a margine delle attività che si fanno in classe (ma non solo) · integrabile ed integrato con facebook & il sito-deposito
martedì 30 gennaio 2007
lunedì 29 gennaio 2007
sabato 27 gennaio 2007
Quadrati & pecore

È per questo che quasi mi dispiace di aver citato, en passant, "Ma gli androidi sognano pecore elettriche?", il romanzo di Philip K. Dick che, a mio modesto avviso, tutti dovrebbero trovare il modo di leggere, prima o poi.
mercoledì 24 gennaio 2007
Terza prova
Nella cartella di quinta, gli esiti della seconda simulazione (notevolmente migliori rispetto a quelli dell'orale...).
martedì 23 gennaio 2007
Discussioni
Se ne parlava stamane in terza:
il parere meglio scritto e più completo sulla situazione attuale in merito alla liceità o meno di scaricare liberamente software protetto;
il link dal sito dell'Ansa è sparito; si trattava comunque di un tizio che al casino era andato a rubare "un gettone che rappresenta una determinata somma di denaro, usato per fare le puntate" (e il titolo era: "ruba un gettone che rappresenta una determinata somma di denaro, usato per fare le puntate")
il parere meglio scritto e più completo sulla situazione attuale in merito alla liceità o meno di scaricare liberamente software protetto;
il link dal sito dell'Ansa è sparito; si trattava comunque di un tizio che al casino era andato a rubare "un gettone che rappresenta una determinata somma di denaro, usato per fare le puntate" (e il titolo era: "ruba un gettone che rappresenta una determinata somma di denaro, usato per fare le puntate")
domenica 21 gennaio 2007
Qualcosa non torna
Suggerisco la lettura comparata di queste due notizie, eloquenti testimoni (a mio modesto avviso) della schizofrenia legislativa che ci (= noi italiani) distingue.
Secondo la Corte di Cassazione è lecito scaricare file protetti basta non usarli a scopo di lucro;
d'altra parte, dal primo gennaio chi fa fotocopie di testi protetti deve marcarle.
Secondo la Corte di Cassazione è lecito scaricare file protetti basta non usarli a scopo di lucro;
d'altra parte, dal primo gennaio chi fa fotocopie di testi protetti deve marcarle.
sabato 20 gennaio 2007
Commissioni & Commissari

Ok, inizia il lungo cammino della nuova maturità (che merita la sua bella etichetta nel blog, "maturità07").
Lettera
Trovata ieri, 19 gennaio '07, sulla pagina delle "Lettere al Corriere"; discutibile...
Qualità e carisma
Caro Romano, mi riferisco alla sua risposta sulla qualità degli insegnanti. Da persona coinvolta (e perciò, forse, non troppo obiettiva), credo che né la cultura, né la capacità espositiva, né lo studio di tecniche didattiche tra le più avanzate fanno sì che un docente sia «di qualità», se non nei licei classico e scientifico dove, presumibilmente, l'utenza è portatrice di un grado di capacità intellettuale medio-alto e di un certo interesse per il lavoro concettuale che alleggerisce la fatica relazionale del lavoro in classe.
Nelle altre scuole contano la simpatia e la comunicativa personale del professore, oltreché la sua salute fisico-mentale di fronte al disinteresse dei ragazzi. Per fare l'insegnante ci vuole carisma personale, «appeal» direbbe un inglese, cosa che non tutti i docenti, pur preparati, possono avere. Poiché, avvelenati dalla sapientissima falsa naturalezza dei presentatori tv, i nostri ragazzi valutano emotivamente che se il professore sarà divertente e non farà sentire loro la fatica, saprà fare il suo mestiere, e quindi per i ragazzi sarà di qualità.
Se invece li richiamerà al fatto che lo studio è un lavoro che esige applicazione e pretenderà che lavorino, ma non sarà dotato di alcun carisma, sarà un docente che non saprà fare il suo mestiere e per i ragazzi non sarà di qualità. Lo rispetteranno ma sul piano didattico figurerà come un incapace, perché i ragazzi non lavoreranno perché non entusiasti. Non so quale campionatura ministeriale potrà tenere conto di questo.
Livia Perego , livia.perego@fastwebnet.it
Qualità e carisma
Caro Romano, mi riferisco alla sua risposta sulla qualità degli insegnanti. Da persona coinvolta (e perciò, forse, non troppo obiettiva), credo che né la cultura, né la capacità espositiva, né lo studio di tecniche didattiche tra le più avanzate fanno sì che un docente sia «di qualità», se non nei licei classico e scientifico dove, presumibilmente, l'utenza è portatrice di un grado di capacità intellettuale medio-alto e di un certo interesse per il lavoro concettuale che alleggerisce la fatica relazionale del lavoro in classe.
Nelle altre scuole contano la simpatia e la comunicativa personale del professore, oltreché la sua salute fisico-mentale di fronte al disinteresse dei ragazzi. Per fare l'insegnante ci vuole carisma personale, «appeal» direbbe un inglese, cosa che non tutti i docenti, pur preparati, possono avere. Poiché, avvelenati dalla sapientissima falsa naturalezza dei presentatori tv, i nostri ragazzi valutano emotivamente che se il professore sarà divertente e non farà sentire loro la fatica, saprà fare il suo mestiere, e quindi per i ragazzi sarà di qualità.
Se invece li richiamerà al fatto che lo studio è un lavoro che esige applicazione e pretenderà che lavorino, ma non sarà dotato di alcun carisma, sarà un docente che non saprà fare il suo mestiere e per i ragazzi non sarà di qualità. Lo rispetteranno ma sul piano didattico figurerà come un incapace, perché i ragazzi non lavoreranno perché non entusiasti. Non so quale campionatura ministeriale potrà tenere conto di questo.
Livia Perego , livia.perego@fastwebnet.it
venerdì 19 gennaio 2007
Simulazioni

