domenica 22 luglio 2007

Tanto il finale lo si conosce...

Non sono un grande fan potteriano, ma trovo sia da leggere quanto scrive Vittorio Macioce, su il Giornale di oggi.

Harry è un predestinato, la cicatrice è il segno del suo destino, ma nel mondo in cui vive è solo uno sfregio sulla fronte. E il simbolo deve essere riconosciuto da qualcuno che sa. È Albus Silente, preside della scuola di Hogwarts, che rivela a Harry Potter la sua identità. È Merlino che lo dice a Artù. Afrodite, Era e Atena lo sussurrano a Paride. È Obi-Wan-Kenobi che lo rivela a Luke Skywalker. Alla fine, quando tutto è compiuto, l’eroe si spoglia della sua magia e torna uomo. Sono passati 19 anni. Harry e Ginny, Ron e Hermione sono di nuovo lì, al binario nove e tre quarti, questa volta non sono loro a prendere il treno per Hogwarts ma i figli. Questa, in fondo, è la vita. La magia di Harry Potter è quella dei banchi di scuola, quando la linea del futuro è tutta da tracciare, le possibilità sono indefinite. Non sai chi sei e lo vai scoprendo. Il mondo sembra più grande di quello che è e i draghi possono arrivare un giorno nel capanno di quella specie di bidello che è Hagrid. Il preside è un vecchio signore dai capelli bianchi che ti strizza l’occhio, ricordando la sua gioventù. Ci sono gli amici di tuo padre che non vogliono invecchiare, e come Sirius Black sono cani randagi braccati dalla vita. La ragazza della classe accanto ti offre il primo bacio e poi, inevitabilmente, ti delude. Un giorno scoprirai che il professore più severo ti lascerà dentro una lezione di virtù e coraggio, e penserai a lui chiedendoti come hai fatto a non capirlo. A non capire che anche l’autorità, come la dolcezza, serve a qualcosa. E fuori, oltre tutto questo, c’è il male, un signore oscuro dal volto indefinibile, qualcosa che non si può nominare, un soffio di cinismo che ti strappa le illusioni, un tradimento, un addio. Ti capiterà di riconoscere nel male qualcosa del tuo stesso volto. E vederti anche tu come lui mediocre, maligno, crudele, infingardo, vecchio. E intanto il talento, la tua magia, giorno dopo giorno non è più potenza, ma atto. Il futuro lentamente si fa passato.
È la normalità. Ed è qui che la signora Rowling mette a nudo la sua identità culturale, segnata da un sano conservatorismo. Harry Potter è vivo. Ha 36 anni e la trama della sua magia non è fatta solo di illusioni.

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