giovedì 8 gennaio 2009

La danza della neve

Imperversano su facebook le richieste di ulteriore innevamento in quel di Treviglio, quanto basta per garantire una nuova estensione dell'ordinanza di chiusura delle scuole anche per domani e pensare, perché no, che iniziare di sabato è un'assurdità, diventando così tutti dei grandi costruttori di ponti.
Ho seguito le vicende degli ultimi due giorni con interesse: chiudere le scuole il mercoledì del ritorno è stata un'azione "buona e giusta", a mio avviso: vero che magari le strade si sarebbero ripulite, ma il primo giorno del rientro, il congestionamento del traffico, qualche difficoltà ulteriore da mettere in conto, beh, non si sarebbe potuta prendere decisione migliore. È una responsabilità chiudere le scuole, è vero, ma è anche una responsabilità mettere sulla strada genitori e alunni per raggiungere con qualche rischio e difficoltà aule in cui poi sarebbero mancati la metà degli allievi e, magari, (gran) parte dei docenti...
Per la chiusura di oggi, beh, vale il principio cautelativo; e le strade avrebbero forse consentito l'apertura delle scuole ma le condizioni del tempo non erano sicure; e poi, non da ultimo, oggi iniziavano a chiudere le scuole dei comuni in cui ieri si erano sfidate le intemperie... Bah.
Se penso però alle danze della neve che oggi vedo su facebook, anche e soprattutto degli alunni che si dichiarano (centro)destro-padani e quindi in teoria devoti della cosiddetta "cultura del fare", uhm, non posso che restarne un po' amareggiato: nella chiusura della scuola si vede solo l'interesse a saltare l'interrogazione, evitare il compito o che altro... Non servono grandi discorsi per riflettere sulle motivazioni per cui uno fa quel che fa e dar prova delle proprie ragioni; a volte basta mettere su una bilancia a due piatti le proprie (sbandierate) convinzioni da una parte e un fiocco di neve dall'altra...

6 commenti:

Anonimo ha detto...

Non generalizziamo sugli studenti destro-padani! Penso che tutti siano felici di restare a casa e prolungare le proprie vacanze... Il problema viene dopo, quando non si era calcolato che verifiche non fatte, compiti da restituire, temi da fare verranno rinviati tutti nella prossima settimana... E allora sfido io chin non avrebbe voluto venire almeno oggi!!!
Luca F.

Anonimo ha detto...

assolutamente concorde con ciò che è stato scritto... la magia della neve, la bellezza delle città imbiancate, il desiderio di riposare ancora un po' prima dell'estenuante ripresa fanno dimenticare le proprie convinzioni, i propri ideali, i propri principi per cui il resto dell'anno ci si batte duramente!
incoerenza? superficialità nella scelta degli ideali? beh io la definirei più come una voglia sfrenata di un ingenuo riposo e divertimento!assolutamente concorde anche con il signor Luca F quando dice che "rimandare a domani ciò che si può fare oggi" non è mai una cosa positiva però a volte può servire per affrontare, a mio parere, la vita con un po' più di serenità.
a domani caro prof
Alessandro V.

Jules Dufresne ha detto...

uhm, io che destrorsa non sono (padana solo per mere questioni geografiche), posso permettermi di ammettere in tutta tranquillità che l'azzeramento del monte-ore settimanale di matematica è qualcosa in cui non ho ancora smesso di sperare..

Gio' ha detto...

Ahah! Altro che "cultura del fare" padana! Grande Beppe...

Giovanni

Anonimo ha detto...

Metto subito in chiaro che sono uno di quegli studenti che, pur essendo simpatizzanti per la destra, ha sperato nell'allungamento delle vacanze.
Sinceramente lo "sperare" è derivato da qualcosa di più profondo della politica, del mero riposo o di altro; questo esultare per la chiusura delle scuole è stato forse il sintomo di un pensiero più complicato che neanche io riesco a spiegare.
Il fatto sta che, personalmente, (e spero di non essere giudicato per quello che sto per scrivere...)
ogni giorno mi trovo in classe ad ascoltare materie che non mi accendono neanche un briciolo di passione; lo studio ha assunto ormai una funzione puramente valutativa. Purtroppo questo non è lo spirito giusto per cominciare un altro anno, e nemmeno lo spirito corretto dello studente.
Io non so, e non mi riesco a spiegare, quale sia la causa di tutto questo, perchè ogni giorno che passa la voglia la perdo invece che acquistarla, perchè la scuola la sento come un obbligo e non come uno strumento utile.
Paolo F.

Anonimo ha detto...

caro Beppe, tocchi un tema amplissimo, la verità è che a parole siamo tutti grandi idealisti, ma nei fatti è scomodo essere coerenti.
pensa che un mio amico ha rifiutato per anni di possedere un telefono cellulare, perchè i microchip con cui è csotruito sono fatti di un raro minerale che si trova solo in non so più quale stato africano e il controllo delle miniere ha scatenato un'orrida e sanguinosa guerra civile.
ora questo mio amico lavora alla Vodafone.
(non è uno scherzo)

per Paolo F.: se non fai la scuola dell'obbligo e non ti piace andare a scuola, allora perchè ci vai? il mondo ha necessità anche di lavoratori senza diploma...