Gaia, ovvero “tutto sulla donna”. Si parte dall’emancipazione e dai movimenti femministi per passare, attraverso l’Ermengarda manzoniana (con divagazione sulla tragedia), alla figura di Artemisia Gentileschi (più addentellati sull’Olympia di Manet). Women emancipation in USA, la matrona di Efeso e apparato genitale femminile a chiudere. Sì, perché cosa ci sia di donnesco nelle techinche di derivazione delle funzioni o nel metodo di integrazione per parti proprio non saprei.
Valentina stupisce: la tesina sulla follia tra letteratura ed arte è, col passare del colloquio, sempre meno “non autobiografica” e sempre più sentita e condivisa. Assodato che per lei non ci sono “folli” tra i suoi compagni si analizza l’encefalo, si parla delle rispondenze tra letteratura francese ed italiana (tra d’Annunzio e Futurismo); ci imbarchiamo sulla nave dei folli e chiudiamo con la morte di Dio.
Giacomo nazionaleggia; passa a Delacroix ed alla Marianna per arrivare, glissando la domanda sull’universalismo dantesco nel VI canto del Paradiso (assente anche qui, non solo al famigerato test…), a parlare del naufragio della Provvidenza dei Malavoglia (collegamento? da Delacroix a Gericault, e questo basti). Si prosegue: “lo stato come teofania storica dello Spirito Assoluto”, Caretaker di Pinter, studio di una funzione e muscoli. Riporto io la barca sulla sua rotta, chiedendo notizie di Calgaco e Tacito.
Alessia sparge una lacrimuccia iniziale, rivelando il fanciullino che c’è in lei, e che non costituisce solo l’oggetto dell’argomento iniziale. Si prosegue con il correlativo oggettivo, come “sviluppo” dell’analogia pascoliana per arrivare al doppio di Hyde/Jekill. Salto alle Metamorfosi di Apuleio, poi non si sa bene come si arriva ai macchiaioli e al mondo come volontà e rappresentazione. Il teorema del calcolo differenziale avvia verso la conclusione; la prof. di scienze parla del sistema nervoso autonomo e dei sintomi di uno stato di tensione. Un’interrogazione con struttura circolare (i dotti parlerebbero di ring-composition).
Sara chiude la giornata, partendo dal sistema nervoso. Dopo la dissezione scientifica parliamo di “lezione di anatomia” di Arrigo Boito e si va alla ricerca dal vero nella letteratura. Salto alla Victorian Age, interpretazione di rappresentazioni grafiche di funzioni. Una trattazione interessante della teoria del lavoro di Marx, excursus picassiano e finale con le favole di Fedro. Lacrimuccia alla visione della terza prova.
È finita la seconda giornata di orali e oggi più di ieri mi sento, in un certo qual modo, orgoglioso e felice per i risultati.
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