venerdì 27 gennaio 2006

Elogio della neve, e della lentezza

Ieri pomeriggio alle 13.55 sono stato violentemente tamponato, mentre andavo a Bergamo in auto. La compilazione del modulo per la constatazione amichevole, la chiamata all’assicurazione per avvisarli del danno, una visita dal carrozziere che m’ha fatto i compimenti per la “relativa” fortuna, le telefonate di chi mi aspettava e non m’ha visto arrivare.
Mi sono chiuso in casa, col senso di semi-ebbrezza che un colpo di frusta ti lascia addosso e col collo leggermente dolorante per l’effetto “salvifico” della cintura di sicurezza.
Poi mi sono messo a letto, erano più o meno le 17; ho iniziato a leggere e a pensare.
Stamattina la bella notizia: le scuole sono chiuse (niente Tibullo e Properzio…), il tempo si ferma e uno ricomincia a prendere un ritmo meno indiavolato.
C’è chi ha fatto la fortuna del suo show, qualche mesetto fa, contrapponendo “lento” e “rock”; io non amo la neve, però la lentezza che in ‘sti due giorni m’ha saputo ridare sì.

1 commento:

Mapo ha detto...

Sai, in fondo in fondo, la lentezza... è rock!