lunedì 19 settembre 2011

Spettacoli dell'anno

Una proposta per le "visioni" teatrali dell'anno.
Potremmo pensare a due spettacoli di Pirandello (ed, eventualmente, uno a Bergamo ed uno a Milano) e un viaggio nel "Mistero buffo" di Fo reinterpretato da Paolo Rossi.
Lascio le date a futura memoria e per vedere se riusciamo a organizzare qualcosa.

9-20 novembre (Carcano-Mi)
Pirandello, Il berretto a sonagli
27 marzo-1° aprile (Donizetti-Bg) o 12-22 aprile (Carcano-Mi)
Pirandello, Sei personaggi in cerca d’autore
5-17 giugno (Piccolo-Mi)
Fo, Il mistero buffo

venerdì 9 settembre 2011

Soffermàti sull'arida sponda...

...iniziamo l'anno, fin dal primo giorno, con due belle ore secche su Manzoni (si prega di portare l'apposito volume dell'antologia). Invito a riprendere le indicazioni operative per la stesura dei lavori estivi che, orario alla mano, giovedì dovranno essere consegnati.
Un saluto a tutte/i; a lunedì.

lunedì 29 agosto 2011

Bar: dentro & fuori

Ho fatto pochissima "vita da bar", preferendo frequentare, tempo fa, l'oratorio.
Ma trovo che questo pezzo di Ilvo Diamanti, su La Repubblica di oggi, possa davvero offrire spunti interessanti.
Ai miei tempi (...) i bar erano luoghi e centri sociali. Ci passavi le sere. Le domeniche. Uscivi di casa e andavi là, dove incontravi gli amici. Il barista era una figura leader della formazione giovanile. Veniva dopo i genitori, gli insegnanti e gli amici stretti. Andavi al bar. Poi decidevi dove recarti. Al cinema, a una manifestazione, a una festa, a zonzo. E ci tornavi più tardi. Peró potevi anche scegliere di rimanere lì. Di passarci la sera a giocare a biliardo, a calcetto, a carte. A bere, chiaccherare, tirare tardi. E, comunque e soprattutto, la vita del bar si svolgeva inevitabilmente dentro. Dentro. Il bar, come ho detto, era un luogo e un centro sociale in sè. E, in particolare, "un" bar. Dove si trascorreva gran parte del tempo libero.
Ora non è più così. Basta girare per le città per vedere che i giovani si ammassano "fuori". Davanti e intorno al bar. Occupano uno spazio ampio, variabile. Il marciapiede, l'intera strada (...).
I bar. Sono divenuti stazioni di passaggio di una vita itinerante. Di una generazione itinerante, sempre in movimento, sempre in viaggio. Perché costretta - o meglio, indotta - a vivere un eterno presente. Precario. Una generazione di passaggio. Alla ricerca di un luogo dove fermarsi, finalmente. Tra un bar e l'altro.
E, questo articolo, fa venir voglia di rileggere Bar Sport di Stefano Benni.

martedì 23 agosto 2011

martedì 16 agosto 2011

Scampoli #2

Ecco perché il cittadino virtuoso che si applicasse veramente e che vivesse per l'interesse generale, non ne ricaverebbe per sé un magro vantaggio, perché non solo vivrebbe così in un modo più umano conformemente alla sua natura ma, per di più, si renderebbe, per quanto possibile, simile alle specie più perfette di lui. Inoltre preserverà meglio i suoi affari privati se anteporrà ad essi l'interesse generale e non questi all'interesse generale; infatti quando gli affari pubblici sono ben organizzati, allora sia questi che quelli privati sono di natura tale da essere perfettamente salvaguardati; ma quando ciò che è privato si separa dall'interesse generale, sono entrambi distrutti.

Pletone, Trattato delle virtù, 11

Scampoli

C'è nelle scuole una linea didattica che ha ad una estremità la situazione tipica da liceo classico (che io chiamo l'obitorio della scuola italiana): un insegnante che parla per cinque ore, una classe in silenzio. Quando mia figlia se ne lamenta e io le chiedo «tu che fai?» lei risponde «ma io non ascolto».
C. Melazzini, Insegnare al principe di Danimarca, pag. 66

venerdì 1 luglio 2011

Ho corso troppo ma mi avete aspettato: grazie!

In poche occasioni, da quando l'ho aperto, ho trascurato così tanto il blog.
Inizialmente era uno strumento, anche innovativo, principalmente per condividere le risorse che, durante le lezioni, non si riuscivano a discutere. Lo accompagnava anche il desiderio di comunicare, come bene ieri sera mi ricordava Umberto (davvero uno dei miei "grandi" exalunni), che i prof hanno una vita anche fuori da scuola, nutrono passioni e interessi e spesso fa piacere comunicarne parte a coloro con cui si passa gran parte del proprio tempo. Poi è arrivato facebook (la parentesi di wave, purtroppo, è finita troppo presto): più comodo ed immediato, ma destinato a consumarsi subito, evaporando in fretta. In questi giorni poi alla concitazione di fine anno (consigli di classe per i casi più problematici, incontri coi genitori, scrutini finali ed esami di maturità) s'è aggiunto l'avvio del mandato amministrativo, dopo una lunga ed intensa campagna elettorale. Mi ha rimproverato Massimo (altro grande...), che cura il suo blog e che aggiorna FB, pur avendo appena superato l'esame per la specializzazione, facendomi presente questo lungo silenzio. E ci ho pensato un po', perché oggi la giornata è stata convulsa come al solito, facendomi intrecciare ruoli diversi, incontri diversi ed emozioni diverse. Ci ho pensato perché quando qualcuno ti dice che vuole sentirti parlare o vuole leggere le tue due righe, beh, ti dà il segnale di una vicinanza che sta proprio nella condivisione non solo dei grandi momenti, ma anche delle piccole cose giornaliere.
Non mi riprometto di aggiornare quotidianamente il blog, non so se ce la faccio; ma credo che due parole in più non facciano male, perché è bello, davvero, sentire vicini quanti passano anche da queste strade virtuali e, magari, hanno trascorso qualche anno della loro vita di alunni come tuoi allievi. Ieri sera Massimo e Umberto li ho rivisti alle nozze di Silvia e Tommaso, due loro compagni di classe che fin dalla fine della terza liceo hanno iniziato una duratura e feconda relazione. Mi ha commosso, davvero, il vederli sposati (e, per di più, da don Damiano) così come l'aver ricevuto un invito alla cerimonia. È il tempo che ho sottratto alla frenesia del quotidiano e che ieri ho trascorso distesamente e con serenità ad avermi aiutato; ci aggiungo la passeggiata improvvisa di oggi pomeriggio, davvero inaspettata, con mio nipote, per le vie di Bergamo, dopo le corse tra maturità, MIA, Provincia e commercialista.
Riprendo in mano Seneca, citato in questi giorni di esami più volte come tragediografo che come trattatista, per rileggere una sententia di valore indiscutibile: «Exigua pars est vitae qua vivimus. Ceterum quidem omne spatium non vita sed tempus est» (De brevitate vitae, II 2). La dedico a chi corre troppo e, durante la corsa, dimentica o, meglio, trascura quanti gli stanno vicino, da tempo. Grazie a tutti, anche qui, per avermi aspettato.

sabato 28 maggio 2011

Rinasce una cascina (2)

Sono orgoglioso e (stra)contento per questo evento: recuperare la Valle d'Astino a Bergamo è un impegno che ci siamo assunti alla Misericordia Maggiore, con l'aiuto e il supporto di tutta la Città. A poco a poco ci stiamo riuscendo. Grazie!

giovedì 19 maggio 2011

Programma letture italiano

Salvo errori & omissioni (il rappresentante incaricato ha lavorato un po' approssimativamente...) nella cartella di quinta è disponibile l'elenco dei brani analizzati in classe durante l'anno. Buona revisione!

giovedì 28 aprile 2011

Rinasce una cascina


Ci sono iniziative della MIA di cui vado estremamente fiero.
Questa è una di quelle!

mercoledì 20 aprile 2011

martedì 19 aprile 2011

Leggere gratis

Segnalo che è disponibile online, gratuitamente fino al 31 agosto, l'edizione elettronica del quotidiano della Santa Sede.

Esercitazione scritta

Nella cartella di quarta, il file con la documentazione per l'esercitazione scritta da svolgere per il prossimo 29 aprile.
Ricordo: un solo lavoro (itineranti esclusi) da consegnare anche via mail.

venerdì 8 aprile 2011

Stage al Politecnico

Una visita a questa comunicazione per studenti di quarta interessati a uno stage estivo al Politecnico di Milano in ingegneria aerospaziale.

martedì 29 marzo 2011

Arrivano gli esami...

Nella cartella di quinta inizia a sedimentarsi il materiale per la redazione di argomenti strutturati, schemi ragionati e mappe concettuali per avviare i colloqui. Disponibili, da oggi:
1) un file con le indicazioni operative, la "distinzione" delle singole tipologie di lavoro ed alcuni consigli pratici e redazionali
2) un file con alcune indicazioni specifiche per la predisposizione d mappe concettuali
3) due esempi di "schemi ragionati" cui sono particolarmente affezionato (Fantozzi e Simpson).
Altro materiale in arrivo a breve; avviserò appena lo avrò aggiunto.

domenica 20 marzo 2011

Vedere di più, sentire di meno

Una delle tendenze della nostra epoca è di usare la sofferenza dei bambini per screditare la bontà di Dio, e una volta screditata la sua bontà, aver chiuso il conto con Lui. Gli Alymer che Hawthorne vedeva come una minaccia si sono moltiplicati. Occupati nel rimuovere l'imperfezione umana stanno facendo progressi anche riguardo alla materia prima del bene. Ivan Karamazov non può credere finché ci sia un solo bambino che soffre; l'eroe di Camus non può accettare la divinità di Cristo per via del massacro degli innocenti. In questa pietà popolare si guadagna in sensibilità e si perde in visione. Se sentivano meno, altre epoche vedevano di più, anche se vedevano con l'occhio cieco, profetico, insensibile dell'accettazione, vale a dire della fede. Ora in assenza di questa fede siamo mossi dalla tenerezza. Una tenerezza che da tempo, staccata dalla persona di Cristo, è avvolta nella teoria. Quando la tenerezza è separata dalla sorgente della tenerezza, la sua logica conseguenza è il terrore. Finisce nei campi di lavoro forzato e nei fumi delle camere a gas.

