venerdì 22 aprile 2005

Copiare o studiare?

La discussione sui "doveri" e sulla "morale" iniziata in terza alla quinta ora può proseguire con questo passo di Cicerone (De officiis, I 5), che credo interessante. Nella sostanza, il contrasto di cui si parla è quello tra "utile" e "onesto": passo avanti o rispetto la fila? restituisco il portafoglio o mi tengo i soldi? copio o studio?

Ma ci sono alcune scuole che, con la loro definizione del sommo bene e del sommo male, sovvertono ogni moralità. Chi definisce il sommo bene come affatto disgiunto dalla virtù, e lo misura non col criterio dell'onestà, ma con quello del proprio vantaggio, costui, se vuol esser coerente a se stesso, e non è vinto talora dalla bontà della propria indole, non potrà coltivare né l'amicizia, né la giustizia, né la liberalità: certo non può essere in alcun modo forte, giudicando sommo male il dolore, né temperante, ponendo come sommo bene il piacere.
Qui il testo completo.


PS: No comment su quanto ho sentito dire (e ho visto...) in classe; spero la depressione passi presto.

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