In occasione della sempiterna domanda "ma che differenza c'è tra un articolo e un saggio breve", invito chi si pone la questione a fare un salto nella cartella dei materiali; ci troverà un saggio (in effetti, non breve...) molto interessante, del 1961, che dipinge le caratteristiche dell'everyman (e, i più colti, vi potranno ritrovare allusioni al Medioman gialappiano). Si tratta di "Fenomenologia di Mike Bongiorno", di Umberto Eco.
Da leggere -anche!- per questi tre motivi:
1) fa pensare a come si è "evoluta" la televisione
2) fa riflettere sulle profonde ragioni per cui la mediocritas, intendendo beceramente il termine, si imponga nella vita e, quindi, nella politica
3) aiuta a capire che cos'è un saggio (ehm...) breve.
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