Flannery O'Connor, Un ricordo di Mary Ann, Milledgeville Georgia, 8 dicembre 1960 in Il volto incompiuto - Saggi e lettere sul mestiere di scrivere, pag.99-100

martedì 1 marzo 2011

La predominanza del bianco

Leggiamo in quinta un articolo sull'importanza degli spazi bianchi nella produzione libraria del nostro paese.
Una prospettiva nuova, per considerare anche il non-scritto come spazio di comunicazione, davvero importante.

domenica 27 febbraio 2011

Opinioni...

«Il male non è che tutti oggi possano dire la loro, si esprimano, trovino uno spazio per affermare le loro idee; il male è che tutti siano parimenti trattati da competenti, e che tutto quel che ognuno dice sia parimenti giudicato valido, buono, degno. Il messaggio che passa è che tutti i giudizi, le idee, i pareri, le domande, le risposte, le richeste, le analisi, le barzellette... sono sullo stesso piano.
Tutti parlano, beati di poter parlare. Nessuno si chiede se quel che sta per dire abbia un senso o una sua ragione per essere detto. E, d'altra parte, nessuno giudica più chi parla, né funge minimamente da filtro. È come se nel mondo se ne fossero andati tutti, ma avessero lasciato milioni e milioni di microfoni. Una specie di landa desolata, una terra piatta desertificata, irta di esili steli neri: un immenso, smisurato deserto di microfoni. E voci che si sprigionano, senza più nessuno dietro, libere ma tragicamente sole, sperdute. Nessuno che dia la parola a nessuno, ma tutti che se la prendono.
Si parla. Si parla anche se non si ha niente da dire. Forse si parla soltanto per poter dire: ce l'abbiamo fatta a parlare anche noi, a entrare in quei luoghi che una volta erano così sacri (la radio o la tivù) e che oggi lo sono ancora ma in un altro modo, in quanto luoghi pubblici, mezzo di comunicazione e quindi cassa di risonanza, palco, scena ideale per mettersi in mostra, apparire, esserci».

(P. Mastrocola, Togliamo il disturbo, p. 91)
Un passo di una attualità e di una verità sconcertanti, per quanto mi riguarda...

domenica 20 febbraio 2011

Nativi digitali: due parole per pensare

Per il post numero 1101 di questo blog, l'articolo di Paolo Ferri "I nativi digitali, una razza in via di evoluzione".
Pubblicato nelle pagine 146-153 di Tirature '11, dà interessanti spunti di riflessione per chi, come un prof, ha a che fare con le giovani generazioni e se ne dispone, etimologicamente, all'e-ducazione.

domenica 13 febbraio 2011

Cambiare paradigmi...


È geniale questo video; una riflessione davvero interessante su cosa è la scuola, come s'è sviluppata e quali sfide le si propongono.
Il miglior augurio per i sei anni di questo blog, da condividere con i lettori che ancora passano di qui. Perché per la scuola 2.0 è questa la direzione da imboccare...

martedì 1 febbraio 2011

Quando la maturità rende...

Segnalo il bando di concorso disponibile a questo link, che premia "tesine" sul ciclismo in genere e sulle figure sportive ed umane dei fratelli Coppi Fausto e Serse. Un'occasione per pensarci...

mercoledì 26 gennaio 2011

La quercia del Tasso (di Achille Campanile)

Quell'antico tronco d'albero che si vede ancor oggi sul Gianicolo a Roma, secco, morto, corroso e ormai quasi informe, tenuto su da un muricciolo dentro il quale è stato murato acciocché non cada o non possa farsene legna da ardere, si chiama la quercia del Tasso perché, avverte una lapide, Torquato Tasso andava a sedervisi sotto, quand'essa era frondosa.
Anche a quei tempi la chiamavano così.
Fin qui niente di nuovo. Lo sanno tutti e lo dicono le guide.
Meno noto è che, poco lungi da essa, c'era, ai tempi del grande e infelice poeta, un'altra quercia fra le cui radici abitava uno di quegli animaletti del genere dei plantigradi, detti tassi.
Un caso.
Ma a cagione di esso si parlava della quercia del Tasso con la "t" maiuscola e della quercia del tasso con la "t" minuscola. In verità c'era anche un tasso nella quercia del Tasso e questo animaletto, per distinguerlo dall'altro, lo chiamavano il tasso della quercia del Tasso.
Alcuni credevano che appartenesse al poeta, perciò lo chiamavano "il tasso del Tasso"; e l'albero era detto "la quercia del tasso del Tasso" da alcuni, e "la quercia del Tasso del tasso" da altri.
Siccome c'era un altro Tasso (Bernardo, padre di Torquato, poeta anch'egli), il quale andava a mettersi sotto un olmo, il popolino diceva: "E' il Tasso dell'olmo o il Tasso della quercia?".
Così poi, quando si sentiva dire "il Tasso della quercia" qualcuno domandava: "Di quale quercia?".
"Della quercia del Tasso."
E dell'animaletto di cui sopra, ch'era stato donato al poeta in omaggio al suo nome, si disse: "il tasso del Tasso della quercia del Tasso".
Poi c'era la guercia del Tasso: una poverina con un occhio storto, che s'era dedicata al poeta e perciò era detta "la guercia del Tasso della quercia", per distinguerla da un'altra guercia che s'era dedicata al Tasso dell'olmo (perché c'era un grande antagonismo fra i due).
Ella andava a sedersi sotto una quercia poco distante da quella del suo principale e perciò detta: "la quercia della guercia del Tasso"; mentre quella del Tasso era detta: "la quercia del Tasso della guercia": qualche volta si vide anche la guercia del Tasso sotto la quercia del Tasso.
Qualcuno più brevemente diceva: "la quercia della guercia" o "la guercia della quercia". Poi, sapete com'è la gente, si parlò anche del Tasso della guercia della quercia; e, quando lui si metteva sotto l'albero di lei, si alluse al Tasso della quercia della guercia.
Ora voi vorrete sapere se anche nella quercia della guercia vivesse uno di quegli animaletti detti tassi.
Viveva.
E lo chiamarono: "il tasso della quercia della guercia del Tasso", mentre l'albero era detto: "la quercia del tasso della guercia del Tasso" e lei: "la guercia del Tasso della quercia del tasso".
Successivamente Torquato cambiò albero: si trasferì (capriccio di poeta) sotto un tasso (albero delle Alpi), che per un certo tempo fu detto: "il tasso del Tasso".
Anche il piccolo quadrupede del genere degli orsi lo seguì fedelmente, e durante il tempo in cui essi stettero sotto il nuovo albero, l'animaletto venne indicato come: "il tasso del tasso del Tasso".
Quanto a Bernardo, non potendo trasferirsi all'ombra d'un tasso perché non ce n'erano a portata di mano, si spostò accanto a un tasso barbasso (nota pianta, detta pure verbasco), che fu chiamato da allora: "il tasso barbasso del Tasso"; e Bernardo fu chiamato: "il Tasso del tasso barbasso", per distinguerlo dal Tasso del tasso.
Quanto al piccolo tasso di Bernardo, questi lo volle con sé, quindi da allora quell'animaletto fu indicato da alcuni come: il tasso del Tasso del tasso barbasso, per distinguerlo dal tasso del Tasso del tasso; da altri come il tasso del tasso barbasso del Tasso, per distinguerlo dal tasso del tasso del Tasso.
Il comune di Roma voleva che i due poeti pagassero qualcosa per la sosta delle bestiole sotto gli alberi, ma fu difficile stabilire il tasso da pagare; cioè il tasso del tasso del tasso del Tasso e il tasso del tasso del tasso barbasso del Tasso.

martedì 25 gennaio 2011

Concorso per studenti del triennio

Per la partecipazione all'annuale concorso promosso da CISL - FNP CISL - ANTEAS della zona di Treviglio la traccia per gli studenti del triennio delle superiori è la seguente:
«L'art. 4 della Costituzione sancisce che "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendono effettivo questo diritto". La scuola, il governo, i sindacati devono fare la loro parte per promuovere l'accesso al lavoro dei giovani. Tu ti senti pronto ad affrontare insieme a questi attori il tuo futuro?».
Le positive esperienze degli anni scorsi inducono a sperare nel riconoscimento delle vostre fatiche e, magari, nella vincita di uno dei due premi da 260 euro previsti.
La consegna, via mail, a me è prevista per la fine di febbraio. Fatemi un cenno se intendete partecipare.

lunedì 17 gennaio 2011

Sonetti barocchi

I sonetti barocchi da leggere per mercoledì sono disponibili qui e nella cartella del "solito" magazzino.

sabato 1 gennaio 2011

«Non sai guardare perché non conosci i nomi.»

Nick Shay, il protagonista di Underworld, dialoga con il suo insegnante Padre Paulus, gesuita.