È vero, alcuni correttivi sono opportuni: aspettare la nomina, da parte del ministro, dei commissari esterni, così da rendere il più vicina possibile alla realtà l’esperienza dei candidati e, soprattutto, posticipare l’estrazione dei fortunati vincitori dell’esperienza per garantire un più generalizzato e proficuo ripasso. Ma le cose, questo primo anno, sono andate così.
Ho fatto da esaminatore in un'altra classe; beh, è consolante sapere che anche “al classico” ci si impalla, ad esempio, su endecasillabi e sonetti. E io che pensavo di essere l’unico a non essere riuscito a far digerire bene ‘ste cose ai miei alunni… Quanto a loro, ammetto di essere un po’ in tensione; sono il coordinatore di classe ma non ho ancora ritirato le schede con la valutazione; cerco di immaginare come possano essere andati, facendomi un’idea dai commenti che ho sentito dai colleghi e dagli spezzoni di interrogazione che ho scorciato. Ho avuto la percezione, in quei momenti, del “distacco” che è insito in ogni esame, della “emancipazione” che ogni alunno conquista rispetto a chi gli ha (o meglio, avrebbe) dovuto insegnare qualcosa; in sostanza, m’è parso di veder anticipata, in qualche modo, la fine dei tre anni che si sono passati, con alterne fortune, insieme. Ci sarà modo, tornando al lavoro quotidiano, di dimenticare per un po’ questa sensazione, almeno da parte mia. Al momento, per davvero, i miei complimenti preventivi a chi s’è smazzato questa fatica, s’è presentato a scuola e ha provato cosa significa studiare “in abbondanza”. A tutti gli altri (ed in particolare all’anonimo commentatore del post precedente, che dichiara la sua sfrenata passione per la Commedia di Dante) l’augurio perché questa prova possa essere servita per prendere le giuste misure riguardo alle cose che ancora ci sono da fare. E, per me, la speranza che di aver esaurito l’agitazione che in ’sti giorni ho avuto addosso. È normale, credo, essere abbastanza in tensione quando si devono affrontare degli esami, simulati o veri che siano; lo è un po’ meno se la tensione ti assale e tu non sei il candidato, ma il prof…
mercoledì 17 gennaio 2007
Certezze
Sono davvero l'unico, al momento, sicuro di fare la maturità, anche quest'anno...
Beh, dai: la compagnia promette bene
PS: sulle dichiarazioni ministeriali di "rinnovata serietà" dell'esame, no comment
Beh, dai: la compagnia promette bene
PS: sulle dichiarazioni ministeriali di "rinnovata serietà" dell'esame, no comment
sabato 13 gennaio 2007
Black out
Strano questo silenzio del blog...
Ma è stata una settimana un po' strana, un po' carica, un po' folle e piuttosto tirata.
Finita, o quasi, ci sarà modo di rifarsi, magari ritornando a scrivere delle solite cacchiate o sistemando programmi ed altro per le prossime simulazioni di esami (scritti ed orali) che costellano la settimana di quinta...
Quarta e terza sono uscite, indenni la prima e piuttosto ammaccata la seconda, dai test di inizio secondo trimestre. Vediamo di, rispettivamente, continuare e sistemarsi.
Ma è stata una settimana un po' strana, un po' carica, un po' folle e piuttosto tirata.
Finita, o quasi, ci sarà modo di rifarsi, magari ritornando a scrivere delle solite cacchiate o sistemando programmi ed altro per le prossime simulazioni di esami (scritti ed orali) che costellano la settimana di quinta...
Quarta e terza sono uscite, indenni la prima e piuttosto ammaccata la seconda, dai test di inizio secondo trimestre. Vediamo di, rispettivamente, continuare e sistemarsi.
venerdì 5 gennaio 2007
«Per alcuni fisici teorici l'universo è una varietà con 11 o forse 13 dimensioni»

