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lunedì 31 dicembre 2007
giovedì 27 dicembre 2007
domenica 23 dicembre 2007
Ripartiamo dalla scuola e dall’amore per il vero sapere
Marco Lodoli su L'Avvenire di oggi (pag 18)
La scuola è un mondo privo di malizie, che non sa in alcun modo nascondere le sue difficoltà: i giovani sono giovani, dunque sinceri come sempre, e le loro difficoltà esistenziali sono qui davanti agli occhi di tutti; i professori sono professori, dunque persone abituate a considerare la cultura il massimo dei beni, e il loro spaesamento di fronte alla nuova scala di valori della nostra società è altrettanto palese. Questo non è certo un momento facile, la scuola in fondo è l’avanguardia del Paese, il suo presente proteso verso il suo imminente futuro, e soffre per una doppia pressione: da un lato scricchiola sotto la tonnellata di nulla infetto, di vanità e narcisismo, di consumismo e faciloneria che grava sulla sua struttura antica, sulle convinzioni di chi ancora è convinto che la vita è dura e va affrontata da subito con impegno, concentrazione, sacrificio. Dall’altro patisce la richiesta di efficienza assoluta, di risultati immediati e misurabili: il modello anglosassone, fatto di test e percentuali, programmazioni rigide e verifiche inoppugnabili, quel modello che punta a creare in fretta una professionalità da spendere subito sul mercato del lavoro sta prendendo inesorabilmente piede e non tutti gli insegnanti sono disposti ad accoglierlo.
Da un lato lo sbraco sottoculturale che investe tanti ragazzi, alla mercé delle sirene televisive, di una finta spensieratezza, di desideri pompati a oltranza; dall’altro un rigore assoluto che vorrebbe produrre rotelle da inserire in fretta negli ingranaggi del sistema produttivo. E così i professori sbandano e si deprimono perché non sanno più qual è il loro posto e il loro ruolo in un mondo che esalta solo il successo e il denaro, le facce rifatte dei vip e quelle gelide dei manager. L’unica soluzione è continuare ad avere fiducia nella letteratura, nella filosofia, nella matematica, nella scienza, entrare in classe e continuare a leggere i poeti e a spiegare i numeri alla lavagna. Continuare ad ascoltare i ragazzi, come sempre, più di sempre, perché oggi i ragazzi si sentono frastornati dal luna park che ruota attorno a loro e spaventati da un mondo che là fuori li aspetta solo per farli sentire più precari che mai, per succhiare il loro sangue. L’isola dei famosi e lo spettro dell’esclusione sociale, il benessere promesso e la miseria minacciata, il nuovo telefonino e nessuno che ti chiama per un lavoro sicuro. A volte ci si sente inadatti, piccoli, brutti e inutili.
A volte però ci si sente quasi degli eroi, soli a difendere il senso della dignità umana e del sapere in un mondo che pare atrocemente disinteressato.
La scuola è un mondo privo di malizie, che non sa in alcun modo nascondere le sue difficoltà: i giovani sono giovani, dunque sinceri come sempre, e le loro difficoltà esistenziali sono qui davanti agli occhi di tutti; i professori sono professori, dunque persone abituate a considerare la cultura il massimo dei beni, e il loro spaesamento di fronte alla nuova scala di valori della nostra società è altrettanto palese. Questo non è certo un momento facile, la scuola in fondo è l’avanguardia del Paese, il suo presente proteso verso il suo imminente futuro, e soffre per una doppia pressione: da un lato scricchiola sotto la tonnellata di nulla infetto, di vanità e narcisismo, di consumismo e faciloneria che grava sulla sua struttura antica, sulle convinzioni di chi ancora è convinto che la vita è dura e va affrontata da subito con impegno, concentrazione, sacrificio. Dall’altro patisce la richiesta di efficienza assoluta, di risultati immediati e misurabili: il modello anglosassone, fatto di test e percentuali, programmazioni rigide e verifiche inoppugnabili, quel modello che punta a creare in fretta una professionalità da spendere subito sul mercato del lavoro sta prendendo inesorabilmente piede e non tutti gli insegnanti sono disposti ad accoglierlo.
Da un lato lo sbraco sottoculturale che investe tanti ragazzi, alla mercé delle sirene televisive, di una finta spensieratezza, di desideri pompati a oltranza; dall’altro un rigore assoluto che vorrebbe produrre rotelle da inserire in fretta negli ingranaggi del sistema produttivo. E così i professori sbandano e si deprimono perché non sanno più qual è il loro posto e il loro ruolo in un mondo che esalta solo il successo e il denaro, le facce rifatte dei vip e quelle gelide dei manager. L’unica soluzione è continuare ad avere fiducia nella letteratura, nella filosofia, nella matematica, nella scienza, entrare in classe e continuare a leggere i poeti e a spiegare i numeri alla lavagna. Continuare ad ascoltare i ragazzi, come sempre, più di sempre, perché oggi i ragazzi si sentono frastornati dal luna park che ruota attorno a loro e spaventati da un mondo che là fuori li aspetta solo per farli sentire più precari che mai, per succhiare il loro sangue. L’isola dei famosi e lo spettro dell’esclusione sociale, il benessere promesso e la miseria minacciata, il nuovo telefonino e nessuno che ti chiama per un lavoro sicuro. A volte ci si sente inadatti, piccoli, brutti e inutili.
A volte però ci si sente quasi degli eroi, soli a difendere il senso della dignità umana e del sapere in un mondo che pare atrocemente disinteressato.
venerdì 21 dicembre 2007
Non ci sono vacanze senza compiti
e, per chi oggi non fosse stato a scuola, la cartella online supplisce all'assenza.
Auguri!
Auguri!
giovedì 20 dicembre 2007
martedì 18 dicembre 2007
Le buone abitudini
Quando si inizia a leggere in classe l'Inferno dantesco, è opportuno suggerire di fare un salto a questo test, tanto per prendere le proprie misure...
martedì 11 dicembre 2007
Lavori in arrivo
Si avvicina il momento dell'esposizione dei lavori virgiliani in quarta; qualcuno ci ha anticipato...
lunedì 10 dicembre 2007
Terza prova
Si avvia il percorso delle simulazioni per i quintani; nella apposita cartella di quinta, la griglia di correzione usata fino allo scorso anno per i 36 quesiti a riposta multipla.
mercoledì 5 dicembre 2007
martedì 4 dicembre 2007
Meno dieci!
Ho constatato con un certo piacevole apprezzamento che secondo il test dell'età mentale io ho 31 anni. M'hanno scritto:«Hai una mente giovane e dinamica. Diciamo che non sei un ragazzino ma nemmeno un vero adulto!»
Cavolo; non pensavo si notasse così tanto :-)
Cavolo; non pensavo si notasse così tanto :-)
In itinere
Coi luuuuuuuunghi colloqui coi genitori, ieri pomeriggio s'è definitivamente chiuso il primo trimestre.
Si può ripartire per la seconda navigazione, allora; chi avesse avuto difficoltà e si fosse visto affibiare il recupero in itinere, beh, può sempre contare sulla disponibilità, nella cartella delle propria classe, dei file con il lavoro da svolgere.
Shimizè aspetta già i fortunati quartani...
Si può ripartire per la seconda navigazione, allora; chi avesse avuto difficoltà e si fosse visto affibiare il recupero in itinere, beh, può sempre contare sulla disponibilità, nella cartella delle propria classe, dei file con il lavoro da svolgere.
Shimizè aspetta già i fortunati quartani...
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