheano ed alla sua volontà di potenza. Nineteeneightyfour & Guernica; parentesi matematica tra le funzioni logaritmiche e finale con la piccola e grande circolazione.
Laura parla di codici e cifrature, soffermandosi su Enigma, la potente macchina dell’intelligence tedesca (benché a me siano rimasti più impressi i crittografi di Varsavia, un’allegra ed interessante compagnia, a quanto pare). Si rimane nell’ambito del linguaggio sia con la “svolta” tra primo e secondo Wittgenstein, sia con il tratto di Munch. Teoria: quadro d’insieme sul panorama letterario del ventesimo secolo anglosassone. Pratica: smontiamo “E lasciatemi divertire” di Palazzeschi ed il teatro di Pirandello. Per la serie “l’angolo matematico” si parla di funzioni esponenziali; in chiusura, il ritorno al codice e a quello per antonomasia, il codice genetico.
Jacopo, aumma aumma, entra nei misteri di “cosa nostra”, tra pizzini & ritualità; curva arditamente ma con coraggio e perizia nella produzione di Stefano Benni planando con maestria sui Macchiaioli. Si riparte da Waste Land; si risolve – finalmente! – il dualismo gnoseologico con Husserl, si guardano un paio di funzioni e si finisce nel sangue (metafora!).
Superato il giro di boa dei candidati, si ricomincia lunedì.
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