«In geometria vi sono molti ambienti tridimensionali, diversi da quello in cui viviamo: prendono il nome di varietà tridimensionali. Per i matematici una questione centrale è quella di classificarle. In particolare è importante capire quando una varietà tridimensionale sia una sfera. La congettura di Poincaré dice che una varietà tridimensionale è assimilabile a una sfera se (e solo se) ogni curva chiusa tracciata su di essa può contrarsi ad un punto, in modo continuo e senza strappi. Le varietà che godono di questa proprietà si dicono semplicemente connesse. Dunque la congettura di Poincaré asserisce che ogni varietà tridimensionale compatta semplicemente connessa è assimilabile a una sfera»
Un paio di citazioni da Il Corriere della Sera di oggi, 5 gennaio 2007; dedicate a chi non ha (per ora...) apprezzato Flatlandia.
PS: e, dal romanzo di Abbott, pare stiano anche preparando il film: www.flatlandthemovie.com
giovedì 4 gennaio 2007
Spigolature

quando si dice "professionalità"
per una rivista specialistica
Breve trattazzione sulla tematica della notte e sul significato della luna per poeti e scrittori
sempre dallo stesso saggio
Alla luna non viene quindi più attribuita la semplice definizione di satellite terreste, ma diventa una specie di divinità o immagine superiore a cui rivolgere domande per non avere risposte o complesse considerazioni e ragionamenti.
è tutta un'esondazione
In realtà, non è l’agglomerato di polveri e roccia che orbita simpaticamente attorno al nostro pianeta regalandoci fenomeni quali maree e mestruazioni ad essere volubile come Paris Hilton, bensì lo sono gli uomini e le donne, specie coloro i quali sono attraversati da turbini di emozioni così intensi da non poter essere contenuti nelle rispettive anime (cfr. The Noose, Offspring) e da costringerli a riversare, più che fissare, su carta la propria miseria o incontenibile felicità.
mercoledì 3 gennaio 2007
La befana porta...
martedì 2 gennaio 2007
Grisham-Aristotele: 1-0

sabato 30 dicembre 2006
Attaccàti all'orinatoio
Anche gli oggetti ordinari possono assumere su di sé qualcosa del “sublime secolare” grazie alla loro capacità di ridefinire le strutture sociali e il proprio posto all’interno di esse. Grazie a questi significati, gli artisti sono in grado di accendere passioni inserendo oggetti ordinari nelle nature morte, nei collages o come arredo scenografico.
L’orinatoio che Duchamp ha esposto in una galleria d’arte è riuscito a scandalizzare non soltanto perché si trattava di un comune articolo di serie, ma anche perché l’artista accostava a un contesto di cultura elevata un accessorio a connotazioni fortemente degradanti.
A livello più profondo, gli oggetti non esprimono solo contenuti sociali, ma rendono anche possibili significati della più diversa natura.
Il fatto che un orinatoio serva a fare pipì – su questo siamo tutti d’accordo – è la base di un patto sociale sul quale Duchamp specula per realizzare la sua birichinata. Di fronte all’intrinseca ambiguità di tutto il reale, e alla fastidiosa sensazione di trovarsi sempre sull’orlo del disordine esistenziale, gli oggetti operano per conservare significati più o meno stabili, solidi e accessibili agli altri così come a noi stessi. Costituiscono la base tangibile di un universo che le persone possono percepire come universo comune, sono oggetti che possiamo considerare “reali” grazie a un consenso sufficientemente stabilito. La presenza di beni di consumo aiuta ad ancorare la coscienza e a proteggerla dalla vertigine sociale che comporta il fatto di vivere in un universo di significati casuali e terribilmente instabili. (…) I beni di consumo ci offrono una base, in molti diversi modi, compreso il loro uso, per far nascere un sentimento di realtà sociale. Ci aiutano a stare bene.
Le considerazioni di Harvey Molotch, autore di Fenomenologia del tostapane. Come gli oggetti quotidiani diventano quello che sono (pag. 17-19), legano in modo interessante i contenuti del libro di Bauman, Vita liquida, con il tentativo di spiegare la provocazione "artistica" di cui s'era parlato in quinta un paio di settimane fa...

