Era il lontano 1985, la maturità era ancora alla "vecchia maniera" (2 scritti e 2 orali) ed il consiglio che ricordo, dell'unico membro interno di una commissione tutta esterna, fu: "una passeggiata il pomeriggio, una cena non eccessivamente pesante; dormite quanto potete cercando di essere belli freschi il giorno dopo". Mi pare avesse anche suggerito della camomilla, ma non ne sono proprio sicuro.
Io non ho l'autorevolezza per consigli di questo genere; al massimo li riporto a coloro che incontro in questi giorni, virtualmente o di persona, ed aggiungo di non tirarsi secchi in queste serate, di non inseguire le tracce australiane, di evitare di imbottirsi di nozioni appiccicaticce, che fanno più male che bene.
Come per l'argomento iniziale del colloquio, che domani sarà da indicare definitivamente (con tanto di firma autografa del candidato), suggerisco di scegliere qualcosa che "prenda" e che piaccia, che consenta di dimostrare la passione per l'approfondimento e la critica personale (se possibile).
Non ci sono ricette miracolose; di questa maturità (con commissione interna o mista, è indifferente) salvo il senso di periculum, alla latina, che dà all'esame: una prova in cui ci si gioca e si dà dimostrazione di capacità e competenze acquisite nel corso di questi 5 anni. Se uscirà un testo che già conosciamo o un argomento che abbiamo affrontato, bene: qualcuno si sentirà con le spalle più coperte. Ma se, come potrebbe, dovesse uscire qualcosa di nuovo, beh, la soddisfazione migliore che avrò da prof è vedere che e quanto siete in grado di cavarvela da soli. Perché, sono convinto, ne siete capaci.
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