domenica 27 febbraio 2011

Opinioni...

«Il male non è che tutti oggi possano dire la loro, si esprimano, trovino uno spazio per affermare le loro idee; il male è che tutti siano parimenti trattati da competenti, e che tutto quel che ognuno dice sia parimenti giudicato valido, buono, degno. Il messaggio che passa è che tutti i giudizi, le idee, i pareri, le domande, le risposte, le richeste, le analisi, le barzellette... sono sullo stesso piano.
Tutti parlano, beati di poter parlare. Nessuno si chiede se quel che sta per dire abbia un senso o una sua ragione per essere detto. E, d'altra parte, nessuno giudica più chi parla, né funge minimamente da filtro. È come se nel mondo se ne fossero andati tutti, ma avessero lasciato milioni e milioni di microfoni. Una specie di landa desolata, una terra piatta desertificata, irta di esili steli neri: un immenso, smisurato deserto di microfoni. E voci che si sprigionano, senza più nessuno dietro, libere ma tragicamente sole, sperdute. Nessuno che dia la parola a nessuno, ma tutti che se la prendono.
Si parla. Si parla anche se non si ha niente da dire. Forse si parla soltanto per poter dire: ce l'abbiamo fatta a parlare anche noi, a entrare in quei luoghi che una volta erano così sacri (la radio o la tivù) e che oggi lo sono ancora ma in un altro modo, in quanto luoghi pubblici, mezzo di comunicazione e quindi cassa di risonanza, palco, scena ideale per mettersi in mostra, apparire, esserci».

(P. Mastrocola, Togliamo il disturbo, p. 91)
Un passo di una attualità e di una verità sconcertanti, per quanto mi riguarda...

1 commento:

Mapo ha detto...

Non si può che concordare...