È capitato di dover sostituire il collega assente per gita a Barcellona, entrando in terza e quarta B.
Se nella prima ci siamo avvicinati alla poesia religiosa duecentesca con timore e tremore, leggendo il Cantico di Frate Sole con qualche divagazione su francescani conventuali e spirituali, in quarta, stamattina, la presentazione delle vicende di Astolfo sulla luna ha dato modo a qualcuno di esprimere il proprio disagio per l'attività scolastica.
Non credo di avere la bacchetta magica, ma penso che un approccio "poco paludato" alla letteratura possa riuscire a farla intendere un po' meglio, con i riferimenti agli uomini-autori, che non sono sempre e solo "gente che pensava di andare a finire sui libri" (su il Giornale di oggi, un articolo su Leopardi che scrive di tortellini di magro, farinata di riso, passando per le frittelle di mele e pere, gli gnocchi di latte e i pasticcini di maccheroni o maccheroncini, di grasso o di magro). E, se anche lo pensava, certo non sospettava che di loro si potesse anche parlare come fa Antonella Landi nel volume Storia parecchio alternativa della letteratura italiana, un libro che riconcilia con il dissidio petrarchesco (e dice la verità sulla costola di d'Annunzio).
PS: per un'interpretazione tecnologica della "inchiesta fallimentare" tipica del Furioso si veda La legge di Gumperson, secondo la quale «le probabilità che qualcosa accada sono inversamente proporzionali alla sua desiderabilità» e, più in generale, si legga La legge di Murphy.
PPS: prima dell'ultima ora, un momento fashion nel corridoio; pare che quest'anno vada il viola...
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