venerdì 5 giugno 2009

di messaggi nelle bottiglie (e anche, di giudizi di ammissione futuristi)

Ho sempre un po' di groppo alla gola quando torno dalla cena con (quasi ex) alunne ed alunni di quinta perché si tratta di chiudere un'esperienza di relazioni durata tre anni, coi suoi alti e i suoi bassi, ma con la consapevolezza del fatto che s'è cercato di camminare insieme nella storia letteraria con l'intento di trarne qualcosa di piacevole, utile ed interessante (qui gli alunni di quinta notino l'eco manzoniano; vero che lo notate?).
Ho chiesto anche agli attuali candidati alla maturità il solito "messaggio nella bottiglia": considerato il fatto che quest'anno io sono membro interno, meglio aspettino a consegnarlo una volta affissi all'albo gli esiti finali dell'esame, a scanso di ogni possibile equivoco. Quest'anno, però, c'è una novità: il Consiglio di Classe ha utilizzato la facoltà prevista dalla normativa di redigere un "giudizio di ammissione" per ciascun candidato; non essendo un obbligo di legge, non s'è ritenuto opportuno utilizzare modelli preconfezionati ma è sembrato meglio stenderne di personalizzati. Che poi lo "stenderli" sia stato compito del prof di lettere, beh, era scontato; in genere questa la fortuna della mia categoria: redigere verbali, relazioni et similia. Ho passato circa un'ora di domenica scorsa a pensare a cosa scrivere, trasmettendo poi la bozza ai colleghi perché, con le opportune limature e correzioni, ciascun giudizio venisse allegato al verbale finale di Consiglio di Classe, l'ultimo atto ufficiale della scuola per gli alunni di quinta. M'ha fatto piacere vedere che spesso il parere è stato condiviso senza necessità di stravolgimenti; che poi siano stati definiti "un po' futuristi" come giudizi, perché scritti senza grande rispetto per le convenzioni dello "scolastichese", m'ha fatto ancor più piacere.
Non mi sono mancate, nel corso di questi anni, le occasioni per esprimere con franchezza a ciascuno degli exalunni quanto ritenevo adatto alle situazioni, ai risultati, alla persona; mi auguro che la stessa franchezza, che nasce dalla consapevolezza delle reciproche responsabilità, stia alla base dei messaggi nella bottiglia che spero riceverò; i miei hanno preso il largo proprio ieri...

ps: mi chiedo se ci sia qualche relazione nascosta tra l'attitudine alle bevute dei miei alunni di quinta e i "messaggi nella bottiglia"; faccio presente che, per quanto mi riguarda, si tratta di una metafora e non è necessario svuotare realmente molte bottiglie per potermi (mandare a) dire qualcosa...

2 commenti:

Peccati the first ha detto...

Senza nulla togliere alla mia giovane insegnante di lettere (non facciamo nomi), mi sarebbe davvero piaciuto avere anche lei...

Beppe ha detto...

ringrazio per l'apprezzamento, davvero!