– Talvolta penso che l’educazione che dispensiamo qui sia più adatta a un cinquantenne che ha capito di aver mancato il bersaglio al primo giro. Troppe idee astratte. Verità eterne a destra e a sinistra. Ti servirebbe di più guardarti una scarpa e nominarne le parti. A te in particolare, Shay, visto da dove vieni.
Questo parve rianimarlo. Si sporse sopra la scrivania e fissò, letteralmente, i miei stivali bagnati.
– Sono oggetti orribili, vero?
– Sì senza dubbio.
– Nominami le parti. Coraggio. Qui non siamo così ricercati, non siamo così intellettualmente chic da non poter esaminare uno studente faccia a faccia.
– Nominare le parti, – dissi. – D’accordo. Stringhe.
– Stringhe. Una su ogni scarpa. Procedi.
Alzai un piede e lo girai goffamente.
– Suola e tacco.
– Sì, continua.
Posai di nuovo il piede a terra e fissai lo stivale, che mi parve inespressivo quanto uno scatolone chiuso.
– Procedi, ragazzo.
– Non c’è molto da nominare, le pare? Un davanti e un dietro.
– Un davanti e un dietro. Mi fai venire voglia di piangere.
– La parte arrotolata sul davanti.
– Sei talmente eloquente che devo fare una pausa per riavermi. Hai nominato le stringhe. Come si chiama il lembo sotto le stringhe?
– La linguetta.
– Be’?
– Il nome lo sapevo, soltanto che non l’avevo vista.
Padre Paulus fece il suo piccolo numero, buttandosi a corpo morto sulla scrivania e sussultando lievemente come se fosse in preda a una terribile angoscia.
– Non l’hai vista perché non sai guardare. E non sai guardare perché non conosci i nomi.
Tentennò il capo come per rimproverarmi aspramente, con un gesto teatrale, e si ritrasse dal piano della scrivania, lasciandosi cadere sulla sedia girevole e guardandomi di nuovo prima di fare un quarto di giro deciso e sollevare la gamba destra quel tanto che bastava perché il piede, o meglio la scarpa, trovasse una sistemazione sul bordo della scrivania, punta all’insù. Una normalissima scarpa da prete nera.
– D’accordo, – disse. – Suola e tacco li conosciamo.
– Sì.
– E abbiamo identificato la linguetta e le stringhe.
– Sì, – dissi.
Delineò con il dito una striscia di pelle che attraversava il bordo superiore della scarpa e scendeva sotto la stringa.
– Cos’è? – chiesi io.
– Dimmelo tu. Cos’è?
– Non lo so.
– È il risvolto.
– Il risvolto.
– Il risvolto. E questa sezione rigida sopra il tacco. Questo è il rinforzo.
– E questo pezzo a metà tra il risvolto e la striscia sopra la suola. Questo è il dorso.
– Il dorso, – ripetei.
– E la striscia sopra la suola. Quello è il guardone.
Ripetilo, ragazzo.
– Il guardone.
– Lo vedi, come restano nascoste le cose di tutti i giorni? Perché non sappiamo come si chiamano. E l’area frontale che copre il collo della scarpa come si chiama?
– Non lo so.
– Non lo sai. Si chiama tomaia.
– Tomaia.
– Ripetilo.
– Tomaia. L’area frontale che copre il collo della scarpa. Credevo di non dover imparare le cose a memoria.
– Sono le idee, che non devi imparare a memoria.
E non prenderci troppo sul serio quando arricciamo il naso di fronte all’apprendimento a memoria. La ripetizione a memoria aiuta a costruire l’uomo. E la stringa la fai passare attraverso che cosa?
– Questo dovrei saperlo.
– Certo che lo sai. I buchi su entrambi i lati e sopra la linguetta.
– Non mi viene in mente la parola. Occhiello.
– Forse ti lascerò vivere, dopotutto.
– Gli occhielli.
– Sì. E il rivestimento metallico su ciascuna estremità della stringa?
Diede un colpetto all’oggetto in questione con il dito medio.
– Questo non lo saprei neanche tra un milione di anni.
– L’aghetto.
– Neanche tra un milione di anni.
– Il puntale o aghetto.
– L’aghetto, – ripetei.
– E il piccolo anello di metallo che rinforza il bordo dell’occhiello attraverso cui passa l’aghetto. Stiamo facendo la fisica del linguaggio, Shay.
– L’anellino.
– Lo vedi?
– Sì.
– Questa è la guarnizione, – disse.
– Oddio, ragazzi.
– La guarnizione. Imparala, conoscila e amala.
– Sto andando fuori di testa.
– Questa è la conoscenza arcana definitiva. E quando porto la scarpa dal calzolaio e lui la mette su una forma per fare le riparazioni, un blocco di legno a forma di piede. Come si chiama?
– Non lo so.
– Si chiama semplicemente forma da scarpa.
– Mi si sta spaccando la testa.
– Le cose di ogni giorno rappresentano la conoscenza più trascurata. Questi nomi sono vitali per il tuo progresso. Cose quotidiane. Se non fossero importanti, non useremmo una parola così splendida di derivazione latina. Ripetila, – mi intimò.
– Quotidiano.
– Una parola straordinaria che suggerisce la profondità e la portata del luogo comune.
(...)
Poi tornai nella mia stanza e mi liberai del giubbotto. Volevo cercare le parole sul dizionario. Mi tolsi gli stivali e lanciai il berretto sul lavandino. Volevo cercare le parole. Volevo cercare velleità e quotidiano e impararle a memoria, queste stronze di parole, una volta per sempre, impararne l’ortografia, la pronuncia, ripeterle ad alta voce, sillaba per sillaba – vocalizzare, produrre suoni vocali, emettere suoni, pronunciare le parole per quello che valevano. Questo è l’unico modo al mondo di sfuggire alle cose che hanno fatto di te quello che sei.

mercoledì 22 dicembre 2010

Natale in quarta

Il promemoria dei lavori per la quarta è nella apposita cartella.
In sintesi: saggio breve su Machiavelli e lettura di Fontamara per tutti; Io e te di Ammaniti per gli itineranti.
Rilettura del libro dell'Eneide già letto durante le vacanze e aggiunta di un altro libro per tutti.

martedì 21 dicembre 2010

Natale in quinta

Ricordo che il promemoria dei lavori per la quinta è nella apposita cartella.
E ricordo anche che sarebbe opportuno sapere se andiamo o no a Milano a vedere i "Giganti della Montagna" di Pirandello (che sia dopo o meno la visita al Museo del Novecento, poco importa...)

domenica 19 dicembre 2010

Aracnofagia

Trovato per caso in un fascicolo pubblicitario, allegato al Venerdì di Repubblica la scorsa settimana, questo finale del primo capitolo del romanzo sotto citato m'ha incuriosito davvero tanto.
«Alle tre e dieci il vecchio si sveglia di soprassalto al suono secco di legno contro legno da una delle stanze di sotto. Si mette seduto e resta in attesa di qualche altro rumore, ma non sente niente. Punta la sveglia alle cinque, poi si rimette giu e chiude gli occhi. La bocca si apre e il suo respiro riempie di nuovo la stanza, partendo con un sibilo lieve per poi trasformarsi in un rantolo, inspirazioni ed espirazioni talmente indistinguibili da fondersi in una sorta di ronzio ondeggiante.
Un ragno grassoccio avanza lungo il lenzuolo, spiccando nitido su quel bianco acceso. Passa sulla manica della camicia da notte, e qui indugia un po' prima di affrettarsi verso il collo. Nell'attimo in cui la prima delle sue otto zampe marrone scuro gli sfiora la pelle fredda, il vecchio si sveglia di nuovo. Non si muove, ma il rantolo cessa di colpo e il respiro si fa sommesso e lieve. Il ragno fa uno sprint verso la guancia, e rimane immobile per un istante prima di avvicinarsi alla bocca, rimasta spalancata. Si blocca di nuovo, quasi indeciso sulla prossima mossa, poi, con un'agilità che rasenta la grazia, si lancia nel baratro.
La bocca del vecchio si richiude e il ragno corre in tondo, cercando di uscire, ma non c'è scampo dalla lingua sottile che prima lo spinge contro la guancia e poi tra i denti posteriori. Si dibatte aspramente un'ultima volta prima di finire sgranocchiato e ridotto in una poltiglia sabbiosa mentre la lingua lambisce i denti per raccogliere i pezzetti rimasti.
Il respiro rallenta, e il vecchio manda giù i rimasugli. Poco dopo ricomincia il rantolo, dentro e fuori. Tutto come prima».

Dan Rhodes, Il bizzarro museo degli orrori, Newton Compton, pag. 12-13

venerdì 10 dicembre 2010

Simulatio, simulationis....

Il programma e le letture per la prima simulazione di terza prova sono disponibili nella cartella di quinta.

sabato 4 dicembre 2010

Lavori di approfondimento - quarta

Si svolgano i due temi proposti, inviando il lavoro (esclusivamente per mail!) entro il 13 dicembre.

1) Dimostra, in un breve testo di circa 15 righe se la seguente affermazione è vera o falsa.
“Cicerone fu un seguace della filosofia epicurea e, come Lucrezio, cercò sempre nelle sue opere di divulgare il pensiero del maestro”.

2) Cerca di definire, in un breve testo di 15 righe al massimo, la principale differenza tra la storiografia di Sallustio (metodo, ideologia, stile) e quella di Giulio Cesare.

Lavori di approfondimento - quinta

Si scelga una delle due tracce proposte, inviando il lavoro (esclusivamente per mail!) entro il 13 dicembre.


prima traccia

Il genere epico e quello satirico nell’età di Nerone riflettono il desiderio di affermare novità di stili e di forme rispetto alla precedente produzione propria dei due generi. Predisponi una tabella riepilogativa che illustri quali furono gli esponenti e le opere appartenenti a teli generi letterari e rilevandone gli spunti di originalità che essi presentarono.
Il pessimismo che pervade situazioni, temi e linguaggio delle opere di questo periodo rimanda ad una presa di coscienza circa il mutato clima culturale, anche a causa di una ben precisa corrente filosofica. Si può dire che le nuove opere satiriche, epiche e tragiche non mirino soltanto a un rinnovamento formale dei rispettivi generi letterari ma si carichino di significati ideologici in quanto riflettono le reazioni degli scrittori alla mutata situazione politica?


seconda traccia
Analizza la novella “La matrona di Efeso” contenuta nel Satyricon; cerca di rappresentarne graficamente l’evoluzione degli eventi avendo particolare attenzione ai termini ed ai momenti che ritieni più significativi.
Esprimi poi una tua motivata riflessione sul giudizio di seguito riportato.
“La matrona di Efeso sa affrontare una difficoltà con assai maggiore autorevolezza di un uomo. Petronio dunque, sottolineandone l’immoralità ma esaltandone l’astuzia, non sottopone il personaggio a un giudizio univoco: come fa di solito, egli si astiene da qualunque lettura moralistica dei fatti narrati.” (M. Reali)

martedì 30 novembre 2010

In questa turba gaia...

