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venerdì 15 luglio 2005
Letture #1
Tratto da una lettura di questi giorni, che consiglio a tutti coloro che hanno problemi di relazione con il tempo (e sono dichiaratamente contrari a ogni forma di guerra)
«La cosa più importante che ho imparato su Tralfamadore è che quando una persona muore, muore solo in apparenza. Nel passato è ancora viva, per cui è veramente sciocco che la gente pianga al suo funerale. Passato, presente e futuro sono sempre esistiti e sempre esisteranno. I trafamaldoriani possono guardare i diversi momenti proprio come noi guardiamo un tratto delle Montagne Rocciose. Possono vedere come tutti i momenti siano permanenti, e guardare ogni momento che gli interessa. È solo una nostra illusione di terrestri credere che a un momento ne segue un altro, come nodi su una corda, e che quando un istante è passato sia passato per sempre.
Quando un trafamaldoriano vede un cadavere, l’unica cosa che pensa è che il morto, in quel momento, è in cattive condizioni, ma che la stessa persona sta benissimo in un gran numero di altri momenti. Oggi anch’io, quando sento dire che è morto qualcuno, alzo le spalle e dico ciò che i trafamaldoriani dicono dei morto, e cioè: “Così è la vita”».
Kurt Vonnegut, Mattatoio n° 5, Universale Economica Feltrinelli, 2005, pag 33
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