Mentre stamattina in terza si parlava di lunghezze dei versi e di metri, alcuni fanciulli indagano sull'etimo di decasillabo ed endecasillabo, stupendosi di fronte al termine
triskàideka.
Niente di strano, tranne il fatto che vado a Milano, risalgo sul treno e sfoglio il primo capitolo di uno dei quattro libri acquistati; inizia (benissimo, peraltro...) così:
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Vi farò sapere come prosegue.
PS:
note sulla triskaidekafobia
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