Ecco perché il cittadino virtuoso che si applicasse veramente e che vivesse per l'interesse generale, non ne ricaverebbe per sé un magro vantaggio, perché non solo vivrebbe così in un modo più umano conformemente alla sua natura ma, per di più, si renderebbe, per quanto possibile, simile alle specie più perfette di lui. Inoltre preserverà meglio i suoi affari privati se anteporrà ad essi l'interesse generale e non questi all'interesse generale; infatti quando gli affari pubblici sono ben organizzati, allora sia questi che quelli privati sono di natura tale da essere perfettamente salvaguardati; ma quando ciò che è privato si separa dall'interesse generale, sono entrambi distrutti.
Pletone, Trattato delle virtù, 11
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