Ci sono alunni di quinta che, su Facebook, apprezzano pagine tipo "Poeti fattoni che sotto l'effetto di oppio scrivono cose incomprensibili". Ecco, potremmo chiederci cos'avessero in testa loro, quando scrivevano queste frasi, parafrasando il Paradiso...

I 13-27
O eccellente Apollo, per il mio ultimo lavoro fammi contenitore della tua ispirazione poetica, mandandomi a prendere l'amato alloro. FG
O divino Apollo, all'ultimo lavoro fammi del tuo valore sia fatto contenitore, come mi mandi a darmi l'amato alloro. EF
Entra nel mio petto e ispirami così come scorticasti le membra di Marsia. VB
Entra nel mio cuore e ispirami come hai aiutato Marsia a spogliarsi delle sue membra. SG
Prima passando per il monte Parnaso, ed ora anche in questo nuovo regno mi è possibile entrare nel luogo di combattimento recintato. MR
O divina virtù se mi assisti in modo tale che la mia ombra nel paradiso rimanga impressa nella mia mente e in modo tale che io possa manifestarla, fà si che mi veda venire ai piedi del tuo diletto legno...
O divina virtù, mi vedrai venire ai piedi del tuo diletto legno, e coronarmi delle foglie che la materia di cui parlo e tu mi farete degno. PCM
...e mi vedrai essere coronato di alloro che la poesia e che tu mi farai degno. LM
O divina virtù, se ti presterai a me tanto che sulla mia testa manifesterò l'ombra del beato regno mi vedrai venire ai piedi del tuo diletto legno, e mi vedrai incoronato con le foglie della materia di cui tu mi farai degno. GS

I 76-90
...mi parve innanzi una visione del cielo così infinito come mai ne fiamma ne pioggia fecero mai sole, fiume o lago così grande. MR
Beatrice mi disse: «Tu che entri nell'errore a causa del fatto che non conosci la verità, e quindi non riesci a vedere ciò che vedresti se riuscissi a superare quell'errore che commetti nel pensare, (se superassi ciò che la tua mente t'impone il pensiero comune) vedresti il vero». MR

III 70-87
Poiché vedrai non accadere in questi cieli, se l'essere pieni di amore divino qui è necessario e se non ammiri la natura di questa carità. VB
Ciò che vedrai succedere in questi cieli, che qui l'essere pieni di carità è necessario, è ciò che vuole la sua natura.
Anzi è necessario a questi beati rimanere nella divina voglia, per far sì che diventino le nostre voglie stesse; così che, come noi siamo di soglia in soglia per questo regno, a tutto il regno piace come al re che nel suo volere ne voglia. PCM
È normale che un beato si tenga dentro la divina voglia perché si fa sua la voglia stessa. GS
di ciò che vedrai in questi luoghi non capirai se essere caritatevole è qui necesario, e se riflette la natura di Dio. LM
Anzi è formale a questo beato tenersi dentro la divina voglia, perché ad una voglia si rifanno le nostre voglie. FB
Quando la ruota che tu rendi eterna essendo desiderato, a se mi fece suscitare la mia attenzione con l'armonia che suoni e distribuisci, mi apparve uno spazio di cielo... MF
Anzi è formale a questo beato essere tenersi dentro alla divina voglia, perché una si fanno nostre stesse voglie, così ché, così come noi siamo di soglia in soglia per questo regno, piace a tutto il regno piace a loro che nel suo volere ne invoglia. RP
La volontà è quel mare al quale ciò che ella crea o che fa la natura, si muove tutto. EF

XV 55-69
Tu credi che il tuo pensiero sia meglio di quello che è venuto prima, così come non si conoscono il 5 e il 6 senza aver conosciuto prima l'uno; e per apparire più gaudioso a te, non mi domandi, che nessun altro in questa turba gaia. FB
Però perché io ti sembri più gaudioso domandami ciò che nessuno in questo felice luogo domanda. FC
Ma dopo, rimosse tutte le bugie, tutto ciò gli risulterà chiaro; e lascia perdere le persone che hanno la rogna. SG

Pusher di quarta...

II, 13-30; III 10-24; VI 34-48; IX 132-145
Tra questi passi del Purgatorio dantesco, letti ed analizzati in classe, ciascun(a) fanciullo/a avrebbe dovuto scegliere tre brani e parafrasarli.
Riporto alcune perle, convinto che il dibattito aperto da qualche alunno di quinta sulla “lucidità” di Dante possa trovare sponda nel confronto con la chiarezza di resa di chi, in quarta, si accosta al testo del Purgatorio. E, credo, anche qualche perla di quinta potrà colorire in serata queste pagine…


PASSI DA II 13-30
Ed ecco il sole che sorprende dal mattino, per i grandi vapori di Marte che rosseggia a est sovrasta il suol marino, mi apparve così, come se io lo vedessi ancora, una luce venire dal mare velocemente, e il suo muovere non fece scappare nessuno. FD

Ed ecco, sorpreso dal mattino, come il cielo di Marte che si illumina di rosso ad est sopra il mare, mi apparve colui, che spero di vedere ancora, una luce venire dal mare velocemente, che la sua velocità non è paragonabile al volo di nient’altro. GS

Appena volsi l’occhio verso la mia guida per domandargli una cosa, rividi la luce più luminosa e più vicina. Poi da ogni lato appariva di bianco, e poco sotto ne venne un altro. Il mio maestro non aveva ancora parlato, mentre sta aprendo le bianche ali… AR

Poi, da ogni lato e da sotto, uscì qualcos’altro di bianco. Il mio maestro non diceva ancora nulla, ma vidi che le prime cose bianche erano ali; quando riconobbe quella figura, gridò “fatelo atterrare…
BS

Il mio maestro non aveva ancora fatto nessun movimento mentre i primi bianchi mostrarono le ali: allora quando riconobbe il traghettatore gridò: «Inginocchiati. Ecco l’angelo di Dio. Piega le mani perché non vedrai mai più fatti del genere così ufficiali…» MM

Ecco l’angelo di Dio: piega le mani; ormai ne vedrai di fatti così ufficiali… EZ

PASSI DA III 10-24
Quando i suoi piedi non andarono più di fretta, dato che l’onestà rende sciolto ogni atto la mia mente che prima era limitata, si allargò per l’intento e voltai il viso verso il monte. ADC

Quando i suoi piedi rallentarono, che l’onestà di ogni atto perde la mia mente, che era ristretta, allargò l’intento, poiché vagava, e diedi il mio viso verso il monte che al contrario il cielo più alto si allarga. IO

Quando aveva finito di andare veloce, perché l’onestà di ogni atto svela come siamo realmente, la mia mente, che prima non aveva capito, grazie all’impegno iniziai a capire, così volsi il mio sguardo verso la montagna che si innalza verso il cielo. SA

Quando cominciò a camminare più lentamente che l’onestà di ogni atto tralascia la mia mente, che prima era ristretta, allargò il suo scopo, e siccome era vago voltai il mio viso a guardare il poggio che si estende dall’altra parte del cielo più alto. TM

Quando i suoi piedi abbandonarono la fretta, che l’onestà ad ogni atto scompare, la mia mente, che prima era piccola, che con il tentativo si allargò, così come vaga, e misi la mia faccia contro al poggio che al contrario il cielo più alto si allunga. LS

Il sole, che dietro il monte era illuminato, davanti a me era nascosto dalla montagna e rifletteva su me i suoi raggi formando la mia ombra. MC

PASSI DA VI 34-48
E lui a me: «La mia scrittura è piana; e la speranza di questi non crolla se si ragiona a mente serena, pulita; che non si ponga l’obbiettivo di giudicare perché il fuoco dell’amore compia in un momento di soddisfare chi qui si trova…» FL

E là dove io scrissi questo (nella mia epoca) non era necessario pregare, la preghiera non andava a buon fine poiché questa preghiera e chi la diceva era staccato da Dio. EC

PASSI DA IX 132-145
Aprì la porta sacra dicendo: «Entrate; ma prestate attenzione che esce solo chi dentro si purifica…» AC

E quando furono girati nei cardini gli spigoli della porta di quella regge sacra, che sono fatti di metallo e sono forti e rumorosi, non rugghiò ne si mostrò così acra Tarpëa… LA

E quando nei punti di congiunzione sfalsati, che uniscono i bordi della porta al monte sacro, fatti di metallo duro, rimbombarono, e stridettero talmente forte, che neanche Tarpea gridò tanto, una volta separata dal Metello, che poi diventò magra. DV

sabato 27 novembre 2010

Repetita iuvant...

Sono particolarmente affezionato a questo video; mi dà l'idea concreta di cosa significhi "innovare" qualcosa di consolidato e -spesso- rigidamente codificato nel tempo. Qualcosa di simile hanno fatto coloro che, ad esempio, hanno "caricato" gli idilli di un significato più profondo ed inaspettato o, magari, hanno preso un genere letterario ritenuto "inferiore", come il romanzo, e l'hanno trasformato in un capolavoro...

domenica 21 novembre 2010

il Paradiso del lunedì, in quinta

Con un veloce "copia & incolla" (dai file disponibili nella cartella dedicata al Paradiso) ho predisposto l'elenchino di alcuni dei temi affrontabili lunedì; niente di terribile, mi pare...
Si veda il file "Riepilogo dei temi affrontabili lunedì".

mercoledì 17 novembre 2010

"sul" e "nel" purgatorio

I passi da conoscere, visti ed analizzati in classe, per il lavoro di personale reinterpretazione del lunedì mattina sono i seguenti:

“sul” Purgatorio
IV 88-96
VII 43-45
IX 710-72; 138-145
XII 118-126
XIII 1-6
XVII 91-139

“nel” Purgatorio
Canti I, II, III, VI, VIII (sintesi), IX

domenica 7 novembre 2010

Sull'interpunzione

È disponibile a questo link un documento con alcune indicazioni iniziali per proseguire la discussione avviata in classe sull'uso della punteggiatura, soprattutto nella scrittura informale odierna.
Vediamo cosa ne esce...

sabato 30 ottobre 2010

Note organizzative per "I promessi sposi alla prova"

Per lo spettacolo di martedì, che ha inizio alle 19.30 al Piccolo Teatro Grassi (via Rovello 2), suggerisco di trovarci in piazza Duomo (inizio Galleria) per le 18.15, per 4 passi e un panino insieme, prima dello spettacolo.
Se facciamo le cose con calma, prendiamo il treno che parte da Treviglio Centrale alle 17.02; arrivare in stazione un po' prima per recuperare i biglietti non sarebbe male...
Ci vediamo martedì a scuola per gli ultimi dettagli.

sabato 16 ottobre 2010

Locandiera...

