mercoledì 4 maggio 2005

Certe volte la televisione è come un (buon) libro

"Da alcuni anni, dalla serie cult Star Trek a X-Files , da Dawson’s Creek a Sex and the City , da C.S.I. a NYPD , da Six feet under ai Soprano, da Buffy ad Ally McBeal , da Lost a Deadwood, i telefilm raccontano storie affascinanti per parlare anche d’altro: le immagini non vogliono soltanto dire quello che mostrano ma vibrano in continuazione, rimandano a un mondo dissimulato, ad alcuni significati inesauribili, a un altrove che non conosciamo. La sensazione è che nei telefilm americani si lavori per una nicchia che sta diventando sempre più decisiva nella spartizione dell’audience, per un linguaggio sciolto da ogni vincolo di obbedienza ideologica o sociale.
Il dato più significativo è questo: i telefilm sono pieni non solo di citazioni attinte a piene mani dalla grande letteratura, dal grande cinema, dal grande teatro, ma trasudano strutture narrative, tecniche figurative, procedimenti «rubati» a modelli alti. Ripetizione, standardizzazione, ripresa, serialità: tutti fenomeni che non sono tipici della tv ma che attraversano da sempre la produzione letteraria mondiale e, se mai, rivelano ora nuove dinamiche della creatività, nuovi ritmi imposti dalla produzione industriale. E’ difficile che un ragazzo si accosti ancora alla grande narrativa ottocentesca, che affidi le sue pene d’amore a un libro di Stendhal, di Jane Austen, persino di Cesare Pavese, che cerchi di placare le sue angosce esistenziali con Henry James o Joseph Conrad o Franz Kafka. Ma è molto probabile che lo stesso ragazzo sappia tutto di O.C. , di Beverly Hills , di Dawson’s Creek ed è molto probabile che in queste serie trovi soluzioni linguistiche tratte dagli autori appena citati (ben conosciuti dagli sceneggiatori). Stessa cosa per il cinema, gli evergreen, la moda. Succede insomma che l’educazione sentimentale degli adolescenti di tutto il mondo si formi ora sui telefilm di «formazione»."

L'articolo completo di Aldo Grasso, sul Corriere della Sera di oggi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

da quando aldo grasso è d'accordo con qualcosa che si vede in televisione?