venerdì 3 febbraio 2012

Non m'è mai piaciuta la neve

e, ieri, la mia convinzione s'è consolidata; non sono mai stato tanto in tensione quanto ieri pomeriggio, dopo aver concordato con i sindaci di Romano e Caravaggio l'ordinanza per la sospensione delle lezioni. Un pomeriggio passato a domandarmi se la scelta fosse la migliore possibile, quali disagi avrebbe potuto provocare e, d'altro canto, quali rischi si sarebbero potuti affrontare tra oggi e domani viste le severe previsioni sul maltempo. E mi sono tornati in mente la mia mattinata a scuola, i 7 alunni su 24 della "mia" quinta, i dati sulle assenze richiesti alle scuole trevigliesi (dal 5 all'84%), i ritardi negli arrivi ed i ricordi degli anni scorsi, quando il ritorno a casa a volte sembrava una sintesi dell'odissea. Ci sono stato male, davvero; più di quanto non lo sia stato da molto tempo: nemmeno la decisione di candidarmi a sindaco, lo stress della campagna elettorale, la tensione dei turni di votazione hanno avuto lo stesso, strano e davvero spiacevole, effetto. Molti "mi piace" di alunni soddisfatti, qualche lamentela di genitori costretti a fermarsi a casa (ma, lo ricordo, le scuole non sono state chiuse: sono state sospese le lezioni, cosa ben diversa...) per stare con i figli più piccoli.  Di sicuro, l'idea che un "protocollo Treviglio" per la prossima emergenza possa strutturarsi su un'azione preventivamente condivisa con dirigenti scolastici, prefettura, ufficio scolastico provinciale e sindaci dei comuni per evitare l'incertezza delle ultime ore e, soprattutto, evitare di far percorrere inutili kilometri di strada ad alunni che a scuola troveranno solo pochi compagni con cui trascorrere il tempo in attività per lo più tutt'altro che didattiche. Non m'è mai piaciuta la neve; con la decisione di ieri abbiamo intaccato al massimo l'1% del calendario scolastico annuale delle lezioni. Visto quanto c'era e c'è in gioco, abbiamo creduto fosse un rischio da correre.

3 commenti:

Nisodan ha detto...

Se pensavate fosse la scelta giusta avete fatto bene. Che poi lo sia stata o no ha poca importanza, visto che un errore vale meno dell'1% delle lezion.

Ciao,
Niso

Stefano ha detto...

Con il senno di poi, la vostra scelta probabilmente scatenerà polemiche. Altri comuni hanno scelto di affidarsi alle indicazioni della Prefettura (indicazioni che mi pare non siano proprio arrivate, almeno non ai genitori, gli end-user).
Con il senno di poi tutti sapranno puntare il dito, sottolineando i disagi, lamentando le ripercussioni sulla vita familiare, aggrappandosi a presunti impatti sulla didattica.

Con il senno di poi.

Perchè prima, quando non si può ancora usare il mitico "senno di po", quando la neve cade copiosa, quando le previsioni promettono anche peggio, quando tornano alla mente ricordi del passato che sono comuni a tutti noi, risulta davvero difficile darti torto.

Consolati: ci sarà sempre una minoranza chiassosa che si lamenterà delle tue azioni. Se tu avessi scelto di attendere le disposizioni della Prefettura, le lamentele sarebbero andate nella direzione opposta. Ed avresti sentito il controcanto di una diversa minoranza, di chi invece si sarebbe lamentato perchè le condizioni non perfette della viabilità hanno fatto ritardare i figli oppure i genitori. Oppure perchè era ovvio (sempre con il senno di poi) che anche se meno gravi, le condizioni del tempo suggerivano maggiore cautela. Per non parlare di cosa sarebbe successo a fronte del coinvolgimento di uno studente in un incindente (anche lieve) dovuto al maltempo ed alle condizioni delle strade.

Non ti curar di loro...

RobyDef ha detto...

Ciao Beppe, secondo me è stata la scelta più giusta. La prudenza in questi casi non è mai troppa! D'altronde c'erano in gioco la vita di molti bambini e ragazzi e non si poteva correre rischi avventati. Ottima la decisione di lasciare le scuole aperte per chi volesse usufruirne come spazio di accoglienza.