Leggo compulsivamente poesia italiana contemporanea e trovo questo bel testo di Angelo Maria Ripellino.
Non si accorgeranno nemmeno di quello che hai scritto.
Getteranno i tuoi versi tra gli stracci vecchi.
Resterai sguattero, guitto,
in questa fiera di gattigrù delle lettere.
Sei un viluppo di piume, una balla di fieno,
carica di gorgheggianti uccellini.
Ma per chi cantano? Chi mai li ascolta?
Merda. Sarebbe meglio scrivere
novelle per pollivendoli, romanzi zuccherini,
storielle piovose, canzoni da balera.
Ma è tardi ormai. Scriverai ancora versi,
questa feccia di vino che nessuno vuole bere.
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