venerdì 22 agosto 2008

I dwell in possibility (E. Dickinson)

Ascriverei anche questo nella categoria del "libri che fanno bene"...

La fiction di valore costruisce un mondo. Essa «mette al mondo» personaggi, storie, vicende, oggetti… Se la fiction è vera, allora produce esperienza autentica. Se non lo è, allora mi sentirò come di fronte a un videogioco, a uno schermo, a qualcosa che comunque non mi coinvolge nella carne e nel sangue. Se la fiction è vera, allora io faccio esperienza di vita. (pag. 17)

Il romanzo di valore possiede in se stesso la formula capace di aprire un mondo, di far conoscere e dare intelligenza della realtà. E questo significa innanzitutto spremere la realtà stessa, cogliendone la sostanza, il suo fondamento. (…) Se un romanzo non dichiara un mondo e non lo spalanca davanti al lettore – non importa se in modo realista o surrealista – non fa compiere al lettore una vera esperienza, non fa conoscere nulla: è vuoto e noia. (pag. 19)

La letteratura, quella autentica, è un «evento umano», che coinvolge l’uomo e il suo essere in questo mondo fin dalle midolla. La letteratura non è «smidollata», non rientra nella categoria del puro passatempo, del gioco d’artificio, delle scatole cinesi, del leggero passeggio per il labirinto dell’esistenza, del «puro» intreccio delle forme. Essa riguarda la vita. (pag. 21)
Antonio Spadaro, Abitare nella possibilità - L'esperienza della letteratura, Jaca Book 2008

PS: anche un clic sul titolo del post apre una possibilità...

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