Dati tecnici per la (eventuale...) partecipazione allo spettacolo.
Partenza da Treviglio Centrale: ore 19.02 (arrivo a Milano Centrale 19.40)
Orario spettacolo: 20.30
Notizie sullo spettacolo direttamente dal sito del Piccolo Teatro
Partenza da Milano P. Repubblica: 23.28 (arrivo a Treviglio 00.20)
Costo biglietto spettacolo: circa 15 euro
Date (in ordine di possibilità): 29 ottobre, 5 novembre, 22 ottobre (tutti e solo venerdì).
Lunedì, a scuola, se ne parla.
Un saluto.

giovedì 14 ottobre 2010

Sui capolavori

I programmi (e, per la quinta, documenti) per il primo grande giro di interrogazioni su Ariosto & c. in quarta e Manzoni & c. in quinta sono disponibili online.
Buon lavoro; il 25 si inizia!

martedì 12 ottobre 2010

Dentro, sopra ed intorno a "quel tomo che ti devasta coi suoi 38 capitoli"

Riepilogo il "giro" da fare intorno al capolavoro manzoniano, in quinta:
1) il "contesto" ed i brani segnalati per l'interrogazione, direttamente dal romanzo
2) l'articolo sulla revisione linguistica delle opere manzoniane e la prefazione di Eco alla sua recentissima riscrittura dell'opera, distribuiti in fotocopia
3) la re-interpretazione del romanzo storico seicentesco (e la relazione con il modello manzoniano) de La Chimera di Vassalli (con l'aiuto della documentazione disponibile nella cartella online)
5) la rilettura teatrale de I promessi Sposi alla prova di Testori, che vedremo a teatro e di cui, in ogni modo, diremo più di qualcosa...
6) qualche nota da questa intervista/confessione sulla relazione Eco/Manzoni
7) un'idea di cosa possa voler dire essere oggi un autore di romanzi storici, grazie all'intervista a V.M. Manfredi, disponibile nella cartella online
8) due notizie su "I promessi morsi", la versione in pubblicazione a giorni, molto noir?
9) ogni altra informazione disponibile, che lascio al vostro buon cuore.
Chiudo con un riassunto in 10', che non esaurisce l'obbligo scolastico... :-)

lunedì 11 ottobre 2010

Proposte teatrali

Quarta A
Goldoni, La locandiera
Teatro Strehler – Milano, dal 19 ottobre al 07 novembre 2010

Goldoni, Trilogia della villeggiatura
Teatro Grassi – Milano, dal 16 novembre al 12 dicembre 2010

Goldoni, La bottega del caffè
Teatro Carcano – Milano, dal 30 marzo al 17 aprile 2011



Quinta A
Testori, I promessi sposi alla prova
Teatro Grassi – Milano, dal 26 ottobre al 14 novembre 2010

Pirandello, I giganti della montagna
Teatro Carcano – Milano, dal 12 al 23 gennaio 2011

**Gifuni, L’ingegner Gadda va alla guerra
Teatro Sociale – Bergamo, 1° marzo 2011

Pirandello, Il fu Mattia Pascal (adattamento teatrale di Tato Russo)
Teatro Carcano – Milano, dal 16 al 27 marzo 2011

domenica 10 ottobre 2010

Tentare l'impresa

Guerra e pace, da leggere, per fine anno.
Il giusto proposito per compensare i flussi di byte con cui convivo giornalmente; un bel fiume di parole, da gustare con lentezza.
Farò sapere.

Esperienze

Dalla poltrona di casa, di fronte al televisore ma quasi in posa da triclinio; dal letto ieri sera, con una serata finita presto quanto a interazione reale e proseguita ad oltranza sul versante digitale; girando per casa e in parte per il giardino, grazie alla copertura wifi nonostante qualche angolo ancora cieco (ho prestato l'airport al nipote perché possa sperimentare a casa sua l'esperienza della rete...) che presto sarà coperto; beh, direi che ci sono molti aspetti che rendono intrigante l'uso dell'iPad.
Ne avevo sentito parlare, finora; posso esserne testimone diretto, ora.

martedì 28 settembre 2010

Discutendo dei prodigi della retorica

Segnalo che nella cartella di quarta, rinnovata, compaiono due bei pezzi (lessico giornalistico, s'intende...) che evidenziano significativamente come grazie alle parole ci si può arrampicare sui vetri o sbeffeggiare una "vittima"...

venerdì 17 settembre 2010

30 anni fa...






Presentando a genitori ed alunni delle prime, in questi giorni, il percorso scolastico che sta per iniziare, con un qualche sforzo mi sono riappropriato della "vecchia" terminologia: tornano anche a Treviglio, "ai Salesiani", la IV e la V ginnasio, dato che la sperimentazione se ne va progressivamente in soffitta e che la denominazione del "nuovo" liceo riprende un che dell'aulica tradizione.
Poi faccio quattro conti e, se è vero che dovremmo organizzare coi compagni di un tempo il ritrovo a 25 anni dalla maturità, per chi, come me, ha avuto un percorso "lineare" significa che sono trascorsi trent'anni dall'inizio di quella avventura... Giro su Facebook e ritrovo in serie le foto della mia classe (non usava ancora appenderle nei corridoi...); aver fatto 4/5 giorni di assenza in tutto il quinquennio (di cui tre per i "tre giorni" della selezione militare, come si usava ai tempi...) ha garantito che fossi presente al momento dello scatto. Lascio agli album di Facebook i commenti alle singole foto; per me è un piacere rivederle in questi giorni in cui sta iniziando di nuovo un anno scolastico; qui, tutte in fila, mi fanno ripensare con un po' di nostalgia a quei momenti. Ho la fortuna di esserci rimasto, a scuola, e di aver condiviso e poter condividere da prof con altri alunni (in genere, evitando le foto di classe...) tanti momenti, talvolta essendomi sentito una sorta di compagno di classe molto molto cresciuto. Scrive Domenico Starnone, autore che di scuola se ne intende, che «tra tutti i ripetenti, l'insegnante è il più ripetente di tutti»; credo sia vero, e credo anche che possa essere piacevole, questa ripetenza sempre rinnovata.

giovedì 9 settembre 2010

Sulle unità orarie da 60 (nooo!), 55 e 50 minuti

Contattato in questi giorni da alcuni alunni sulle modifiche all’orario scolastico, cerco di rispondere in breve alle domande di chiarimento che mi sono pervenute.
La scansione oraria di quest’anno tiene conto di alcuni vincoli:
1) l’avvio delle classi “riformate”, in cui il carico orario è ben diverso rispetto agli anni precedenti e che devono convivere con chi è già al secondo, terzo, quarto o quinto anno;
2) la volontà di non imbarcarsi nella logica del “passiamo tutte le ore a 60 minuti”, come è successo in molte scuole, che avrebbe comportato la necessità di rientri pomeridiani per tutti, viste le 33 ore settimanali di lezione;
3) l’intenzione di evitare lezioni al pomeriggio, anche per il professionale, così da dedicare questi tempi allo studio o ai corsi integrativi
4) l’obbligo di rispettare, nell’anno e nel quinquennio, la quantità di ore che la normativa (resa più stringente in termini di rispetto delle “ore da 60 min…”) prevede perché il corso possa essere conforme alle richieste.
Abbiamo cercato di cambiare il meno possibile e di impattare sulla prassi consolidata nella misura più dolce; la sesta ora del mercoledì consente di chiudere il quadro delle 29 ore al venerdì e di liberare le prime liceo; le cinque e quattro unità orarie del sabato a 55’ permettono di “recuperare” minuti preziosi che per garantire il monte ore annuale; la settimana scolastica si “alleggerisce” progressivamente, almeno in termini quantitativi, sul finire della settimana, dando modo di operare – si spera – un più efficace recupero per la successiva.
Non è l’orario perfetto, di sicuro, ma crediamo sia la soluzione più vicina alla prassi di questi anni (caratterizzati dalla "scuola lunga", con le 33, 34 o 36 ore che si potevano affrontare solo con "unità orarie" da 50', a meno di voler portare la brandina a scuola...) e, al contempo, rispettosa di tutti i vincoli imposti. Il confronto e la pratica durante quest’anno ci permetteranno di verificare i correttivi da apportare per il futuro.

Chi abbandona è abbandonato

Senza maestri che appassionino restano le «vogliuzze»

«Tutti vogliono le stesse cose, tutti sono eguali. Una vogliuzza per il giorno e una per la notte: salva restando la salute. "Noi abbiamo inventato la felicità" – dicono e strizzano l’occhio. Io ho conosciuto persone nobili che hanno perduto la loro speranza più elevata. E da allora calunniano tutte le speranze elevate. Da allora vivono sfrontatamente di brevi piaceri e non riescono più a porsi neppure mete effimere. Perciò hanno spezzato le ali al loro spirito: che ora striscia per terra e contamina ciò che rode... Ma, ti scongiuro: mantieni sacra la tua speranza più elevata!». A leggere queste parole di Nietzsche si rimane sbalorditi: aveva previsto la chiusura della mente borghese e la sua rinuncia alla vita.

