domenica 11 ottobre 2009

... ecco perchè non ho mai concesso le interrogazioni programmate...

Il dito scorre lentamente su e giù lungo l'elenco dei nomi sul registro, ma è tutta scena. In realtà so già benissimo chi chiamerò, come so benissimo chi ha studiato e chi no. E' stata sufficiente un'occhiata, appena entrato in classe, per fare una radiografia delle facce e scoprire chi ha passato il pomeriggio precedente in chiacchiere idiote su Messenger invece che sui libri. Gli studenti, nessuno escluso, non hanno la faccia da giocatore di poker. Li lascio friggere in silenzio ancora per qualche secondo, poi alzo lo sguardo e lo dirigo su Panconi, che è preparato, ma che subito inizia a sentirsi a disagio. Con la coda dell'occhio non mi sfugge l'espressione di sollievo di De Marco, seduta dalla parte opposta della classe. E' brava, una delle migliori, ma negli ultimi tempi è in crisi, il suo ragazzo l'ha lasciata. Ieri non ha aperto libro, è evidente. "Bene, bene" dico continuando a fissare Panconi, "credo che chiamerò... De Marco." Trascorre qualche istante prima che la ragazza si renda conto che ho pronunciato il suo nome. Quando finalmente realizza mi guarda smarrita, sperando ancora in un errore. Siamo quasi al termine dell'anno e con questo brutto voto la ex studentessa modello probabilmente si rovinerà la media finale. Infatti si alza e viene alla cattedra con l'allegria di un animale condotto al macello: ecco perchè non ho mai concesso le interrogazioni programmate. Toglierebbero tutto il gusto.
È l'incipit di Perle ai porci, un libro nato da un blog da cui penso di poter imparare molto...

3 commenti:

marco_90 ha detto...

Che mostro!!!!
apprezzabile l'onestà....

Auryn ha detto...

prof, non si starà mica trasformando in una iena??

Beppe ha detto...

@ marco_90: d'accordissimo con te: apprezzo anch'io la sua onestà (credo però ci sia qualcosa da discutere sulla professionalità...)
@ Auryn: ma io concedo le interrogazioni programmate...