A livello più profondo, gli oggetti non esprimono solo contenuti sociali, ma rendono anche possibili significati della più diversa natura.
Il fatto che un orinatoio serva a fare pipì – su questo siamo tutti d’accordo – è la base di un patto sociale sul quale Duchamp specula per realizzare la sua birichinata. Di fronte all’intrinseca ambiguità di tutto il reale, e alla fastidiosa sensazione di trovarsi sempre sull’orlo del disordine esistenziale, gli oggetti operano per conservare significati più o meno stabili, solidi e accessibili agli altri così come a noi stessi. Costituiscono la base tangibile di un universo che le persone possono percepire come universo comune, sono oggetti che possiamo considerare “reali” grazie a un consenso sufficientemente stabilito. La presenza di beni di consumo aiuta ad ancorare la coscienza e a proteggerla dalla vertigine sociale che comporta il fatto di vivere in un universo di significati casuali e terribilmente instabili. (…) I beni di consumo ci offrono una base, in molti diversi modi, compreso il loro uso, per far nascere un sentimento di realtà sociale. Ci aiutano a stare bene.
Le considerazioni di Harvey Molotch, autore di Fenomenologia del tostapane. Come gli oggetti quotidiani diventano quello che sono (pag. 17-19), legano in modo interessante i contenuti del libro di Bauman, Vita liquida, con il tentativo di spiegare la provocazione "artistica" di cui s'era parlato in quinta un paio di settimane fa...
Vita digitale
Siamo le risposte che diamo ma anche le domande che facciamo.
E se Google, nella perfezione del digitale, ci dice quali sono state le espressioni più ricercate nel 2006, abbiamo davvero colto lo "spirito del nostro tempo" (che i colti chiamano Zeitgeist...)
E se Google, nella perfezione del digitale, ci dice quali sono state le espressioni più ricercate nel 2006, abbiamo davvero colto lo "spirito del nostro tempo" (che i colti chiamano Zeitgeist...)
venerdì 29 dicembre 2006
Riflessione di fine anno
I prodotti di consumo oggi ci promettono di non essere invadenti né noiosi. Ci asscurano che ci devono tutto e non vogliono nulla in cambio. Ci promettono di essere subito pronti per l’uso, di offrirci una soddisfazione immediata che non richiede né lungo apprendistato, né un risparmio prolungato: essi ci gratificano senza indugi. Ci giurano con la mano sul cuore che sapranno accettare il momento in cui prederanno i nostri favori e che quando il loro tempo sarà finito ci lasceranno tranquillamente senza proteste, astio o rancore.
Ne consegue un altro attributo che un ‘oggetto di consumo’ deve avere: una postilla al suo certificato di nascita – stampata in caratteri piccoli ma leggibili, chiara e rassicurante – che dichiara ‘destinazione finale: pattumiera’. Lo scarto è il prodotto finale di qualsiasi azione di consumo. La percezione dell’ordine naturale delle cose nell’attuale società dei consumi è un diretto capovolgimento di quello che caratterizzava la società dei produttori, ormai superata. Ciò che in quest’ultima era solido e duraturo era la parte utile, estratta da materie prime correttamente rielaborate, mentre a venir destinati allo smaltimento immediato e all’oblio erano i residui superflui e i rifiuti. Ora è invece la parte utile ad avere vita breve, volatile ed effimera, lasciando campo libero, di volta in volta, alla nuova generazione di prodotti utili. Solo lo scarto tende ad essere (ahimè) solido e durevole. ‘Solidità’ è ormai sinonimo di ‘scarto’.
Suggerisco a tutti coloro che hanno interesse a incontrare un'interpretazione suggestiva dell'attuale way of life Vita liquida di Zygmunt Bauman (dalle cui pagine 95-96 è tratta l'ampia citazione).

Suggerisco a tutti coloro che hanno interesse a incontrare un'interpretazione suggestiva dell'attuale way of life Vita liquida di Zygmunt Bauman (dalle cui pagine 95-96 è tratta l'ampia citazione).
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