Nessun uomo è un’isola e, parafrasando il poeta, si può dire lo stesso di uno studente che abbandona la scuola. Se abbandona, non fallisce lui solo, ma la scuola come relazione: genitori-insegnanti-studenti. I dati parlano chiaro, negli ultimi cinque anni uno studente su tre dell’ultimo quinquennio non arriva al diploma; nell’ultimo anno il 20% ha abbandonato il liceo e il 44% gli istituti professionali. La scuola dovrebbe essere, attraverso la cultura e il lavoro manuale, un trampolino di lancio per la scelta professionale più adeguata. Quello che posso dire, da professore, è che molti abbandonano perché la scuola appare loro inutile per ciò che vogliono essere e fare nella vita.

Durante un’estate da liceale squattrinato lavoravo in un cantiere come aiuto di un manovale: «Sei fortunato – mi ripeteva – perché puoi studiare: se potessi, io tornerei indietro». La scuola dell’obbligo non obbliga a rimanerle fedele perché non riesce a obbligarti: solo gli amori veri e grandi "obbligano" alla fedeltà. I ragazzi che si disperdono spesso non hanno trovato docenti in grado di appassionarli. Eppure la scuola dovrebbe essere un "andare a bottega": scoperta e incoraggiamento dei talenti personali per opera di maestri. Ho incontrato, con l’occasione del mio primo libro, studenti di tutte le città e percorsi. Ho trovato ragazzi di istituti tecnici affamati di letture, ben sapendo che avrebbero fatto l’elettricista, l’idraulico, l’informatico. Tutto merito di professori appassionati ai loro alunni, capaci di accendere nei ragazzi, attraverso la cura del pezzo di mondo loro affidato, lo sguardo su una vita più grande, più piena, più ricca.

Molti ragazzi abbandonano perché tanto un lavoro si trova: si guadagna subito e si realizza l’orizzonte ristretto delle «vogliuzze». Manca loro uno sguardo di più lunga gittata. Gli adulti descritti da Nietzsche riescono a spegnere quello sguardo, perché hanno rinunciato loro stessi a una vita più grande. Anche loro si accontentano del tutto e subito. Se i ragazzi non leggono libri, è perché gli adulti accendono la tv, invece di prendere in mano un libro. Se i ragazzi abbandonano la scuola, è perché gli adulti della scuola non sono interessati a loro. La crisi dei giovani è crisi di maestri. Io conosco centinaia di maestri capaci di provocare la nostalgia del futuro, provocando (chiamandole alla luce) le risorse migliori degli studenti. Di contro ci sono docenti che odiano i loro studenti, li umiliano e condannano all’abbandono, non solo della scuola, ma di sé stessi.

Nietzsche sferzava i benpensanti che trasformavano la felicità in vogliuzze e benessere, gli stessi che hanno criticato queste parole: «Allo stesso tempo la gioventù rimane comunque l’età in cui si è alla ricerca della vita più grande. Se penso ai miei anni di allora: semplicemente non volevamo perderci nella normalità della vita borghese. Volevamo ciò che è grande, nuovo. Volevamo trovare la vita stessa nella sua vastità e bellezza». Le ha pronunciate Benedetto XVI, qualche giorno fa. Nietzsche e il Papa sembrano d’accordo. Esiste un terreno sul quale la scuola sta mancando e non è questione di ideologie, ma di amore all’uomo. Nella scuola è dei docenti – alleati ai genitori – il compito di trasmettere una vita più grande e nuova attraverso le loro ore di lezione.
Alessandro D’Avenia su L'Avvenire dell'8 settembre 2010

martedì 31 agosto 2010

"I Barbari" di Baricco – un gran bel sequel...

Ho davvero trovato illuminanti alcune considerazioni che Baricco scrisse nel suo saggio su "I Barbari", tanto che ne ho consigliato la lettura (e ci abbiamo discusso sopra un po'...) con qualche classe degli anni passati; c'è un sequel, altrettanto interessante, pubblicato sul numero di settembre di Wired.
Io ci suggerisco, caldamente, un salto.

ps: l'articolo è disponibile anche sul sito di Repubblica

lunedì 16 agosto 2010

Per nonne & mance...

La tradizionale pagina de L'Eco di Bergamo con le "testine" (termine tecnico) dei maturati 2010 è stata pubblicata ieri, 15 agosto; perché non tutte le nonne sono passate in edicola (e se lo sono, ma abitano nel milanese, non hanno trovato l'Eco), la lascio in pdf nella cartella di quinta. I nipoti la possono stampare e farne l'uso che ritengono più opportuno...

giovedì 5 agosto 2010

Un'onda durata un anno

Spiace vedere questa notizia: Google Wave chiuderà a dicembre e, progressivamente, verrà abbandonato.
Ci abbiamo costruito un po' di lavoro in terza, lo scorso anno, con qualche difficoltà tecnologica ma con un po' di entusiasmo e passione... Meglio iniziare a pensare subito a qualcosa di nuovo...

domenica 1 agosto 2010

Visti da vicino

Entrare da soli nella Cappella Sistina e vedere (quasi) ogni particolare...
È possibile, senza muoversi da casa, da qui.
Grandioso!

sabato 17 luglio 2010

Vita, si uti scias, longa est.

È pubblicata su L’Eco di Bergamo di stamattina una interessante intervista di Francesco Mannoni a Marco Niada, autore di Il tempo breve (Garzanti, pagine 183, euro 12); ne riprendo un paio di passaggi.

1) sull’accelerazione del tempo
«Le grandi tappe che hanno impresso accelerazione al tempo sono state tre: l'orologio meccanico, la macchina a vapore e Internet. Il primo, nato a cavallo del 1300, ha creato l'ora eguale e quindi ha permesso di misurare anche la notte, coadiuvato dalle clessidre a sabbia che hanno permesso una sotto-segmentazione delle ore. L'orologio ha raggiunto una precisione al secondo attorno al XVIII secolo, in tempo per l'arrivo dell'invenzione seguente: il treno a vapore. Questo, con tutti i derivati successivi, automobilistici e aerei, ha accelerato talmente la velocità degli spostamenti da portare alla cancellazione dell'ora locale e a una crescente standardizzazione del tempo con la divisione in meridiani. Internet ha dato il colpo fatale, con il virtuale azzeramento della relazione tra spazio e tempo, che ci permette di essere assolutamente ubiqui e gestire la giornata a piacere, conservando messaggi a cui rispondere in tempi successivi o rispondendo in tempo reale indipendentemente dal fuso orario in cui ci troviamo. Internet viaggia quasi alla velocità della luce e ci permette ormai di operare nel business "alla velocità del pensiero"».


2) sulla nostra nuova (in)capacità di gestione del tempo
«Con l'arrivo dei telefoni intelligenti e Internet il nostro tempo privato è sempre più mescolato a quello del lavoro, dato che non riusciamo più a porre barriere agli stimoli che ci arrivano dall'esterno. Dunque siamo sempre più eterodiretti ed eterogestiti nostro malgrado. I network sociali come Facebook e Twitter, le informazioni 24 ore su 24, gli sms, le telefonate degli amici ci tengono in uno stato di eccitazione continua anche fuori dal lavoro. A questo punto tutto diventa estremamente difficile perché, anche se riuscissimo a mantenere un controllo delle nostre priorità, potremmo essere percepiti dagli altri come pigri, maleducati o arroganti. Internet obbliga a una disponibilità assoluta verso il prossimo, come l'allattamento a piacere dei neonati».

Tornano alla mente le parole di un classico, con cui è spesso faticoso confrontarsi (in sede di esame di maturità) ma che ha offerto, nel De brevitate vitae, elementi inetressanti di rilessione: "Vita, si uti scias, longa est. Exigua pars est vitae qua vivimus. Ceterum quidam omne spatium non vita, sed tempus est" (La vita, se la si sa impiegare (bene), è lunga. Esigua è la parte di vita che viviamo. Tutto il resto dell'esistenza non è vita, ma è tempo). Me ne accorgo anch'io, quando mi prendo il tempo per superare la concitazione dei giorni appena trascorsi, quando riesco ad uscire dalla galleria degli "occupati" (sempre senecanamente parlando) e (ri)trovo il tempo per tornare a scrivere qualcosa sul blog; c'è bisogno di un po' di slow-thinking, di tanto in tanto...

ps: e prendo l'occasione per tornare a suggerire questo libro di S. Kern, davvero un capolavoro, a mio avviso...

domenica 11 luglio 2010

Le letture per la terza - chiarimenti

Anticipo un'eventuale terza richiesta di chiarimenti e preciso che sono da leggere i tre volumi indicati (Baudolino, L'Orlando Furioso raccontato da Italo Calvino e Il bar sotto il mare) oltre a uno dei tre libri dell'Eneide segnalati (secondo, quarto o sesto) e reperibili nella cartella di terza.
Mi chiedo: ma erano così poco chiare le indicazioni date?

lunedì 28 giugno 2010

Bella consolazione

Ci sono classifiche, in questo tempo di recessione, che danno l'idea che l'Italia sia comunque una grande potenza mondiale...

sabato 26 giugno 2010

Promesse

Avevo anticipato, l'ultimo giorno di scuola, che avrei lasciato a fanciulle e fanciulli di quinta un racconto come "viatico" per la loro uscita dal Liceo; non sono riuscito a portarlo per la sera della cena di classe, recupero adesso postandolo nella apposita cartella. È il mio "messaggio nella bottiglia", sperando che possa far piacere a ciascuno dei destinatari.
Un arrivederci ai giorni dei colloqui (e non solo...).

mercoledì 19 maggio 2010

Purgatorio - I passi finali

Usciremo dal Purgatorio dantesco con un giretto veloce veloce sui seguenti argomenti e testi:

1) Ordinamento morale, struttura e “leggi” del purgatorio
2) testi:
10, 1-45; 97-139
11
16, 1-129
17, 82-139
19, 1-75
21
22
24, 19-24; 40-81
26, 52-93; 115-148

