Se ripenso alla discussione sui buchi, in terza...
se ripenso al brano delle Cosmicomiche, in quinta...
Il Quadrato e la Sfera
Edwin A.Abbott, [in] Flatlandia (1882), […] descriveva un pianeta bidimensionale del tutto piatto come «un vasto foglio di carta su cui delle Linee Rette, dei Triangoli, dei Quadrati, dei Pentagoni e altre figure geometriche, […], si muovevano qua e là, liberamente sulla superficie o dentro di essa, ma senza potersene sollevare […]. In un paese simile […] – dice il Quadrato narrante – […] noi non siamo in grado di vedere niente […] perlomeno non in misura tale da poter distinguere una figura da un’altra». Poi un oggetto tridimensionale, una Sfera, irrompe per annunciare il “Vangelo delle Tre Dimensioni” e vista l’incredulità del Quadrato lo porta con sé in Spacelandia. L’essere bidimensionale esclama angosciante: «Questa è la follia o l’Inferno!». «Nessuno dei due», replica la voce della Sfera, «questo è il Sapere; sono le Tre Dimensioni: riapri l’occhio e cerca di guardare un po’».
Giuseppe Romano, in «Il Domenicale», sabato 16 aprile 2005
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