In punta di piedi, se n'è andato mio papà con la stessa discrezione, la stessa attenzione alle esigenze dei suoi familiari che ha caratterizzato tutta la sua vita. Permettetemi di ringraziare voi tutti che in questi momenti ci siete stati vicini con calore ed affetto con lo stesso stile che avrebbe usato mio papà, qualcosa tra l'ironico e il profondo, come spesso hanno saputo essere i suoi silenzi e la sua totale dedizione per il suo lavoro, anni ed anni fa, e per i suoi cari, anche in questi giorni di malattia.
Ha pensato sempre a noi, alla sua Luigina, a Tita, a me, ad Elena, a Clara, Antonio ed Oliva e tantissimo a Riccardo, il nipote cui ha consacrato gli ultimi anni della sua vita. A nome di noi tutti vi ringrazio di cuore per la vicinanza; è la testimonianza concreta del bene che mio papà Aldo ha seminato nella storia di chi ha avuto la fortuna di incontrarlo. Non avrebbe voluto, credo, che prendessi la parola, sapendo della sofferenza che c'è in ciascuno di noi in questi momenti. Ma come per eccesso di amore, penso, lo scorso 26 agosto s'era mosso da casa per venire a prenderci all'aeroporto quando ancora noi stavamo per partire da Berlino, sacrificando il suo tempo di malato per non fare aspettare chi tornava a casa, così gli disobbedisco per un'ultima volta. È un minimo tentativo di dare voce al groviglio di sensazioni che ci ha quasi chiuso la bocca, ci ha inondato gli occhi di lacrime ma ci ha aperto ancora di più il cuore, per essere capaci di amare come ci ha insegnato il marito, papà, zio, nonno Aldo.
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