Lucrezio - Articolazione del lavoro

Rispondendo alle pressanti richieste, informo che il lavoro da predisporre consiste principalmente nei seguenti punti:
1) individuazione del passo scelto
2) esposizione dei contenuti argomentativi che Lucrezio apporta per giustificare la sua (o di Epicuro…) posizione filosofica
3) valutazione (personale!) dell’efficacia argomentativa del brano (eventualmente, inquadrandolo all’interno del contesto di riferimento)
4) (se possibile) valutazione comparata dell’efficacia delle traduzioni utilizzate per l’analisi del passo

E’ necessario pertanto che il lavoro sia strutturato, per la consegna, secondo il seguente schema minimo:
1) presentazione del passo ed esposizione dei principali contenuti argomentativi
2) valutazione dell’efficacia
• (eventuale) confronto tra l’efficacia delle traduzioni utilizzate
3) bibliografia consultata


Per la bibliografia invito a seguire il seguente schema:

NOME COGNOME, Titolo, Editore, città anno.
Citazioni da enciclopedie: NOME COGNOME, titolo o voce, in enciclopedia, editore, città anno, vol., pagine.
Citazioni da raccolte: NOME COGNOME, titolo del pezzo, in NOME COGNOME (a cura di) Titolo della raccolta,editore, città anno.
Citazioni da riviste: NOME COGNOME, titolo dell’articolo, “Rivista” n°, anno, pagine.
Nel caso di numeri monografici: NOME COGNOME (a cura di), Titolo del numero, “Rivista” n°, anno.
Nel caso di siti: NOME COGNOME, Titolo del documento, “Titolo del lavoro” (se disponibile), anno di pubblicazione (se disponibile), url completo tra < >, data del reperimento online tra parentesi

giovedì 13 maggio 2010

booozza

il programma di italiano e latino, in bozza (ultima, spero...), nella apposita cartella

domenica 9 maggio 2010

Latino & pentamestre

Ho depositato nella cartella di quarta le sudate carte (virtuali) prodotte dai fanciulle e fanciulli per verificare le loro abilità saggistiche...

domenica 2 maggio 2010

Petrarca e Boccaccio

Per l'ultimo grande giro di questa terza, il programma completo (e sinteticissimo...) è nella cartella di classe.

martedì 20 aprile 2010

Foscolo e Leopardi

Programma e materiale del giro di quarta incentrato principalmente su Foscolo e Leopardi sono disponibili nella apposita cartella. Poi, ci manca solo Dante :-)

domenica 11 aprile 2010

Tracce per lavori di latino

Nella cartella di quarta le tracce per i lavori di latino, da consegnare esclusivamente via mail entro il 7 maggio prossimo.

Autunnale barocco

Leggo compulsivamente poesia italiana contemporanea e trovo questo bel testo di Angelo Maria Ripellino.

Non si accorgeranno nemmeno di quello che hai scritto.
Getteranno i tuoi versi tra gli stracci vecchi.
Resterai sguattero, guitto,
in questa fiera di gattigrù delle lettere.
Sei un viluppo di piume, una balla di fieno,
carica di gorgheggianti uccellini.
Ma per chi cantano? Chi mai li ascolta?
Merda. Sarebbe meglio scrivere
novelle per pollivendoli, romanzi zuccherini,
storielle piovose, canzoni da balera.
Ma è tardi ormai. Scriverai ancora versi,
questa feccia di vino che nessuno vuole bere.

sabato 10 aprile 2010

Speciosa ed invereconda opinabilità

Nella apposita cartella propone le perle (in rosso) e le correzioni (in blu) del test di stamattina che spaziava tra lessico, analisi grammaticale e figure retoriche...

ps: per i miei alunni di terza "specioso" può significare: scherzoso, speciale, bella apparenza, preciso, speranzoso, non definito, stancante, di poco conto, specifico, insostenibile...

lunedì 5 aprile 2010

Ce la famo?

"SEI PERSONAGGI IN CERCA D’AUTORE"
di Luigi Pirandello

Dal 13 al 25 aprile
(martedì 13 e martedì 20 aprile solo alle ore 15,30 per le scuole)

Teatro Carcano – Milano

martedì 30 marzo 2010

Quinta & simulazioni

Dato che in classe me ne dimentico spesso, lascio una nota qui per il calendario delle prossime simulazioni:
giovedì 15 aprile Prima Prova
venerdì 16 aprile Seconda Prova
giovedì 6 maggio Prima Prova
venerdì 7 maggio Seconda Prova
lunedì 10 maggio Terza Prova

sabato 20 marzo 2010

Se niente importa

Ci sono libri che vorrei non aver mai letto ma che, contemporaneamente, mi pentirei se non avessi letto.
Direi che è proprio il caso di "Se niente importa", uno dei volumi più angoscianti/appassionanti che mi sia capitato tra le mani da un po'...
L'autore è una garanzia.

More about Se niente importa

ps: qui, un intervento pubblicato da Repubblica

domenica 14 marzo 2010

Impressione futurista

Nonostante io tratti ogni anno del Futurismo, accennando all'importanza del movimento per il percorso della letteratura italiana, resto sempre stupito di quanto, ancora oggi, le idee di Marinetti e seguaci possano fare presa su generazioni abituate a ben altra forza innovativa. Se poi, com'è successo quest'anno, vedo che c'è chi si appassiona per la descrizione del bombardamento di Adrianopoli (lo Zang tumb tumb che resta nel cuore...) perché non recuperare il file audio per sentirlo letto direttamente dall'autore?

domenica 7 marzo 2010

classici a 7,99 euro

Preannuncia il Sole 24 ore di oggi la prossima uscita in edicola di tre classici; dall'11 marzo le Metamorfosi di Ovidio, dal 18 le Lettere a Lucilio di Seneca e dal 25 il De rerum natura di Lucrezio. Consiglio caldamente Lucrezio a fanciulle/i di terza, visto che ci lavoreremo su un po'; Ovidio sarà l'ultimo autore dell'anno di quarta e, per quanto riguarda Seneca, magari i quintani hanno qualche nostalgia...
Che coincidenze in edicola.

domenica 14 febbraio 2010

Compleblog: 5

Festeggio il quinto anno online del blog, che s'è visto affiancare, crescendo, da facebook, anobii ed altri strumenti di social-networking.

Riguardavo le foto del primo anniversario con un misto di commozione e malinconia: cravatte e camicie perdurano, il nero nei capelli un po' meno...

domenica 7 febbraio 2010

A-vvicinamento alla maturità

Nella cartella di quinta, la bozza del programma di italiano per quest'anno scolastico...
Sottolineo, la bozza!

Figure retoriche

Mescolare Pascoli a Zucchero, Dante a Jovanotti, passando per Foscolo...
Nella cartella di terza il file con le figure retoriche di uso più comune, supportate ed esemplificate con insoliti riferimenti, tratti da un volume che suggerisco.

lunedì 1 febbraio 2010

Concorso CISL “I giovani e la famiglia”

segnalazione per alunne/i di terza, quarta e quinta
Studiando l’evolversi della società, hai appreso che la famiglia da patriarcale è divenuta nucleare mentre ai giorni nostri si parla sempre più spesso di famiglia allargata. Esponi la tua opinione al riguardo riflettendo sul valore di questa istituzione.



consegna file per mail entro il 10 febbraio

sabato 30 gennaio 2010

La Locandiera

Al Carcano, a Milano, il 3 marzo.
Lunedì vediamo in quanti potremo essere.

L'eco dell'onda...

pre-interrogazione

Il file con le domande disponibili al 18 gennaio e la sollecitazione per postare le ultime, mancanti, riposa bel bello nella cartella di terza A.

domenica 17 gennaio 2010

Scossa di coscienza

di Massimo Gramellini

Sconvolto dagli effetti apocalittici del terremoto di Haiti, sono andato in cerca di informazioni per scoprire com’era la vita nell’isola, fino all’altro ieri. Ho appreso che l’ottanta per cento degli haitiani vive (viveva) con meno di un dollaro al giorno. Che il novanta per cento abita (abitava) in baracche senza acqua potabile né elettricità. Che l’aspettativa di vita è (era) di 50 anni. Che un bambino su tre non raggiunge (raggiungeva) i 5 anni. E che, degli altri due, uno ha (aveva) la certezza pressoché assoluta di essere venduto come schiavo.
Se questa è (era) la vita, mi chiedo se sia poi tanto peggio la morte. Ma soprattutto mi chiedo perché la loro morte mi sconvolga tanto, mentre della loro vita non mi è mai importato un granché. So bene che non possiamo dilaniarci per tutto il dolore del mondo e che persino i santi sono costretti a selezionare i loro slanci di compassione. Eppure non posso fare a meno di riflettere sull’incongruenza di una situazione che – complice la potenza evocativa delle immagini – mi induce a piangere per un bambino sepolto sotto i detriti, senza pensare che si tratta dello stesso bambino affamato che aveva trascorso le ultime settimane a morire a rate su quella stessa strada. Così mi viene il sospetto che a straziarmi il cuore non sia la sofferenza degli haitiani, che esisteva già prima, ma il timore che una catastrofe del genere possa un giorno colpire anche qui. Non la solidarietà rispetto alle condizioni allucinanti del loro vivere, ma la paura che possa toccare anche a me il loro morire.

(da La Stampa di venerdi 15 gennaio)

domenica 10 gennaio 2010

Sulla necessità della letteratura...

Suggerisco una riflessione a partire da due ritagli di articoli: l’intervista a Ezio Raimondi, storico e critico della letteratura italiana, pubblicata oggi sul Corriere della Sera e un invertento di Gianni Riotta che su Il Sole 24 ore parla dell’ultimo volume di Jaron Lanier, guru della realtà virtuale.

«La letteratura è in una condizione difficile, ha subìto una sorta di lesione che si traduce quasi in una disfida contro la vita contemporanea, un’epoca che non favorisce la meditazione. Per questo, oggi più che mai è chiamata a trovare un senso in un mondo che vuole un accumulo di esperienze istantanee, mentre la letteratura utilizza la memoria e diventa forte quando l’io torna a chiedersi: chi sono? L’invocazione della letteratura è una sola: facci essere umani, per citare Wittgenstein.»
«…Alla letteratura spetta di parlare di ciò che è invisibile dentro il visibile. La parola della letteratura è a suo modo una rivelazione di noi stessi a noi stessi, una sorta di epifania, una prova cui si è chiamati: creare un universo che prima non esisteva e in cui le risposte sono interrogativi. Ed è da lì, dagli interrogativi, che comincia la dimensione religiosa.»
Intervista a Ezio Raimondi, Corriere della Sera, domenica 10 gennaio 2010 pag. 31

Oggi però Lanier, guru di internet e dei new media, celebre firma della rivista Wired, è perplesso. E nel suo ultimo libro «You’re not a gadget: a manifesto», mette in guardia contro la deriva del web 2.0 con toni preoccupati che fanno applaudire i vecchi professori che si vantano «Io? Io non ho mai usato un computer!». (…) Lanier lamenta l’appiattimento dei contenuti online, che motori di ricerca come Google e l’enciclopedia scritta dagli utenti Wikipedia, importano sulla rete. Mettere ogni giorno insieme, senza alcuna selezione, gli argomenti dei filosofi e le arrabbiature del tizio davanti al cappuccino tiepido, l’analisi economica di un Nobel e lo sfogo del qualunquista di turno, può essere celebrato dagli ingenui alla moda come «open source» e «democrazia di rete». Il pericolo è invece riassunto bene nelle parole del guru Lamier: «I blog anonimi, con i loro inutili commenti, gli scherzi frivoli di tanti video» ci hanno ridotti tutti a formichine liete di avere la faccina su Facebook, la battuta su Twitter e la pasquinata firmata «Zorro» sul sito. In realtà questa poltiglia di informazione amorfa rischia di distruggere le idee, il dibattito, la critica.
Gianni Riotta, “Cara vecchia internet vai sul sito www.verità”, Il Sole 24 ore, domenica 10 gennaio 2010, pag. 1

giovedì 31 dicembre 2009

Onde dantesche (ovvero, i "compiti delle vacanze" per la terza A)

Rileggete i cinque canti dell’Inferno commentati in classe;
individuate per ciascuno di essi un quesito su un argomento che ritenete significativo (dal punto di vista del contenuto, della forma, dell’immagine, o come voi ritenete meglio) e scrivetelo, inviandomi per mail (entro il 10 gennaio) i vostri 5 quesiti.
Scegliete inoltre il quesito che ritenete più significativo e aprite un’onda su di esso, invitando tutti e solo i compagni di classe e me. Il lavoro, compatibilmente con il periodo festivo (ed i noti e più volte stigmatizzati ritardi del prof…) inizia “appena possibile”; spero ci sia modo per ciascuno di partecipare alla discussione su molte delle onde che verranno aperte.
Vediamo cosa succede, confidando nella serietà degli interventi e nel rispetto delle regole di netiquette tipiche delle comunicazioni online.
Un saluto a tutti (e auguri di buon anno).

martedì 29 dicembre 2009

Esercitazioni di tipologia B (Natale 09)

Nelle cartelle di quarta e quinta sono reperibili (sia in formato "doc" che "pdf") i file con le indicazioni per l'esercitazione scritta di italiano (articolo di giornale/saggio breve), da consegnare per il 14 gennaio 2010.
Il file contiene indicazioni operative generali e specifiche per i fortunati assegnatari di recuperi in itinere.
Ricordo a fanciulle e fanciulli di quinta che è da terminare per la metà di gennaio la lettura integrale dei romanzi in via di analisi, I Malavoglia e La coscienza di Zeno.

giovedì 24 dicembre 2009

di vacanze & di compiti

il finale innevvato dell'ultimo giorno di scuola, coi disagi e gli imprevisti capitatici tra capo e collo, ha un po' modificato il mio calendario: i "compiti delle vacanze", che in genere arrivano per via tradizionale, quest'anno verranno depositati solo da queste parti. Si tratta, in alcuni casi, di "suggerimenti di lavoro", in altri di lavori effettivi da consegnare al rientro. Però, visto il mio ritardo, le difficili condizioni atmosferiche, le difficoltà nei trasporti, il fallimento del vertice di Copenaghen, il riscaldamento globale ma, soprattutto, tenendo conto del fatto che le sterminate e verdi praterie del pentamestre aprono a nuovi spazi di libertà, senza l'assillo di uno scrutinio incombente, beh, ci daremo qualche tempo in più. E non penseremo al lavoro il giorno di Natale ed il giorno prima.
I miei auguri a tutti coloro che passano di qua; da Santo Stefano in poi gli elenchi dei "lavoretti", aggiornati classe per classe (e con un pensiero particolare per i fortunati da recupero in itinere).
Auguri!

lunedì 14 dicembre 2009

Neomelodico napoletano

Segnalavamo stamattina in classe come ci siano elementi che rendono accostabili alcune liriche del periodo arcadico alle canzoni di questo filone espressivo.
Il compito è: cerchiamo qualche riferimento per mettere in parallelo canzoni contemporanee che abbiano evidenti fratture tra i contenuti espressi e la forma melodica che le accompagna.
Vediamo se riuscitre a trovare qualcosa, postandolo nei commenti.


ps: dato che oltre al dovere c'è il piacere, vi ricordo anche di aver fatto menzione di "mai dire tv", una trasmissione-culto (a mio modesto avviso) che segnala(va) gli orrori del trash che hanno popolato la stagione televisiva delle emittenti locali (ed a cui avevo già dedicato parte di un post)...
Vi segnalo, tra le perle,
un mago che è tutto un programma;
il cantante di teleromagna;
una cantante che fa primavera...

venerdì 27 novembre 2009

Notizie che fanno piacere

Dal sito ufficiale di Regione Lombardia, la conferma di un importante contributo per il recupero del monastero di Astino; abbiamo iniziato a parlarne qui...

domenica 22 novembre 2009

Dante: shoot&kill

Per l'interrogazione dantesca in quarta, i canti da sapere sono i seguenti:
Canto I
Canto II
Canto III
Canto VI (esclusi i versi 13-24)
Canto VII (fino al verso 90)
Canto VIII (fino al verso 108)
Canto IX

lunedì 16 novembre 2009

In punta di piedi

In punta di piedi, se n'è andato mio papà con la stessa discrezione, la stessa attenzione alle esigenze dei suoi familiari che ha caratterizzato tutta la sua vita. Permettetemi di ringraziare voi tutti che in questi momenti ci siete stati vicini con calore ed affetto con lo stesso stile che avrebbe usato mio papà, qualcosa tra l'ironico e il profondo, come spesso hanno saputo essere i suoi silenzi e la sua totale dedizione per il suo lavoro, anni ed anni fa, e per i suoi cari, anche in questi giorni di malattia.
Ha pensato sempre a noi, alla sua Luigina, a Tita, a me, ad Elena, a Clara, Antonio ed Oliva e tantissimo a Riccardo, il nipote cui ha consacrato gli ultimi anni della sua vita. A nome di noi tutti vi ringrazio di cuore per la vicinanza; è la testimonianza concreta del bene che mio papà Aldo ha seminato nella storia di chi ha avuto la fortuna di incontrarlo. Non avrebbe voluto, credo, che prendessi la parola, sapendo della sofferenza che c'è in ciascuno di noi in questi momenti. Ma come per eccesso di amore, penso, lo scorso 26 agosto s'era mosso da casa per venire a prenderci all'aeroporto quando ancora noi stavamo per partire da Berlino, sacrificando il suo tempo di malato per non fare aspettare chi tornava a casa, così gli disobbedisco per un'ultima volta. È un minimo tentativo di dare voce al groviglio di sensazioni che ci ha quasi chiuso la bocca, ci ha inondato gli occhi di lacrime ma ci ha aperto ancora di più il cuore, per essere capaci di amare come ci ha insegnato il marito, papà, zio, nonno Aldo.

giovedì 12 novembre 2009

Progetto onda

Se ne parlava in classe; qui, una spiegazione più organica della mia e di soli 8 minuti.
Spero basti per entusiasmarsi un po'...
Vediamo per sabato come far partire la prima onda.

mercoledì 11 novembre 2009

Un inferno dagli occhi a mandorla

Aggiornamento dal lontano Oriente: pare che in contemporanea con l'uscita del gioco (10 febbraio) uscirà anche una serie animata... Dante's Inferno spopola.

(grazie, Francesco)

domenica 8 novembre 2009

Danteggiare, senza preliminari

Da una parte ci stanno quelli che vorrebbero cominciare a capire qualcosa, trafficando coi commenti e con qualche altro libro; dall'altra parte sta chi scrive le «guide allo studio di Dante Alighieri», e prescrive, ordina, come ricetta medica, come premessa indispensabile, alcune centinaia di volumi, a cominciare da uno, tedesco, non ancora tradotto in italiano. E poi dice: «Ma poniamoci una volta tanto dal punto di vista di chi con scarse conoscenze intende addentrarsi nella galassia Dante. A quell'ipotetico» (=assurdo, inverosimile, condannabile, out the pig from our society) «viaggiatore o astronauta io non consiglierei la via biografica, e meno che mai l'approccio diretto ai testi».
Un grandissimo Giampaolo Dossena che nel volume Dante • il più irriverente (ma serio) libro per conoscere vita, tempi e opera del più grande scrittore italiano (Longanesi, 1995, pag.283) ironizza sull'approccio "scolastico“ all'opera del più grande...

giovedì 5 novembre 2009

Un unico grido: «Volume due!»

Ci navighiamo ancora per un po', quindi mi chiedo chi m'abbia fatto pensare di parlare del terzo...
Rimaniamo belli stabili dove siamo.
2, solo 2.